Tempo di lettura: 3 minutiSono milioni le persone che scelgono di andare fuori dal proprio paese per ricevere assistenza medica. Negli ultimi anni sono cresciute grazie alla facilità degli spostamenti internazionali. Per Medical Tourism (o turismo sanitario) si intende qualsiasi viaggio al di fuori del proprio paese di residenza allo scopo di ricevere prestazioni medico/sanitarie (preventivamente concordate) e l’insieme delle attività di organizzazione di viaggio e di permanenza nel paese estero.
Si tratta di un mercato in forte espansione a livello globale, anche grazie ai costi decrescenti dei viaggi internazionali. Oggi è stato presentato, presso la Farnesina, con il supporto del Ministero degli Esteri e del Ministero della Salute, il primo brand di sistema italiano di Medical Tourism, “Health in Italy”, nel corso del convegno “Qualità del sistema sanitario italiano, turismo e attrattività dei territori”.
L’obiettivo di Health in Italy (associazione senza fini di lucro) è la promozione dell’intera filiera della salute (ospedali, alimentazione, benessere, stili di vita e strutture alberghiere) aggiungendo quindi l’eccellenza nella sanità alle altre dimensioni per le quali l’Italia è già famosa in tutto il mondo. La Farnesina supporta lo sviluppo internazionale del sistema Italia che nel settore del turismo sanitario può competere a livello mondiale. L’Italia si classifica prima al mondo sia per la qualità delle vita secondo il Bloomberg Global Health Index 2017, sia nella classifica dei Siti Unesco. Lo sviluppo dell’Italia come destinazione di Medical Tourism consentirà a regime la creazione di 8.000-10.000 nuovi numerosi posti di lavoro e contribuirà a valorizzare le professioni mediche e sanitarie. Al riguardo, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, ha dichiarato: “L’Italia è per Bloomberg il Paese più sano al mondo e al primo posto per la qualità della vita. E quali sono le ragioni di questo primato se non il vivere all’Italiana, il sistema sanitario, le sani abitudini alimentari, la bellezza storica e paesaggistica da cui siamo circondati? Facendo squadra presentiamo per la prima volta in maniera integrata la qualità del sistema sanitario e la ricchezza culturale e turistica dei nostri territori, uno sforzo di sistema che vede al fianco del Ministero degli Esteri il Dicastero della Salute e quello dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, le Regioni, l’ENIT e una serie di prestigiose e qualificate strutture sanitarie pubbliche e private. Puntando su questo settore, l’Italia, secondo i più recenti studi, potrebbe registrare un incremento del fatturato della filiera della salute di oltre 5 miliardi di euro l’anno”. Il network Health in Italy include strutture sanitarie e non sanitarie in base a criteri molto selettivi ed esigenti, basati sull’analisi dell’efficacia delle cure (outcome), della qualità e della sicurezza dei pazienti (ispirati agli standard Joint Commission International), e delle capacità di accoglienza di pazienti internazionali (secondo gli standard di hospitality). Nel network sono finora entrate sia strutture pubbliche che strutture private, tra cui: l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, la Fondazione Poliambulanza, l’Humanitas Research Hospital, il Policlinico Universitario Campus Bio-medico, il C.O.T. di Messina, il Centro Chirurgico Toscano, l’ISMETT e il Gaslini.
Il sistema sanitario italiano viene collocato ai primi posti nei ranking mondiali e in Italia vi sono già strutture sanitarie che attraggono numerosi pazienti dall’estero e che stanno puntando a crescere ulteriormente nel settore del turismo sanitario. “Il primo obiettivo del Newtwork Health in Italy è quello di far conoscere sui mercati internazionali e presso tutti gli operatori internazionali di Medical Tourism (assicurazioni, multinazionali, facilitatori) la punta di diamante del sistema sanitario italiano mediante un brand di sistema. A breve sarà pubblicata la prima Guida di Medical Tourism di Health in Italy, che ovviamente sarà disponibile anche online, mentre i passi successivi saranno la promozione dell’Italia sul mercato del turismo sanitario e la creazione di una piattaforma di informazioni/prenotazioni web-based” – ha dichiarato il prof. Gianluca Oricchio, Presidente del Comitato Promotore di Health in Italy. “L’Italia è famosa nel mondo per la sua arte, i paesaggi e le bellezze naturali, la moda, lo stile di vita, il cibo ed il vino di qualità. Ciò che tuttora la maggior parte della popolazione mondiale ignora è che l’Italia offra anche servizi sanitari di qualità assoluta a prezzi accessibili. L’obiettivo principale di Health in Italy è di promuovere questa eccellenza, per poi poter accogliere il turista-paziente internazionale ed offrirgli non solo un servizio medico e sanitario di assoluta qualità, ma anche l’opportunità di vivere le bellezze del nostro Paese a 360°” – dichiara il prof. Pier Paolo Bucalo, Presidente di Health in Italy, che aggiunge: “Al momento stiamo collaborando con alcune tra le principali realtà del Made in Italy, al fine di esplorare sinergie volte alla creazione di valore per l’intera filiera italiana della salute e del benessere. Desideriamo in tal modo supportare il processo di sviluppo del Medical Tourism nel nostro Paese in combinazione con i servizi di Digital Health. Tra i progetti in cantiere, la prima piattaforma domestica di Digital Medical Tourism”.
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Tumore al seno e femminicidio. “Women for Women” contro i killer delle donne
News PresaÈ il killer più letale e più frequente del genere femminile e colpisce 50mila donne ogni anno. L’evento Women for women against violence nasce per sostenere chi lotta contro il tumore al seno, ma anche per promuovere il contrasto alla violenza di genere. La violenza, infatti, ha più facce, non è soltanto una minaccia di morte, ma anche una ferita all’immagine di sé, alla sua femminilità, sessualità e maternità. Poi c’è la piaga del femminicidio. In Italia oltre cento donne ogni anno vengono uccise da uomini, coloro che quasi sempre dicono di amarle. Ieri un premio è stato conferito al prof. Michelino De Laurentiis (Direttore dell’unità operativa complessa di oncologia senologica dell’istituto nazionale tumori “Fondazione Pascale” di Napoli e responsabile della ricerca del vaccino contro il tumore al seno) e a Gessica Notaro, diventata testimonial della lotta contro il femminicidio, dopo essere stata sfigurata con l’acido dall’ex fidanzato.
La III edizione di Women for Women against violence – PREMIO Camomilla, promosso dall’Associazione Consorzio Umanitas Onlus e organizzato dalla sua Presidente, Donatella Gimigliano, in collaborazione con Avs e PiùAthena eventi, il charity event, Patrocinato dalla Rai, dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, dalla Regione Lazio e dalla FERPi, è stato presentato dalla giornalista Emma D’Aquino. Le associazioni beneficiarie di quest’anno sono state Salvamamme per la Valigia di Salvataggio e IncontraDonna Onlus.
Con “La Valigia di Salvataggio”, in partnership con la Regione Lazio, Salvamamme vuole rispondere alle richieste delle tante donne in fuga vittime di violenza. “IncontraDonna”, Associazione no profit presieduta da Adriana Bonifacino, responsabile dell’Unità di Diagnosi e Terapia in Senologia dell’Ospedale Sant’Andrea Sapienza Università di Roma, è nata per rispondere ai bisogni delle donne, soprattutto, per non sentirsi abbandonate nel “dopo” cura. Dacia Maraini ha augurato “a tutte le donne che incontrano le spine del tumore sul loro cammino, di raccogliere le grandi forze vitali che stanno in fondo ad ogni corpo di donna e camminare con ardimento verso un futuro di vittoria contro chi le vuole arrese”.
Durante l’evento, iniziato con un talk nell’Auditorium Broadway Avenue, sono stati proiettati «Oltre la finestra», per la regia di Francesco Testi. Cortometraggio, Patrocinato da Amnesty International e, il nuovo spot della Valigia di Salvataggio di Salvamamme, con Barbara De Rossi e Alessio Boni(regia di Marco Santoro). Grazie alla Softlab, alla presenza di Vincenzo Manfredi, Public Affair e Advocacy Director è stato presentato il progetto pilota su Roma di una app dedicata.
Sul tema del tumore al seno, in anteprima nazionale, anche un promo del film «Stay On! Io Resto qua» prodotto da Santo Spadafora, per la regia di Gianluca Sia. Una commedia che unisce rigore e leggerezza facendo commuovere e sorridere di speranza lo spettatore, cercando di stimolare l’attenzione sociale e mediatica sulla terribile piaga del cancro.
Quest’anno, oltre a Gessica Notaro e il prof. Michelino De Laurentiis, hanno ricevuto il premio Camomilla anche il Prefetto Vittorio Rizzi (Direttore Centrale DAC – direzione anticrimine), il prof. Antonino Di Pietro (Direttore Scientifico di Ok Salute), Paola Ferrari, Francesco Testi, Veronica Maya, Rossella Brescia, Elena Santarelli, Valeria Graci, Domi De Fano, Visual e Training Director di Primadonna Collection, la singer Edy Giordano, Katia Pacelli, Direttore Generale di Salvamamme, Emiliano Paolini, Carmen, Mara e Michele Pisano.
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Turismo sanitario: mercato in espansione. Nasce “Health in Italy”
Stili di vitaSono milioni le persone che scelgono di andare fuori dal proprio paese per ricevere assistenza medica. Negli ultimi anni sono cresciute grazie alla facilità degli spostamenti internazionali. Per Medical Tourism (o turismo sanitario) si intende qualsiasi viaggio al di fuori del proprio paese di residenza allo scopo di ricevere prestazioni medico/sanitarie (preventivamente concordate) e l’insieme delle attività di organizzazione di viaggio e di permanenza nel paese estero.
Si tratta di un mercato in forte espansione a livello globale, anche grazie ai costi decrescenti dei viaggi internazionali. Oggi è stato presentato, presso la Farnesina, con il supporto del Ministero degli Esteri e del Ministero della Salute, il primo brand di sistema italiano di Medical Tourism, “Health in Italy”, nel corso del convegno “Qualità del sistema sanitario italiano, turismo e attrattività dei territori”.
L’obiettivo di Health in Italy (associazione senza fini di lucro) è la promozione dell’intera filiera della salute (ospedali, alimentazione, benessere, stili di vita e strutture alberghiere) aggiungendo quindi l’eccellenza nella sanità alle altre dimensioni per le quali l’Italia è già famosa in tutto il mondo. La Farnesina supporta lo sviluppo internazionale del sistema Italia che nel settore del turismo sanitario può competere a livello mondiale. L’Italia si classifica prima al mondo sia per la qualità delle vita secondo il Bloomberg Global Health Index 2017, sia nella classifica dei Siti Unesco. Lo sviluppo dell’Italia come destinazione di Medical Tourism consentirà a regime la creazione di 8.000-10.000 nuovi numerosi posti di lavoro e contribuirà a valorizzare le professioni mediche e sanitarie. Al riguardo, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, ha dichiarato: “L’Italia è per Bloomberg il Paese più sano al mondo e al primo posto per la qualità della vita. E quali sono le ragioni di questo primato se non il vivere all’Italiana, il sistema sanitario, le sani abitudini alimentari, la bellezza storica e paesaggistica da cui siamo circondati? Facendo squadra presentiamo per la prima volta in maniera integrata la qualità del sistema sanitario e la ricchezza culturale e turistica dei nostri territori, uno sforzo di sistema che vede al fianco del Ministero degli Esteri il Dicastero della Salute e quello dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, le Regioni, l’ENIT e una serie di prestigiose e qualificate strutture sanitarie pubbliche e private. Puntando su questo settore, l’Italia, secondo i più recenti studi, potrebbe registrare un incremento del fatturato della filiera della salute di oltre 5 miliardi di euro l’anno”. Il network Health in Italy include strutture sanitarie e non sanitarie in base a criteri molto selettivi ed esigenti, basati sull’analisi dell’efficacia delle cure (outcome), della qualità e della sicurezza dei pazienti (ispirati agli standard Joint Commission International), e delle capacità di accoglienza di pazienti internazionali (secondo gli standard di hospitality). Nel network sono finora entrate sia strutture pubbliche che strutture private, tra cui: l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, la Fondazione Poliambulanza, l’Humanitas Research Hospital, il Policlinico Universitario Campus Bio-medico, il C.O.T. di Messina, il Centro Chirurgico Toscano, l’ISMETT e il Gaslini.
Il sistema sanitario italiano viene collocato ai primi posti nei ranking mondiali e in Italia vi sono già strutture sanitarie che attraggono numerosi pazienti dall’estero e che stanno puntando a crescere ulteriormente nel settore del turismo sanitario. “Il primo obiettivo del Newtwork Health in Italy è quello di far conoscere sui mercati internazionali e presso tutti gli operatori internazionali di Medical Tourism (assicurazioni, multinazionali, facilitatori) la punta di diamante del sistema sanitario italiano mediante un brand di sistema. A breve sarà pubblicata la prima Guida di Medical Tourism di Health in Italy, che ovviamente sarà disponibile anche online, mentre i passi successivi saranno la promozione dell’Italia sul mercato del turismo sanitario e la creazione di una piattaforma di informazioni/prenotazioni web-based” – ha dichiarato il prof. Gianluca Oricchio, Presidente del Comitato Promotore di Health in Italy. “L’Italia è famosa nel mondo per la sua arte, i paesaggi e le bellezze naturali, la moda, lo stile di vita, il cibo ed il vino di qualità. Ciò che tuttora la maggior parte della popolazione mondiale ignora è che l’Italia offra anche servizi sanitari di qualità assoluta a prezzi accessibili. L’obiettivo principale di Health in Italy è di promuovere questa eccellenza, per poi poter accogliere il turista-paziente internazionale ed offrirgli non solo un servizio medico e sanitario di assoluta qualità, ma anche l’opportunità di vivere le bellezze del nostro Paese a 360°” – dichiara il prof. Pier Paolo Bucalo, Presidente di Health in Italy, che aggiunge: “Al momento stiamo collaborando con alcune tra le principali realtà del Made in Italy, al fine di esplorare sinergie volte alla creazione di valore per l’intera filiera italiana della salute e del benessere. Desideriamo in tal modo supportare il processo di sviluppo del Medical Tourism nel nostro Paese in combinazione con i servizi di Digital Health. Tra i progetti in cantiere, la prima piattaforma domestica di Digital Medical Tourism”.
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Il polo unico della medicina fiscale: intervista al Dott. Migliorini
PodcastInfluenza, poche regole d’oro per non ammalarsi
Stili di vitaCon l’arrivo dell’autunno arriva puntuale l’influenza e i primi malanni. Stare attenti ed evitare colpi di freddo è certamente un buon consiglio, ma anche una banalità. Ci sono invece alcune regole d’oro (pubblicate sul magazine Psychology Today) che, se seguite, ci mettono in condizione di superare l’autunno e l’inverno nel migliore dei modi.
Riposo e alimentazione
Il primo consiglio, sembrerà strano, non riguarda né l’assunzione di vitamine, né di altri integratori o farmaci. La regola numero uno per evitare l’influenza è «dormire a sufficienza», che per gli adulti significa almeno sette ore a notte. Il motivo per il quale riposare è cruciale è che la carenza di sonno, specie se cronica, porta con sé il serio abbassamento delle difese immunitarie. A seguire, la regola anti-influenza è mangiare sano: non saltare mai la colazione, fare tre pasti completi che comprendano sempre frutta e verdura, evitare bibite e cibi con troppo zucchero che rallentano la funzione immunitaria. Inoltre non arrivare affamatissimi al pasto perché il corpo percepisce il digiuno come uno stress importante.
Sport e stress
È importante la pratica di attività fisica, basta anche una camminata tutti i giorni: l’esercizio riattiva la circolazione del sangue potenziando la funzione immunitaria. E poi, va tenuto a bada lo stress che, attraverso gli ormoni che mette in circolo, indebolisce le difese del corpo. Se la vita è troppo piena di impegni e frenetica, bisogna darsi un tempo per recuperare, onde evitare che lo stress vada fuori controllo. Fondamentale regola anti-contagio è il lavaggio delle mani: mai mangiare, mai toccarsi naso, occhi e bocca con le mani sporche. La prima azione al rientro a casa è senz’altro lavarsele. Sesta regola, tenere alto lo spirito, ridere e frequentare persone piacevoli: la socialità infatti aumenta le difese immunitarie. Infine non prendere freddo, perché un corpo ben riscaldato può prevenire il contagio di virus; quindi non girare sprovvisti di foulard e golfino in caso di temperature ballerine.
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Sigarette elettroniche: spingerebbero i ragazzi al fumo
PrevenzioneArriva l’ennesimo studio, pubblicato da poco su Preventive Medicine, che dichiara le sigarette elettroniche capaci di condurre verso il fumo ‘vero’, soprattutto glì adolescenti.
Un problema non da poco, visto che il fumo è la principale causa di mortalità evitabile nei Paesi industrializzati e che l’uso delle sigarette elettroniche è in rapida crescita tra i giovani.
Il lavoro, siglato da ricercatori dell’Università di Waterloo e della Wake Forest School of Medicine, mostra che gli studenti dai 13 ai 18 anni che hanno provato a ‘svapare’ hanno un rischio aumentato (2.16 volte in più) di accostarsi alle sigarette.
Da quando le e-cig sono arrivate sul mercato sono stati sollevati dubbi circa il fatto che il loro uso potesse portare al fumo di sigaretta. “Oggi – afferma Bruce Baskerville, ricercatore presso il Propel Centre for Population Health Impact dell’Università di Waterloo – siamo in grado di dire che, almeno per quanto riguarda i ragazzi, la risposta è si”.
I ricercatori nord-americani, analizzando i dati della survey ‘Canadian Student Tobacco, Alcohol and Drugs’ hanno scoperto che il 10% degli studenti di età compresa tra i 13 e 18 anni aveva già provato le e-cig.
“Sebbene studi preliminari suggeriscano che le sigarette elettroniche contengono un minor numero di sostanze chimiche tossiche, rispetto alle sigarette tradizionali – prosegue Barkerville – il nostro studio suggerisce che il loro impiego, può avvicinare alle sigarette tra gli adolescenti e si tratta di un dato preoccupante, visto che l’uso delle e-cig è in crescita in questa popolazione.”
Le sigarette elettroniche, insomma, possono contenere nicotina, ma non una serie di sostanze dannose presenti nelle sigarette classiche (dove avviene la combustione), quali catrame o monossido di carbonio, ecco perché, soprattutto all’inizio, i suoi effetti sono stati meno considerati.
Ad oggi, diverse nazioni hanno leggi che proibiscono la vendita di e-cig agli adolescenti, ma il divieto viene spesso eluso. Lo studio supporta invece l’adozione di misure più restrittive per l’accesso dei minori alle e-cig.
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L’Italia è il Paese dei nonni, da festeggiare ogni giorno
AnzianiL’Italia è il Paese dei nonni. Secondo il report dell’Istat, al 1° Gennaio 2017, gli over 65 rappresentano il 22% della popolazione. Ieri in Italia si è celebrata la festa dei nonni, nata per richiamare l’attenzione sull’«importanza del loro ruolo all’interno delle famiglie e della società in generale». La legge (entrata in vigore nel 2005) chiede che vengano promosse iniziative per approfondire le «tematiche relative alle crescenti funzioni assunte dai nonni nella famiglia e nella società». In quest’occasione, regioni, province e comuni hanno il compito di organizzare iniziative ed eventi. Negli Stati Uniti la Festa esiste fin dal 1978, ma si celebra a settembre.
Tuttavia, i nonni italiani, anche se più longevi d’Europa e secondi al mondo solo ai giapponesi, devono prestare ogni giorno attenzione al loro stile di vita e alla salute.
Da un recente rapporto Istat emerge che dopo i 75 anni, gli italiani vedono un peggioramento della qualità della vita e circa un anziano su due soffre di almeno una malattia cronica grave. Una situazione che, inoltre, registra diseguaglianze tra una regione e l’altra.
HappyAgeing, Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, in occasione della festa dei nonni ha ricordato quali sono i pilastri per un invecchiamento attivo: alimentazione sana, attività fisica, prevenzione e salvaguardia della salute, tra cui le immunizzazioni.
“In un Paese che cambia velocemente, i nonni sono il ponte tra le tradizioni e il futuro e rimangono ancora un punto di riferimento per le nuove generazioni – ha detto il direttore di HappyAgeing, Marco Magheri -. Contribuiscono attivamente all’economia familiare, sopperiscono molto spesso alle carenze di un compiuto sistema di welfare accompagnando i nipoti a scuola e nelle attività ricreative, sono i migliori confidenti dei più giovani e hanno il loro scrigno di storia e storie. Gli anziani, i nonni d’Italia, sono un patrimonio di conoscenza, esperienza, valori, da celebrare oggi ma da tutelare ogni giorno, rinsaldando quella connessione intergenerazionale contro la cultura dello scarto.”
Non è un caso che per questa festa si sia scelta la data del 2 Ottobre, giorno in cui la Chiesa Cattolica celebra gli angeli custodi.
Celiachia, l’Italia corre in soccorso della Serbia
PrevenzioneIn Serbia ci sono circa 70mila pazienti celiaci, ma meno del 10 per cento di loro sa di esserlo e prima di arrivare alla diagnosi passano in media più di dieci anni. Per accelerare e aumentare le diagnosi, ma anche per migliorare l’assistenza ai pazienti, il nostro Paese «adotta» la Serbia diventandone un po’ il «Fratello maggiore». Questo, in sintesi, l’obiettivo del progetto «Big Brother» dell’Association of European Coeliac Societies (AOECS), grazie al quale i ministeri della salute italiano e serbo per tre anni si impegnano ad un a importante collaborazione: l’Italia condividerà i protocolli e le linee guida per la diagnosi, si occuperà di informare ed educare i medici locali e contribuirà alla definizione di una nuova normativa serba sulla sicurezza alimentare e l’assistenza dei celiaci.
All’avanguardia nelle diagnosi
L’Italia non è stata scelta per caso: la media europea di pazienti celiaci diagnosticati è pari al 13,5 % del totale, ma nel nostro Paese sale fino al 25%; in Europa servono in media 10 anni per arrivare alla diagnosi di celiachia dopo i primi sintomi, in Italia si scende a 6. Il nostro Paese è all’avanguardia anche nella normativa che tutela l’assistenza ai pazienti e garantisce l’accesso ad alimenti senza glutine, può quindi essere un valido esempio per i Paesi in cui le conoscenze sulla malattia e l’assistenza ai malati sono scarse. La Serbia va ad aggiungersi a Cipro, Croazia e Russia per i quali AIC sta già svolgendo attività di consulenza e supporto.
Fratello maggiore
Il progetto – spiega Giuseppe Di Fabio, Presidente AIC – di AEOCS prevede la consulenza e l’aiuto delle grandi associazioni celiachia europee nei confronti delle piccole associazioni, poco strutturate e provenienti in genere da Paesi in cui la conoscenza della celiachia è scarsa, le diagnosi sono poche, la tutela sanitaria è scarsissima. La Serbia è uno di questi: oltre 60.000 pazienti non sanno di essere celiaci, le tutele sanitarie sono insufficienti e manca la possibilità di accedere a prodotti senza glutine sicuri. AIC è molto orgogliosa di poter cooperare con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei pazienti: un traguardo che è il frutto di un lungo lavoro condotto negli ultimi anni, coinvolgendo non solo le Associazioni pazienti e i Ministeri della Salute dei due Paesi ma anche la Divisione delle Relazioni Internazionali dell’Istituto Superiore di Sanità e l’Ambasciata italiana a Belgrado».
L’accordo
Grazie all’accordo firmato dai rispettivi ministero alla presenza di una delegazione dell’Associazione Italiana Celiachia, l’Italia diventerà dunque per tre anni un «tutor» in tema di celiachia per la Serbia, mettendo a disposizione il nuovo protocollo di diagnosi e follow up dei pazienti, recentemente aggiornato dal Ministero della Salute italiano e tradotto a cura di AIC. Inoltre, gli esperti italiani saranno a disposizione per attività di formazione ed educazione dei medici serbi, per trasferire loro il know-how scientifico sulla celiachia.
Quelle visite mediche sul lungomare di Napoli
PrevenzioneTra medici, esperti e scienziati coinvolti in venticinque tavole rotonde tematiche, simposi e seminari, ma soprattutto tra visite mediche e consulti gratuiti, torna anche quest’anno il Campus della Salute. Si parte lunedì 9 ottobre nell’area congressi della Federico II per la parte prettamente scientifica dell’evento, poi da giovedì 12 tutti sul lungomare con il più grande “ospedale da campo” a disposizone dei cittadini. Il lungomare (nell’area pedonale dalla Rotonda Diaz) sarà animato da un programma ricchissimo di eventi sportivi e musicali, aree dedicate ai bambini, solidarietà e tanto altro. Tantissimi anche i testimonial, con artisti e scienziati, imprenditori e sportivi insieme per promuovere la Settimana della prevenzione che terminerà domenica 15 ottobre con la Prevention race, una maratona che percorrerà il lungomare. Tra gli altri ci saranno Maurizio de Giovanni, Patrizio Oliva, Adele Pandolfi, Gioia Spaziani, Lello Esposito, Monica Sarnelli e Rosaria De Cicco
Un progetto per la salute
«La prevenzione e un corretto stile di vita sono al centro del nostro progetto. Nel corso dei tre giorni di Alfa Omega intendiamo informare, educare e curare mettendo insieme moltissime professionalità e affrontando in maniera multidisciplinare le problematiche di numerose malattie», spiega Annamaria Colao, presidente del Convegno, tra le quindici scienziate italiane più quotate al mondo. «Salute, sport e solidarietà – aggiunge Tommaso Mandato, presidente di Sportform e organizzatore della manifestazione – compongono le tre S del Campus3S che ormai da anni è attivo in tutta la Campania ma che ormai ha diramazioni in tutta Italia, con iniziative che coinvolgono la popolazione con una diffusa azione di prevenzione facendo anche sport e divertendosi».
Una medicina informale
Attenzione al sociale, allo sport e alla salute, dunque attraverso una dinamica che consente alla popolazione di avvicinarsi alla medicina in maniera meno formale ma altrettanto efficace. Un modello che sino ad ora è stato vincente per il Campus della salute che negli anni è diventato una presenza fissa a Napoli e in tutte le città della Campania. Una proposta che dallo scorso anno, con il progetto AlfaOmega che precede le giornate in piazza, consente di avere un confronto scientifico di grande livello internazionale ai relatori che affronteranno ogni tema della ricerca scientifica in campo medico.
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Roma: “peggiorati tutti gli indicatori salute”. Allarme dall’Iss
Economia sanitariaPesanti critiche sulla situazione della Capitale d’Italia. Roma sarebbe “l’unica tra le 28 Capitali dell’Ue che ha peggiorato i suoi indicatori di salute negli ultimi anni. Tutti gli indicatori, da quello più solido che è l’aspettativa di vita e la mortalità infantile a quello per patologie tumorali, fanno riscontrare un peggioramento della situazione dei cittadini romani rispetto al resto di Italia”. A dirlo è Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), nel corso del convegno Crescita Vs Crisi organizzato dal ministro Beatrice Lorenzin.
“Se hai una patologia neoplastica e vivi in una regione del nord hai un trattamento e quindi un’aspettativa di vita maggiore rispetto a quella romana” ha aggiunto Ricciardi, “I cittadini che rinunciano per motivi economici alle cure al nord sono molti di meno e al sud sono molti di più. E il sud Italia comincia a Roma”.
Ricciardi parla anche dei numeri sulla prevalenza del diabete che si attesterebbero tra il 6 e il 7% della popolazione romana mentre normalmente la media italiana è del 5%. “I romani – afferma – si lamentano anche dell’accessibilità ai servizi, delle liste d’attesa. Normalmente la gente quando utilizza i servizi italiani è soddisfatta, nel caso di Roma questa soddisfazione si colloca ai livelli più bassi del Paese”, ha concluso.
Sono arrivate forti critiche sulla situazione romana anche dal ministro Lorenzin. Roma è una città “che ha sofferto molto in questi anni – ha affermato – ha avuto un grande declino prima di tutto sociale e di legalità. Abbiamo avuto Mafia Capitale, una cosa pesantissima. E poi un declino vero delle fasce della popolazione più deboli. Ultimamente- ha aggiunto- quello che vediamo ci pone quasi al di fuori di quello a cui eravamo abituati: tanta povertà, tanti bambini poveri, tanti anziani poveri, tante donne sole”.
“La mia impressione – ha concluso – è che Roma sia piena di droga. Rivediamo le siringhe per strada, i tossici, gli spacciatori di eroina. Senza parlare della cocaina, siamo pieni. Si fa finta di non vedere come se il problema non ci fosse piu’ in realtà riguarda tutti i ceti sociali e tutte le età, come l’alcol”.
Lidia Borzi di Acli Roma, nel suo intervento al convegno: “il nostro piccolo osservatorio ci dà due dati pesanti: il taglio delle spese sanitarie, le famiglie non possono permettersi una spesa extra di 500 euro per le medicine. E una indagine su 6 mila Isee ci dice che il 9% dei romani ce l’ha a zero”. “Il 4% di questi seimila romani ha minori o disabili a carico”, aggiunge. “Insospettabili: è questo l’identikit dei nuovi poveri”. Borzi ricorda ancora: “Io ho definito Roma in una lettera aperta Gotham city perché da una parte vede un crescendo di intolleranza e violenza e dall’altro, quotidianamente, c’è una perdita di posti di lavoro e ogni giorno chiude un servizio”.
Intanto la replica della Regione Lazio non si è fatta attendere.
“Le opposizioni in consiglio regionale commettono un grave errore – ha spiegato in una nota – i dati riferiti dall’Istituto Superiore di Sanità sono relativi agli anni 2011- 2013. Nella Regione Lazio, con l’avvento e il lavoro della Giunta Zingaretti, per la prima volta nella storia, i servizi erogati dalla Sanità regionale e certificati dai Lea (Livelli Essenziali di Assistenza, certificati dal Ministero della Salute) hanno raggiunto la soglia di 176, ben al di sopra della soglia di 160 che è la soglia minima di adempienza. Inoltre, nell’ultimo anno, il Lazio ha registrato la soglia di aumento più alto nei Lea in confronto a tutte le altre regioni d’Italia”.
Giornata della psicologia, ecco le iniziative campane
News Presa, PrevenzioneEmarginazione e disagio sociale, soprattutto tra giovani e adolescenti. Sono questi i temi che saranno al centro della seconda edizione della Giornata nazionale della Psicologia, che si celebra il prossimo 10 ottobre in concomitanza con la Giornata nazionale della salute mentale. Come sempre, ad organizzare dibattiti e iniziative concrete in favore dei cittadini è l’Ordine degli Psicologi della Campania, l’obiettivo dichiarato è quello di «avvicinare i cittadini alla psicologia».
Studi aperti
Uno degli appuntamenti più attesi è quello con «Studi aperti», iniziativa che per otto anni è stata riproposta in Campania durante la Settimana del benessere psicologico e che, in questo caso, verrà anticipata di un mese perché è stata scelta dal Consiglio nazionale e proposta in tutta Italia per celebrare la Giornata della psicologia. Così, dal 9 al 15 ottobre i professionisti che aderiranno offriranno all’utenza una prima consulenza gratuita e potranno organizzare all’interno degli studi eventi e iniziative per l’utenza. Martedì 10 ottobre, a partire dalle 9,30, presso la Camera di commercio di Napoli è invece in programma un momento di dibattito e confronto aperto ai cittadini, durante il quale i professionisti impegnati nei vari ambiti d’intervento porteranno le proprie testimonianze.
Psicologi campani… al lavoro!
Nel corso dell’evento sarà presentata la ricerca Psicologi campani…al lavoro!, finanziata dall’Ordine campano con l’obiettivo di conoscere nel dettaglio la situazione attuale degli iscritti e programmare così azioni condivise di politica professionale per raggiungere un miglior livello occupazionale e una maggiore soddisfazione professionale. È la prima volta che un Ordine campano promuove uno studio di questo tipo, che grazie al lavoro di due psicologhe e docenti della Federico II, Caterina Arcidiacono e Teresa Tuozzi, accende i riflettori sull’area grigia di transizione tra lo studio e il lavoro.
Antonella Bozzaotra
«Celebriamo questa seconda Giornata nazionale della psicologia – dice la presidente dell’Ordine campano, Antonella Bozzaotra –riflettendo sulla nostra professione e sul nostro essere psicologhe e psicologi in un tempo di migrazioni, di profonde trasformazioni, di ricerca di minimalismi. Lo facciamo con il metodo della ricerca e dello studio sui fenomeni, propri della nostra disciplina».
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