Tempo di lettura: 2 minutiIn una fortunata serie Tv, House – Medical Division, una delle ipotesi diagnostiche più in voga era quella di «Lupus». Una malattia poco nota, ma spesso nominata dal brillante dottor House. Tanto da diventare un tormentone sul web per i fan (e i detrattori) della serie, che alla prima linea di febbre esclamavano sornioni «E’ lupus!». Anche nella serie Tv alla fine non era mai lupus, ma chiaramente quella parola così poco comune ha iniziato a farsi spazio nella mente dei telespettatori.
La giornata mondiale
Il 10 maggio si celebra la giornata mondiale del lupus e lo slogan scelto è «Lupus Knows No Boundaries», vale a dire: «Il lupus non conosce confini». Lo slogan vuole spiegare che questa malattia, cronica autoimmune, può colpire qualsiasi parte del corpo in qualsiasi momento, spesso con risultati imprevedibili e che cambiano la vita, ma conoscerla aiuta a controllarne l’impatto. Nel mondo si stima che le persone colpite da Lupus Eritematoso Sistemico siano più di 5 milioni, mentre in Italia più di 60mila, con una prevalenza assoluta nelle giovani donne. Di questa patologia invalidante ancora poco conosciuta, per cui al momento non esistono cure farmacologiche risolutive e per la quale uno degli scogli è una diagnosi tempestiva, si parlerà durante delle iniziative organizzate dal Gruppo LES Italiano – Onlus in tutta Italia e anche al XXI Congresso Nazionale del Collegio dei Reumatologi (CReI), a Roma dal 10 al 12 maggio, dove l’attenzione sarà focalizzata in particolare su lupus e gravidanza.
In gravidanza
Secondo gli esperti il connubio è possibile, a patto che ci sia una programmazione e che si sfati da subito il mito che si debbano interrompere i farmaci. Si stima che un terzo delle pazienti non parli al proprio medico né di maternità né di contraccezione. «Sono due temi che dobbiamo trattare- spiega Stefano Stisi, presidente CReI- Il Lupus è una malattia multifattoriale e multiorgano, che interessa più organi e sistemi come la pelle, le articolazioni, i reni, il sangue e i tessuti connettivi, ed è cronica. Dà stanchezza, non ci si può esporre al sole, ci sono rischi di incorrere in eventi trombotici, ecco perché valutare anche la scelta dei contraccettivi». Con un lupus si ha una probabilità più alta di interruzione spontanea della gravidanza, di morti o rallentata crescita intrauterine, e nascite pretermine, tuttavia, come spiega Laura Andreoli, reumatologa presso l’ASST Spedali Civili di Brescia «oggi, l’85% delle gravidanze, se programmate insieme al reumatologo, all’immunologo, al ginecologo, agli ostetrici e al neonatologo, va a buon fine».
Malattia reumatica
Il lupus fa parte delle malattie reumatiche, che nella maggior parte dei casi sono di origine autoimmune. È un gruppo estremamente eterogeneo di malattie che colpiscono oltre 5 milioni di italiani, tra cui 3,5 milioni di donne. Tra queste anche la sclerodermia, di cui soffrono circa 25mila italiani, e la Sindrome di Sjogren, da cui ritiene siano affette nel mondo da 1 a 4 milioni di persone, per la maggioranza donne (90%). A questi temi sarà dedicato un incontro con i pazienti il 12 maggio al congresso CReI e l’11 maggio sulle malatite reumatiche autoimmuni ci sarà un open day di Onda (Osservatorio sulla salute della donna), con servizi gratuiti nelle strutture aderenti.
Invalidità Inps, una nuova procedura più snella
Economia sanitariaUn solo controllo per riuscire ad ottenere il riconoscimento dell’invalidità per le persone colpire da cancro. E un solo specialista a fare la diagnosi compilare il certificato introduttivo che poi va direttamente all’Inps Una vera e propria rivoluzione, se si considera che sino ad oggi di controlli ne servivano cinque. Si tratta di un accordo siglato tra gli Istituti Fisioterapici Ospedalieri (Ifo), la Regione Lazio e l’Inps per i pazienti oncologici, il primo di questo genere nel Paese, che promette di accorciare i tempi per il riconoscimento.
Procedura snella
Il protocollo prevede una procedura informatica per la trasmissione del primo certificato all’Inps, saltando l’accesso presso il medico di base e l’accertamento sanitario delle Asl nelle Regioni che hanno un accordo di semplificazione. Il certificato era già disponibile dai singoli medici dal 2013, ma era stato usato pochissimo, appena 1.500 volte nel 2014, ragione per cui l’Inps ha deciso di siglare accordi con i singoli centri d’eccellenza. «Questo protocollo – dice il presidente dell’Inps Boeri – ha il vantaggio di unire il rigore degli accertamenti alla rapidità, riducendo gli oneri per le famiglie. Potenzialmente tocca una platea importante, i malati di tumore sono la categoria più importante con il 28% delle prestazioni di invalidità per queste malattie oncologiche. Può riguardare il benessere di moltissime persone”.
Al fianco dei cittadini
Il protocollo verrà applicato per primi dagli Ifo, ma secondo il presidente della Regione Nicola Zingaretti sarà esteso in tempi brevi anche agli altri istituti oncologici laziali: «Nel caso delle cure oncologiche e dell’accesso ai diritti ci troviamo di fronte allo Stato egoista che non ragiona mettendo al centro il diritto della persone – ha commentato -. Lo Stato ha lavorato a canne d’organo, affastellando provvedimenti, e il costo finale di questo non dialogo lo si scarica sul cittadino. Credo che il protocollo abbia un valore importante perché interviene su uno Stato amico delle persone, vicino ai cittadini».
Acido borico, allarme per la plastilina fai da te
Bambini, RubricheAcido Borico, allarme a Napoli per una ricetta fai da te che sta diventando virale sui social e che serve a produrre “artigianalmente” una plastilina viscosa che tanto piace ai più piccoli. A lanciare la notizia è il Corriere del Mezzogiorno, che ha scoperto che nell’ultimo mese sono stati addirittura cinque i bambini ricoverati all’ospedale pediatrico Santobono. A quanto pare, l’elemento pericoloso di questa ricetta fai da te è l’acido borico, un acido definito “debole” che non ha colore, odore e sapore. Stando a quanto rivelato dallo specialista per le emergenze tossicologiche del Santobono, Eduardo Ponticiello, diverse volte questo acido finisce nelle mani dei bambini che accidentalmente lo ingeriscono credendo che si tratti di acqua.
I tutorial
Se si cerca in rete, in particolar modo su You Tube, è facile imbattersi in video tutorial che mostrano ragazzini alle prese con la ricetta incriminata. Spesso i bambini usano delle semplici bottiglie di plastica per sciogliere l’acido borico e diluirlo. Queste bottiglie possono essere poi dimenticate nell’euforia del gioco, rischiando di diventare vere e proprie trappole per chi le troverà in seguito. Questa è anche la dinamica che ha portato in ospedale i cinque bimbi ricoverati (e poi dimessi) a Napoli. L’acido borico non è un acido particolarmente pericoloso al contatto con la pelle, almeno se paragonato ad altre sostanze ben note. Il rischio è che possa essere ingerito e a quel punto può diventare letale, perché porta ad una grave insufficienza ai reni.
I sintomi
Uno dei problemi più grandi è che i sintomi di un’intossicazione non si manifestano in maniera repentina, anzi possono passare anche dei giorni. Quindi per i genitori è più difficile capire la causa di un eventuale malessere. Il vomito, spiegano gli esperti, è uno dei campanelli d’allarme più evidente. Ma i bimbi possono anche manifestare prurito, astenia e sonnolenza. Nel caso che ci sia il dubbio che il piccolo di casa possa essere entrato in contatto con questa sostanza e si dovessero manifestare i sintomi di una intossicazione è bene correre in ospedale e fare in modo che il bambino possa essere visitato da uno specialista.
ARTE & AIDS: al via la campagna
News PresaNel 2016 sono stati riportati quasi 3.500 nuovi casi di infezione da Hiv e, in proporzione, è aumentato il numero di persone che scoprono la propria sieropositività poco prima della diagnosi di Aids conclamato. La riduzione di attenzione mediatica verso la malattia, non ancora debellata e per la quale non esiste ad oggi una cura per la guarigione definitiva, ha creato una generale disinformazione soprattutto tra i giovani. Sarà presentata presso l’Accademia di Belle Arti di Roma “Arte & AIDS”, la nuova campagna di ANLAIDS Lazio per sostenere progetti di sensibilizzazione e prevenzione nella lotta all’Aids. In occasione dei suoi 30 anni di attività, Anlaids Lazio coinvolgerà numerose celebrities dello spettacolo, della moda, della cultura e dell’arte nella realizzazione di un lavoro creativo da trasformare in uno strumento di raccolta fondi. Le opere degli artisti saranno esposte dall’8 al 14 giugno a Palazzo Doria Phamphilj, lo splendido palazzo cinquecentesco farà inoltre da cornice ad un evento di raccolta fondi in programma giovedì 14 giugno. Tra le personalità coinvolte nel progetto: Alessandro Preziosi, Filippo Magnini, Luca Zingaretti, Luisa Ranieri, Paolo Sorrentino, Vladimir Luxuria, Ornella Muti, Barbara Alberti, Roberto Coin, Ferzan Ozpetek, Fortunato Cerlino, Matteo Corvino, Massimiliano e Doriana Fuksas, Orietta Berti, Veronica Angeloni, Riccardo Rossi, Simonetta Gianfelici, Sandro Campagna, Nicoletta Romanoff, Massimo Romeo Piparo, Paolo Giacomelli e Roberta Paolucci, Antonio Capitani, Giuseppe Di Iorio. Il progetto “Arte & AIDS” vedrà inoltre il coinvolgimento degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma e degli allievi del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.
Walk of Life, Napoli corre per Telethon
Sport, RubricheNapoli torna a muoversi in favore della ricerca. Torna la Walk of Life, per il settimo anno, e torna con la solita voglia di portare risorse per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. L’appuntamento con l’iniziativa della fondazione Telethon è per il prossimo fine settimana in piazza del Plebiscito. Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento, moderato dal direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo d’Errico — la testata è media partner del progetto —, è stata lanciata la sfida di quest’anno: superare il tetto delle 6.000 iscrizioni e dei 60 mila euro di donazioni, numeri totalizzati nella precedente edizione.
La gara
Walk of Life ruota intorno ad una gara non competitiva di 10 chilometri, ad una passeggiata di 3 chilometri, ma anche ad una gara podistica competitiva di 15 chilometri, la Caracciolo Gold Run. A partire dalle 10.30 di sabato sarà aperto con ingresso gratuito il Villaggio della Walk of Life, che fino alle 21 sarà animato da musica, sport e attività ludiche e dove sarà possibile iscriversi, ritirare il pacco gara e informarsi sul percorso di Fondazione Telethon verso la scoperta di cure e terapie per le malattie genetiche rare.
Il raduno
È previsto per domenica alle 8, in piazza del Plebiscito, il raduno di tutti i partecipanti che partiranno sia per la gara podistica competitiva sia per la passeggiata non competitiva. Molti i ragazzini in carrozzina in gara, che saranno spinti da maratoneti. Alla presentazione dell’iniziativa sono intervenuti, fra gli altri, Alberto Auricchio, ricercatore del Tigem di Pozzuoli, e Francesco Lettieri, responsabile della fondazione Telethon Campania. Presenti anche Michele Pontecorvo, responsabile comunicazione e Csr Ferrarelle, che è da sempre a fianco delle iniziative di Telethon. Arrivo sul finale per l’assessore allo Sport Ciro Borriello, per un saluto del Comune che sostiene la manifestazione concedendo solo un patrocinio. Le quote di partecipazione alla gara sono di 10 euro per gli adulti e 5 per i ragazzi fino a 18 anni. I fondi raccolti andranno a sostenere la ricerca sulle malattie genetiche rare di Fondazione Telethon che, dal 1991, ha investito quasi 500 milioni, ha finanziato oltre 2.620 progetti con quasi 1.600 ricercatori impegnati e più di 570 malattie studiate.
Il lupus non conosce confini
News PresaIn una fortunata serie Tv, House – Medical Division, una delle ipotesi diagnostiche più in voga era quella di «Lupus». Una malattia poco nota, ma spesso nominata dal brillante dottor House. Tanto da diventare un tormentone sul web per i fan (e i detrattori) della serie, che alla prima linea di febbre esclamavano sornioni «E’ lupus!». Anche nella serie Tv alla fine non era mai lupus, ma chiaramente quella parola così poco comune ha iniziato a farsi spazio nella mente dei telespettatori.
La giornata mondiale
Il 10 maggio si celebra la giornata mondiale del lupus e lo slogan scelto è «Lupus Knows No Boundaries», vale a dire: «Il lupus non conosce confini». Lo slogan vuole spiegare che questa malattia, cronica autoimmune, può colpire qualsiasi parte del corpo in qualsiasi momento, spesso con risultati imprevedibili e che cambiano la vita, ma conoscerla aiuta a controllarne l’impatto. Nel mondo si stima che le persone colpite da Lupus Eritematoso Sistemico siano più di 5 milioni, mentre in Italia più di 60mila, con una prevalenza assoluta nelle giovani donne. Di questa patologia invalidante ancora poco conosciuta, per cui al momento non esistono cure farmacologiche risolutive e per la quale uno degli scogli è una diagnosi tempestiva, si parlerà durante delle iniziative organizzate dal Gruppo LES Italiano – Onlus in tutta Italia e anche al XXI Congresso Nazionale del Collegio dei Reumatologi (CReI), a Roma dal 10 al 12 maggio, dove l’attenzione sarà focalizzata in particolare su lupus e gravidanza.
In gravidanza
Secondo gli esperti il connubio è possibile, a patto che ci sia una programmazione e che si sfati da subito il mito che si debbano interrompere i farmaci. Si stima che un terzo delle pazienti non parli al proprio medico né di maternità né di contraccezione. «Sono due temi che dobbiamo trattare- spiega Stefano Stisi, presidente CReI- Il Lupus è una malattia multifattoriale e multiorgano, che interessa più organi e sistemi come la pelle, le articolazioni, i reni, il sangue e i tessuti connettivi, ed è cronica. Dà stanchezza, non ci si può esporre al sole, ci sono rischi di incorrere in eventi trombotici, ecco perché valutare anche la scelta dei contraccettivi». Con un lupus si ha una probabilità più alta di interruzione spontanea della gravidanza, di morti o rallentata crescita intrauterine, e nascite pretermine, tuttavia, come spiega Laura Andreoli, reumatologa presso l’ASST Spedali Civili di Brescia «oggi, l’85% delle gravidanze, se programmate insieme al reumatologo, all’immunologo, al ginecologo, agli ostetrici e al neonatologo, va a buon fine».
Malattia reumatica
Il lupus fa parte delle malattie reumatiche, che nella maggior parte dei casi sono di origine autoimmune. È un gruppo estremamente eterogeneo di malattie che colpiscono oltre 5 milioni di italiani, tra cui 3,5 milioni di donne. Tra queste anche la sclerodermia, di cui soffrono circa 25mila italiani, e la Sindrome di Sjogren, da cui ritiene siano affette nel mondo da 1 a 4 milioni di persone, per la maggioranza donne (90%). A questi temi sarà dedicato un incontro con i pazienti il 12 maggio al congresso CReI e l’11 maggio sulle malatite reumatiche autoimmuni ci sarà un open day di Onda (Osservatorio sulla salute della donna), con servizi gratuiti nelle strutture aderenti.
Condividere foto e informazioni di bambini. Le regole dei pediatri Usa
Stili di vitaHanno poche ore di vita, ma potrebbero già essere online inconsapevolmente. Il 92% dei bambini di due anni di età negli Usa è già sui social network e il fenomeno dello ‘sharenting‘, termine che indica l’abitudine di mamma e papà di condividere con amici e parenti (talvolta anche con sconosciuti) informazioni online sui loro bimbi, è in crescita. Per mettere in guardia i genitori dai pericoli del web e per tutelare il diritto alla privacy dei più piccoli che potrebbero non essere d’accordo, se solo fossero in grado di potersi esprimere, ecco che arrivano sette indicazioni da uno studio presentato a San Francisco, alla conferenza annuale dell’American Academy of Pediatrics, che riunisce i pediatri americani.
Prima di tutto secondo gli esperti, guidati da Bahareh Keith e Stacey Steinberg, una pediatra e una professoressa di legge dell’Università della Florida, bisogna familiarizzare con le policies, le regole,relative alla privacy dei vari siti in cui si vogliono condividere foto o informazioni, poi meglio creare un alert che invia una notifica ogni volta che il nome del proprio bimbo appare in un risultato di un motore di ricerca, ed è inoltre fondamentale non condividere pubblicamente informazioni relative ad esempio al comportamento del bambino, alle abitudini e altre informazioni personali. Altra regola fondamentale è quella di essere molto cauti nell’inserire la localizzazione quando si ‘posta’ la foto del piccolo e dargli il ‘potere di veto‘ su immagini, informazioni e tutto ciò che lo riguarda. Infine, non postare immagini che lo mostrino in qualsiasi stato di nudità e prendere sempre in considerazione l’effetto che la condivisione può avere sul benessere attuale e futuro del bambino. Insomma, ci vuole un attimo per condividere una foto del proprio figlio sul web, ma le conseguenze di un uso sbagliato da parte di terzi possono durare a lungo, anche per sempre. Allora meglio evitare condivisioni pubbliche (cioè visibili a chiunque) e porsi delle regole di prevenzione.
Trapianti, Napoli tra informazione e solidarietà
News PresaDonare gli organi è forse il più grande atto d’amore che si possa compiere. Per questo iniziative come quelle messe in campo dallo Sportello Amico Trapianti del Policlinico Federico II sono, non solo encomiabili, ma anche molto efficaci. A quattro mesi dalla sua istituzione lo Sportello ha già raccolto circa 60 dichiarazioni di volontà di donazione di organi grazie ad una costante attività di sensibilizzazione, alla creazione di punti periferici collocati nei principali Dipartimenti aziendali e di presidi nelle parrocchie della provincia, e a breve anche nel Duomo di Napoli.
Informare
In stretta collaborazione tra Direzione Sanitaria aziendale, Centro Trapianti e Associazioni, lo Sportello promuove l’evento divulgativo «Donazione e trapianti: una scelta consapevole», aperto a tutti e principalmente rivolto ai giovani, giovedì 10 maggio, dalle 9.30 alle 13.00, presso l’Aula Magna di Scienze Biotecnologiche. L’appuntamento prevede due tavole rotonde durante le quali i professionisti dell’azienda descriveranno con semplici indicazioni ed infografiche il percorso del trapianto d’organi e del trapianto di cellule staminali ematopoietiche, nel Policlinico Federico II. I team multidisciplinari, composti dagli specialisti federiciani, saranno affiancati dai pazienti dell’Associazione Nazionale Emodializzati (Aned) e dell’Associazione Donatori di Midollo Osseo (ADMO) che testimonieranno, con i propri racconti e la loro esperienza, l’importanza della donazione e la complessità dei percorsi trapiantologici.
Quanto ne sai davvero?
Non mancherà un momento di riflessione sull’importanza della conoscenza per favorire scelte informate e consapevoli con la proiezione del video “Quanto ne sai davvero?”, risultato della campagna di sensibilizzazione condotta nel 2017, e una sessione dedicata ai prossimi progetti dello Sportello Amico Trapianti. Saranno, infatti, presentati i progetti “Non Lasciarmi” e “Donazione svelata” ambedue protagonisti della prossima edizione di “Atelier della Salute: esperienze, percorsi, soluzioni per vivere…meglio!”, manifestazione dedicata alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie, organizzata dalla Scuola di Medicina e Chirurgia e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, in programma venerdì 21 e sabato 22 settembre 2018.
Le scuole
Tra i punti di forza dello Sportello, l’attiva collaborazione con istituti scolastici cittadini, grazie al progetto di alternanza scuola-lavoro che ha consentito a molti giovani di avvicinarsi alla tema della donazione e del trapianto in modo attivo, e la costante collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione e alla Scuola del Comune di Napoli. Lo Sportello Amico Trapianti del Policlinico Federico II si trova presso la Direzione Sanitaria (081/7462693) ed è aperto al pubblico dalle ore 9,00 alle ore 13,00, dal lunedì al mercoledì.
Prevenzione gratuita, arriva Pianeta donna
PrevenzioneFare prevenzione è l’unico modo per evitare di dover affrontare gravi malattie, o quantomeno è certamente il modo migliore per intercettarle in tempo. Proprio per questo, per assicurare alle donne una prevenzione efficace (e gratuita), Associazione House Hospital onlus, Osservatorio Regionale Oncologico in Campania, Azienda Ospedaliera Università di Napoli Federico II, Underforty Women Breast Care Onlus, Associazione Percorsi per Crescere onlus e Asl di Caserta, hanno scelto di dare vita al progetto Pianeta donna.
Screening
Sabato 12 maggio, a tutte le donne che lo vorranno, saranno garantite visite senologiche gratuite. Unico requisito avere tra i 20 e i 45 anni. A queste donne saranno offerti accertamenti diagnostici di prevenzione del tumore al seno e all’ovaio in donne con mutazione eredo-familiare dei geni BRCA 1 e 2. Una giornata, insomma, da vivere tra iniziative gratuite di educazione sanitaria, di prevenzione e di diagnosi precoce. Il progetto nasce dal desiderio di intercettare precocemente eventuali problemi e contribuire, almeno in parte, a ridurre il gap con le regioni del Nord.
I dati
In Campania, infatti, sono sempre più le giovani donne colpite da tumore della mammella, l’aumento stimato è del 20% nelle fascia di età 25/35 anni. I dati descrivono una Regione che paga una migrazione del 10,2% per questo tipo di neoplasia, mentre la Lombardia accoglie circa il 40% dei migranti con una durata di degenza inferiore a livello nazionale. La mobilità per tumore della mammella in Regione Campania, dove l’incidenza è di 30mila nuovi casi all’anno, rappresenta un peso rilevante in termini di ricoveri, con 83mila dimesse all’anno e 63mila donne trattate in Day-Hospital. L’iniziativa, come detto, prenderà vita sabato 12 maggio all’Ambulatorio della Solidarietà in via Fratelli Cervi 3 – Lusciano (CE) dalle ore 9.00 alle 13.00.
E’ ora di ridere, fa bene alla salute
News PresaRidere fa bene, così anche quest’anno si celebra la Giornata mondiale della risata, Istituita nel 1995 da Madan Kataria, fondatore del movimento internazionale dello yoga della risata. La manifestazione prenderà vita questa domenica (6 maggio) ed è intesa come occasione per celebrare la pace nel mondo, con l’obiettivo di costruire una coscienza globale di fratellanza e amicizia attraverso la risata.
Lo yoga della risata
La popolarità della manifestazione è cresciuta insieme con il movimento dello yoga della risata, che in Italia celebra il primo festival a Gabicce Mare (Pesaro-Urbino) nelle giornate del 5 e del 6 maggio. «Porta il tuo corpo a ridere e la tua mente lo seguirà», scrivono gli organizzatori, «per vivere bene non serve cambiare vita, ma imparare a ridere per scelta, anche quando non ce n’è motivo, per almeno 10-15 minuti. Come avviene ormai nelle aziende e nel coaching, nelle scuole, nello sport, negli ospedali e in ambienti sanitari con disabili, anziani, malati di Alzheimer, pazienti oncologici e nelle carceri». Si tratta di una disciplina prevalentemente di gruppo, che combina la respirazione profonda propria dello yoga, alla risata incondizionata, praticata anche in assenza di umorismo e di fronte alle avversità, scatenando un risultato biochimico di grande benessere, dall’effetto antidepressivo e ansiolitico. I ricercatori, si legge in una nota, hanno dimostrato che l’organismo non distingue tra risata spontanea e autoindotta.
Cuore, testa e polmoni
Che ridere faccia bene lo sonno tutti ormai. «Fa bene a cuore, muscoli, cervello, polmoni – si legge in un articolo dell’huffingtonpost – E di conseguenza autostima, capacità di sopportare il dolore, di far fronte alle sfide della vita quotidiana, produttività sul lavoro. Basta poco. Basta una risata, possibilmente sonora. Anni di studi e di ricerche presso le Università di tutto il mondo (da Oxford al Maryland, passando per il Giappone) hanno dimostrato gli effetti benefici che saper ridere ha sulla salute. Secondo i ricercatori infatti una fragorosa risata non solo stimola le endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello che aiutano a sentirsi bene, ma riduce gli ormoni dello stress nel corpo, aiutandolo a distendersi e a rilassarsi. Inoltre aumentando il flusso sanguigno, è un potente alleato nella lotta contro le malattie cardiache. Ma non solo. Stimola il sonno, mantiene giovani, è un esercizio fisico per i muscoli facciali, l’addome e il diaframma. Incoraggia la creatività e rende più attraenti. Insomma, migliora e allunga la vita. Buone ragioni per farlo spesso e ad alta voce».
Fake news, campagna shock dei medici
News PresaUna lapide con un orsacchiotto di peluche e epitaffio che fa accapponare la pelle: «Non mi hanno vaccinato per paura dell’autismo», su un’altra si legge invece: «Avevo acquistato sul web un farmaco miracoloso», oppure: «Ho curato il cancro con il bicarbonato di sodio». Sono solo alcuni dei manifesti shock che presto verranno affissi in molte città italiane per combattere le fake news sulla salute. Il progetto si chiama «Una bufala ci seppellirà?» ed è stato ideato e promosso dalla Federazione degli Ordini dei Medici. «Diffidate delle bufale sul web. Chiedete sempre al medico» non a caso è l’invito che campeggia sui poster 6 metri per 3 e sugli annunci stampa che la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici ha ideato. La campagna – che sarà presentata il 10 maggio a Roma – intende sensibilizzare l’opinione pubblica e combattere il fenomeno della diffusione delle fake news sulla salute tramite la rete. Un fenomeno preoccupante e in crescita, che mette a repentaglio la salute dei cittadini.
I dati
«Una Spoon River della salute, una campagna che in modo secco ed efficace, potremmo dire lapidario, mette in guardia dai pericoli delle false cure pubblicizzate in maniera allettante anche sul web», commenta il responsabile dell’Area Strategica della Comunicazione Fnomceo, Cosimo Nume.
Secondo la Ricerca Censis Assosalute 2017 sono infatti 15 milioni gli italiani che, in caso di piccoli disturbi, cercano informazioni sul web. Un atteggiamento pericoloso che è sempre più diffuso tra i giovani: il 36,9% dei millennials usa autonomamente il web per trovare informazioni su come curare i piccoli disturbi. Sarà proprio il direttore del Censis, Massimiliano Valerii, ad aprire la conferenza stampa con i dati più aggiornati sugli italiani, internet e la salute.
Una battaglia da vincere
A Napoli la campagna di affissioni partirà il 14 maggio e durerà per due settimane. «Far capire ai cittadini – dice il presidente dei medici Silvestro Scotti – quali danni possano arrivare da queste “bufale” è determinante. Ormai tutti noi usiamo i social network, e spesso è su queste piattaforme che certe “notizie spazzatura” vengono prese per vere. La colpa naturalmente non è delle tecnologie, che sono solo uno strumento, bensì di chi li usa in maniera impropria, il più delle volte per ragioni economiche». Tra i temi sensibili, quelli sui quali l’Ordine dei Medici di Napoli ha iniziato da anni una vera e propria battaglia: i vaccini e le diete. «Siamo abituati – conclude Scotti – a parlare direttamente ai pazienti, a stabilire con loro un rapporto di fiducia. Questi manifesti sono un pugno nello stomaco, ma a volte per salvare una vita si deve usare una “terapia” d’urto. Noi non ci tiriamo indietro».