Tempo di lettura: 2 minutiI problemi della tiroide colpiscono 6 milioni di italiani, per lo più donne. Ipotiroidismo, ipertiroidismo, tiroidite autoimmunitaria di Hashimoto o Morbo di Graves, noduli e gozzo sono i disturbi più comuni, spesso associati a problemi di peso, intestino, gonfiore addominale, stanchezza e stress.
Tra i nemici principali della tiroide ci sono stress e ritmi frenetici, con poco sonno. In particolare, uno stato di stress prolungato induce la produzione di cortisolo (il cosiddetto ormone dello stress) che frena il lavoro della tiroide rallentando il metabolismo e facendo ingrassare.
In occasione della Settimana mondiale della Tiroide che si celebra dal 21 al 27 maggio, il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e Serena Missori, endocrinologa e nutrizionista, autrice del libro “La dieta della tiroide”, in collaborazione con Consulcesi Club, rivelano quattro segreti sulla salute tiroidea che tutti dovrebbero conoscere.
-Il primo riguarda il benessere dell’intestino, uno dei fattori più importanti per la funzione della tiroide. Quando quest’organo è infiammato, assorbe male i nutrienti, produce più tossine che entrano nel circolo sanguigno, alterando l’equilibrio degli ormoni, compresi quelli tiroidei. Per il benessere dell’intestino, meglio limitare gli zuccheri semplici, bere tanta acqua e consumare vegetali ricchi di fibre. Molti studi dimostrano che la permeabilità intestinale, dovuta all’infiammazione da cibo, disbiosi della flora batterica e tossine, può favorire la produzione di anticorpi contro la tiroide e quindi la tiroidite autoimmune.
-I ritmi frenetici, eventi stressanti e poco riposo sono un mix letale che può mandare in tilt la tiroide compromettendo la funzionalità. Ecco perché gli esperti sottolineano l’importanza di saper gestire lo stress, anche attraverso tecniche di rilassamento e meditazione.
-Molti cibi potrebbero aiutare la salute tiroidea, tra questi il pesce (compresi gamberetti, totani e calamari), che contengono sia proteine che iodio, i pistacchi, per il loro apporto di tirosina, amminoacido essenziale per la formazione degli ormoni tiroidei, le noci del Brasile ricche di selenio e fondamentali per i processi enzimatici e le uova.
–Il sonno: dormire poco o in modo disturbato fa aumentare il lavoro delle ghiandole surrenali con maggiore produzione di adrenalina e noradrenalina nonché di cortisolo. L’eccessiva produzione di cortisolo, soprattutto notturna, momento in cui deve essere prodotto soltanto in minima parte, fa innescare una resistenza agli ormoni tiroidei e un aumento della Reverse T3 che è il freno del metabolismo. Tutto ciò si può tradurre nel tempo in disfunzione tiroidea da mancanza di sonno.
Problemi tiroidei per 6mln di italiani. Quattro punti da sapere
PrevenzioneI problemi della tiroide colpiscono 6 milioni di italiani, per lo più donne. Ipotiroidismo, ipertiroidismo, tiroidite autoimmunitaria di Hashimoto o Morbo di Graves, noduli e gozzo sono i disturbi più comuni, spesso associati a problemi di peso, intestino, gonfiore addominale, stanchezza e stress.
Tra i nemici principali della tiroide ci sono stress e ritmi frenetici, con poco sonno. In particolare, uno stato di stress prolungato induce la produzione di cortisolo (il cosiddetto ormone dello stress) che frena il lavoro della tiroide rallentando il metabolismo e facendo ingrassare.
In occasione della Settimana mondiale della Tiroide che si celebra dal 21 al 27 maggio, il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e Serena Missori, endocrinologa e nutrizionista, autrice del libro “La dieta della tiroide”, in collaborazione con Consulcesi Club, rivelano quattro segreti sulla salute tiroidea che tutti dovrebbero conoscere.
-Il primo riguarda il benessere dell’intestino, uno dei fattori più importanti per la funzione della tiroide. Quando quest’organo è infiammato, assorbe male i nutrienti, produce più tossine che entrano nel circolo sanguigno, alterando l’equilibrio degli ormoni, compresi quelli tiroidei. Per il benessere dell’intestino, meglio limitare gli zuccheri semplici, bere tanta acqua e consumare vegetali ricchi di fibre. Molti studi dimostrano che la permeabilità intestinale, dovuta all’infiammazione da cibo, disbiosi della flora batterica e tossine, può favorire la produzione di anticorpi contro la tiroide e quindi la tiroidite autoimmune.
-I ritmi frenetici, eventi stressanti e poco riposo sono un mix letale che può mandare in tilt la tiroide compromettendo la funzionalità. Ecco perché gli esperti sottolineano l’importanza di saper gestire lo stress, anche attraverso tecniche di rilassamento e meditazione.
-Molti cibi potrebbero aiutare la salute tiroidea, tra questi il pesce (compresi gamberetti, totani e calamari), che contengono sia proteine che iodio, i pistacchi, per il loro apporto di tirosina, amminoacido essenziale per la formazione degli ormoni tiroidei, le noci del Brasile ricche di selenio e fondamentali per i processi enzimatici e le uova.
–Il sonno: dormire poco o in modo disturbato fa aumentare il lavoro delle ghiandole surrenali con maggiore produzione di adrenalina e noradrenalina nonché di cortisolo. L’eccessiva produzione di cortisolo, soprattutto notturna, momento in cui deve essere prodotto soltanto in minima parte, fa innescare una resistenza agli ormoni tiroidei e un aumento della Reverse T3 che è il freno del metabolismo. Tutto ciò si può tradurre nel tempo in disfunzione tiroidea da mancanza di sonno.
Donazioni di sangue, si può imparare dai bambini
News PresaSulle donazioni di sangue, così come in molti altri ambiti della vita, sono i bambini ad insegnarci qualcosa. Domani (giovedì, 24 maggio) nell’Aula Magna dell’ospedale Monaldi, saranno i più piccoli a spiegare a tutti che donare il sangue è un gesto d’amore e di civiltà. Si tiene domani, infatti, la manifestazione finale della seconda edizione del concorso «T’insegno a… donare (gli alunni parlano agli adulti)». Il concorso, nato come campagna di sensibilizzazione alla donazione di sangue, è destinato agli alunni dell’ultimo biennio della scuola primaria, alla scuola secondaria di primo grado e al primo biennio della scuola secondaria di secondo grado di Napoli e provincia ed è stato organizzato da Azienda Ospedaliera dei Colli – Ospedale Monaldi, Istituto Comprensivo Nazareth e Associazione di volontariato Obiettivo Cuore Abc onlus, in collaborazione con le Unità operative complesse di Cardiologia e Utic pediatrica, Cardiochirurgia pediatrica e delle cardiopatie congenite e Medicina trasfusionale e con l’Unità operativa Assistenti sociali.
Una favola per la vita
Le classi di scuola primaria hanno partecipato scrivendo una favola, quelle di scuola secondaria di primo grado hanno realizzato una locandina, mentre le classi di scuola secondaria di secondo grado hanno ideato un video sul tema della donazione e giovedì saranno premiate le classi vincitrici. Nove le scuole che hanno partecipato: il circolo didattico Colombo, il 17° circolo didattico, il 54° circolo didattico, la scuola media Pirandello Svevo, l’istituto comprensivo Quasimodo, l’istituto comprensivo Nazareth, l’istituto superiore Francesco Morano, il liceo Alfonso Maria de’ Liguori e il liceo Gian Battista Vico. Nel corso della mattinata, inoltre, i direttori delle unità operative complesse interessate, Maria Giovanna Russo, Guido Oppido e Bruno Zuccarelli, verranno interrogati dagli alunni sull’importanza della donazione di sangue.
Criticità
In Campania, come del resto in molte altre regioni d’Italia, la carenza di sangue è spesso una vera e propria emergenza sanitaria. A volte per una paura immotivata, altre volte per carenze di carattere organizzativo, sono molte le persone che, pur essendo in teoria favorevoli alla donazione, rinunciano. A livello locale sono sempre più le iniziative che mirano a creare una sensibilità nell’opinione pubblica.
Convegno SIPPR: due giorni di laboratori di comunicazione efficace
Psicologia“Terapeuti e pazienti: la relazione che cura” è titolo del convegno annuale della Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale (SIPPR) che si terrà a Milano il prossimo venerdì e sabato . Lo scopo delle due giornate, dedicate al benessere psicologico, è riuscire a entrare nel vivo della psicoterapia sistemico relazionale mettendo in evidenza il metodo specifico, la precisione della tecnica e l’efficacia dei risultati.
Quello relazionale è uno degli orientamenti più diffusi in psicoterapia (riconosciuto come modello di riferimento formativo dal Ministero dell’Istruzione).Con modalità diverse, viene utilizzato nelle terapie familiari, di coppia ma anche individuali,e l’applicazione dei suoi principi è stata estesa a gruppi di lavoro, scolastici e professionali. Questo approccio, definito anche sistemico, si focalizza sulle relazioni interpersonali, attuali e passate, vissute nella storia individuale e familiare del paziente. L’obiettivo è riorganizzare i comportamenti interpersonali e i vissuti individuali relativi alle altre persone, non solo per correggere errori e incomprensioni, ma anche per favorire la scoperta e l’impiego di nuove risorse, capaci di migliorare non solo i sintomi, ma anche la qualità della vita.
Il programma della due giorni prevede per i partecipanti laboratori clinici interattivi con lo scopo di realizzare una comunicazione efficace.
L’appuntamento è per il 25 e il 26 maggio, presso l’Università Bicocca di Milano.
Settimana internazionale della ricerca, si parte
News PresaLa ricerca in ambito medico scientifico fa tappa anche a Napoli, domani infatti (a partire dalle 9.00) si apre la XII edizione della Settimana Internazionale con tutti i protagonisti riuniti nell’Aula Magna “Gaetano Salvatore” della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli (Via Pansini,5). Un’occasione per promuovere la realtà scientifica e culturale del Mezzogiorno nei circuiti nazionali ed internazionali attraverso esperienze e testimonianze rivolte innanzitutto ai giovani. «Nelle undici edizioni precedenti – sottolinea Nelson Mauro Maldonato, direttore scientifico della manifestazione e psichiatra della Federico II – centinaia di ricercatori e studiosi italiani e stranieri, di differenti discipline, si sono confrontati, con linguaggi accessibili al più largo pubblico, in incontri, dibattiti, tavole rotonde, workshop e presentazioni di libri sui temi della ricerca contemporanea. L’evento di quest’anno prosegue sulla stessa linea e intende mettere a disposizione della comunità un percorso integrato di divulgazione scientifica e storica».
Dialogo
Nata nel 2006, la Settimana Internazionale della ricerca favorisce il dialogo tra discipline diverse sui temi più avanzati della ricerca scientifica e dell’innovazione culturale ed ha visto coinvolte, anche nelle precedenti edizioni, numerose Università italiane e partner internazionali consolidati. Tra questi, alcune prestigiose università straniere quali Harvard University e la Sorbonne, senza dimenticare l’University of the Arts of London e la United Arab Emirates University. Anche quest’anno, per la Settimana della ricerca, ci saranno focus sulla ricerca scientifica, il diritto, le arti visuali, i beni e le attività culturali, la salute, l’inclusione sociale e la tecnologia. Un appuntamento che coniuga rigore scientifico e divulgazione al grande pubblico. «Le conferenze – continua Maldonato – saranno organizzate per apportare nuova conoscenza agli addetti o ai non addetti ai lavori, in maniera multidisciplinare, esposti con rigore scientifico, ma con linguaggio comune. L’obiettivo ambizioso è creare diversi incontri all’interno delle città dove sia possibile sentir parlare di scienza con semplicità e dove si possano avere risposte appropriate alle tante curiosità che il mondo esterno fa sorgere».
Conoscenza diffusa
L’obiettivo è, quindi, sviluppare una conoscenza diffusa e favorire il contatto dei cittadini con il sapere tecnico-scientifico per investire sulla cittadinanza, con particolare riferimento alle giovani generazioni e a quelle categorie di pubblico ancora troppo lontane da una visione completa della storia e della cultura della propria città. L’evento si svolge contemporaneamente in diverse città italiane, da Capo d’Orlando a Messina, passando per Genova, Matera, Potenza, fino a Cosenza e a Trapani
Aggressioni ai medici, in Veneto arrivano i fischietti
News PresaA giudicare dagli episodi denunciati alla stampa e alle forze dell’ordine, Napoli è tra le città nelle quali è più alto il rischio di aggressione ai danni di medici e infermieri, soprattutto per quanti lavorano nell’emergenza. Da inizio d’anno le aggressioni sono state già più di 30 e l’Ordine dei Medici ha più volte cercato di sensibilizzare le Istituzioni a tutela dei medici. La violenza sui camici bianchi non è però una piaga solo campana, lo dimostra un’iniziativa che sta facendo molto discutere e che arriva non certo dal Sud, bensì dal Veneto.
La Ulss 4
Arrivano all’Ulss4 fischietti da usare per scongiurare le aggressioni: ne saranno dotati medici, infermieri e personale sanitario dell’Ulss4 Veneto Orientale che partecipano al progetto sperimentale dopo che, nel 2017, sono raddoppiate le aggressioni rispetto al 2016, 45 contro 23. Negli ospedali dell’Ulss4 si sono verificate aggressioni verbali, spinte, ma anche schiaffi e pugni, e ad avere la peggio è sempre il personale medico e sanitario. Una situazione che si rispecchia purtroppo anche in ambito nazionale quello registrato dall’Ulss4 che corre ai ripari per proteggere i propri professionisti esposti a questo rischio.
Il progetto
Così sono stati distribuiti 200 fischietti per un periodo sperimentale di sei mesi, al personale dei Pronto Soccorso di San Donà di Piave, Portogruaro e Jesolo; della Psichiatria, del Servizio per le Dipendenze, Centro di Salute Mentale e del Consultorio Familiare di San Donà di Piave e di Portogruaro. Con il fischietto, il personale riceverà le istruzioni sulle modalità di impiego che saranno differenti in relazione al contesto di utilizzo. «Il fischietto – spiega il dg Carlo Bramezza – verrà utilizzato dall’operatore in caso di pericolo per richiamare l’attenzione dei colleghi o di altre persone che possono così accorrere in aiuto». In ambienti maggiormente critici il fischietto potrà anche essere appeso al collo mediante un laccetto personalizzato e fornito di sgancio rapido di sicurezza per rendendone più facile l’uso da parte dell’operatore. «Le aggressioni aumentano e rispetto al passato il personale è molto più attento nel segnalare i vari casi» spiega la dottoressa Carolina Prevaldi, coordinatrice del progetto.
Assistenza e carità cristiana, un appello da Napoli
News Presa«Non possiamo permetterci emarginazione, né si può lasciare indietro nessuno, se vogliamo una società democratica che rispetti i diritti di cittadinanza. Dobbiamo dirlo con forza ai politici anche a quelli che ora verranno». E’ questo il senso dell’appello lanciato oggi (martedì 22 maggio) nel corso del confronto tenutosi a Napoli (Napoli all’Arciconfraternita dei Pellegrini nell’ambito delle celebrazioni dei 440 anni di attività) tra le maggiori istituzioni assistenziali di ispirazione cristiana.
Assistenza e carità
Esperienze uniche di assistenza e carità ma anche di grande rilevanza nella ricerca scientifica e di attenzione ai casi umani più gravi nel mondo. Basti pensare alla vicenda del piccolo Alfie che al Bambin Gesù di Roma aveva trovato la possibilità di assistenza prima della drammatica conclusione. «Al Serafico c’è un grande legame con Napoli perché è stato fondato da San Ludovico da Casoria, il San Francesco moderno. Noi dobbiamo oggi tornare a garantire il diritto pieno alla salute come indicato dalla Costituzione per dare risposte ai cittadini più disagiati. Ma anche la sostenibilità, di ecologia integrale nelle nostre strutture è fondamentale e siamo oggi un’avanguardia come anche il New York Times ci ha di recente riconosciuto», ha sottolineato Francesca Di Maolo, Presidente dell’Istituto Serafico di Assisi. Rispetto dei diritti e tutela delle fragilità, dunque con un ruolo centrale per una società più democratica.
Fare bene al Sud
«Noi siamo tra le quattro strutture specialistiche pediatriche d’Italia e riusciamo a fare ottima assistenza tanto è vero che aumentano anche le convenzioni con altre regioni del Mezzogiorno», sottolinea direttrice dell’Ospedale Santobono di Napoli Anna Maria Minicucci, principale presidio ospedaliero pediatrico dell’Italia meridionale. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il commento di Giuseppe Meloni, direttore dell’Ospedale Bambino Gesù: «La nostra attività principale è quella del prendersi cura delle persone seguendo le indicazioni del Papa. Una attività spirituale e materiale; un messaggio di attenzione nel mondo che noi effettuiamo con una sorta di azione di diplomazia sanitaria e non solo».
Il network
Grande è stata l’attenzione alla vita e alla salute dei più poveri tra i piccoli, nel corso dell’incontro dedicato alla Carità verso i malati in un dialogo tra le tre strutture. L’iniziativa, dopo il saluto del primicerio del’arciconfraternita Vincenzo Galgano e del direttore sanitario dell’ospedale Pellegrini Mariella Corvino, ha visto anche le testimonianze del presidente emerito della Corte costituzionale Francesco Maria Casavola che si è soffermato in particolare sulla visione europea della povertà in un contesto in cui lo sviluppo economico ha provocato nuovo disagio, e i medici Pio Caso e Carlo Ruosi. Ha moderato Massimo Milone, direttore di Rai Vaticano.
Gli obiettivi dell’Arciconfraternita
Per il primicerio dell’Arciconfraternita Vincenzo Galgano: «Nel quadro del rinnovamento delle funzioni e dei compiti della secolare confraternita dei Pellegrini, che deve tornare ad essere un valore della città soprattutto come promotore di cultura e di socialità cristiana si prosegue in questa attenzione ai più disperati, ai poveri, agli emarginati, ai bambini e agli anziani nella speranza di migliorare in qualche modo i servizi sanitari di questa città».
Pressione alta: 1 su 3 non sa di averla. Federfarma proroga screening gratuito
Stili di vitaLa pressione alta provoca ogni anno nel mondo oltre 10 milioni di morti. Più di un terzo delle persone soffre di pressione alta, ma molti non ne sono consapevoli, ecco perché si tratta di un killer silenzioso. I dati emergono da uno studio a livello globale pubblicato sulla rivista medica Lancet Global Health.
Lo studio globale
I ricercatori dell’Università dell’Australia Occidentale hanno analizzato i dati raccolti da 1,2 milioni di persone di 18 anni in 80 paesi. L’esito della ricerca è stato che il 34,5% delle persone esaminate globalmente aveva una pressione sanguigna elevata (oltre 140/90). Di questi, il 17% non stava ricevendo alcun trattamento e il 46,7% stava ricevendo un trattamento ma aveva ancora una pressione sanguigna fuori controllo. Il dato che ha allarmato i ricercatori è che quasi la metà delle persone che erano già in cura per l’ipertensione avevano ancora una pressione sanguigna superiore ai livelli raccomandati. “In altre parole, metà dei pazienti sono trattati in modo inadeguato”, ha affermato l’autore principale dello studio Markus Schlaich. Ad oggi, sono disponibili farmaci adatti ad ogni caso, quindi, il risultato della ricerca, secondo gli studiosi, sarebbe in gran parte dovuto al fatto che le persone non assumono i medicinali perché hanno avuto effetti collaterali o temono di averne.
Controlli gratuiti nelle farmacie italiane
Intanto Federfarma ha deciso di prorogare di due giorni l’iniziativa “Abbasso la pressione!”, la prima campagna nazionale per il controllo dell’ipertensione che offre gratuitamente in tutte le farmacie aderenti la misurazione della pressione e consigli utili su come prevenire o affrontare il disturbo. Più del 30% della popolazione italiana adulta è affetta da ipertensione arteriosa, con percentuali molto superiori in età avanzata e quasi il 10% tra bambini ed adolescenti che risultano già ipertesi. Fino al 23 maggio sarà possibile effettuare lo screening gratuito in una delle circa 6.000 farmacie aderenti.
Smettere di fumare restituisce anni al volto già dopo 9 mesi
Medicina esteticaI danni del fumo sono anche estetici. Invecchia la pelle, la rende opaca, dal colore grigiastro e meno elastica e i capelli diventano più radi. Le sigarette, insomma, sono acerrime nemiche della bellezza, soprattutto quella femminile. Se proprio non si riesce a smettere con il vizio, meglio usare prodotti alternativi, come le e-cig o prodotti a tabacco riscaldato che secondo gli esperti sarebbero meno dannosi.
Nei giorni scorsi si è parlato anche di questo al 39/mo Congresso nazionale della Società italiana di Medicina Estetica (Sime). Studi scientifici hanno dimostrato che il fumo riduce i meccanismi di riparazione della pelle, riduce la sintesi del collagene e dell’elastina. “Determina – spiega Nadia Fraone, vicedirettore della Scuola di Medicina Estetica dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma e consigliere Sime – una vasocostrizione che rende la pelle più opaca e più irritabile.
E, inoltre, comporta una diminuzione delle scorte di vitamina A, necessaria ai processi riparativi della cellula del derma”. Le conseguenze sono che “Il colore della pelle diventa grigiastro, aumentano le borse intorno agli occhi e le rughe intorno alla bocca”. Inoltre “nelle donne questi effetti sono maggiori rispetto agli uomini”. I primi danni estetici “sono visibili già dopo un decennio”, precisa Fraone, “e la degenerazione delle strutture del derma è progressiva”. Smettere di fumare, invece, ha conseguenze positive evidenti sin dai primi mesi. Quindi, continua l’esperta: “abbandonare le sigarette almeno per vanità può essere una buona occasione per far del bene a tutto l’organismo”. Un messaggio come questo, conclude, “potrebbe rivelarsi più efficace rispetto a slogan ad effetto shock che spesso non raggiungono gli obiettivi prefissati”.
Giuramento di Ippocrate, Napoli saluta 560 nuove leve
News PresaLe nuove leve della medicina partenopea hanno prestato stamane il Giuramento di Ippocrate. In un teatro Augusteo gremito in ogni ordine e grado, in più di 1.500 hanno applaudito il discorso del presidente dei camici bianchi Silvestro Scotti. Ben 490 i medici e 70 gli odontoiatri che hanno prestato giuramento. «Abbiamo aperto le porte – ha detto Scotti – per accogliere le nuove leve nella nostra grande famiglia professionale. Il nostro impegno sarà quello di essere presenti e di guidarli attraverso le difficoltà. Un compito che, come padre putativo, sento particolarmente. Anche per questo, sarò sempre pronto a battermi per difendere i medici da qualsiasi attacco».
La sfida
Applaudito dalla sala anche il governatore Vincenzo De Luca, che ha ricordato a tutti i risultati ottenuti in sanità dalla sua giunta. «Grazie a un lavoro tenace e ossessivo ha detto – per la prima volta dopo dieci anni, abbiamo finalmente il piano per il personale della sanità campana: 7000 nuovi dipendenti tra medici, infermieri, amministrativi. Settemila nuovi dipendenti che potranno lavorare qui, a Napoli e in Campania» De Luca ha anche parlato della sfida per la sanità campana, che è quella di arrivare presto alla chiusura del commissariamento. A me – ha detto con il piglio che gli è proprio – non commuovono quelli che fanno “ammuina” sotto la Regione. Io mi commuovo davanti all’immagine di giovani studenti che buttano il sangue sui libri: questa è l’immagine della Napoli rigorosa e non quella della cialtroneria.
Le aggressioni
Sullo sfondo del Giuramento di Ippocrate restano tuttavia le immagini delle moltissime aggressioni ai medici, che a Napoli e in Campania sono purtroppo all’ordine del giorno. Un allarme che sembra sfuggire alle istituzioni che restano inermi difronte al fenomeno, nonostante i tanti e ripetuti messaggi di allarme da parte della categoria e dell’Ordine di Napoli. L’ultimo episodio è avvenuto nella notte tra sabato e domenica, quando un’ambulanza del 118 è stata accerchiata nel parcheggio di una discoteca da un’ottantina di giovani scalmanati che hanno cercato di vandalizzare il mezzo. Un problema con il quale sarà bene fare conti molto presto, prima che la situazione vada del tutto fuori controllo.
Depressione, il 9% dei giovani ne soffre
PsicologiaLa depressione è il male del millennio e, per usare un termine ormai molto in voga, è il male dei millennial. Scioccanti, i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità rivelano che nel mondo il 4% dei giovani fra i 12 e i 17 anni soffrono di disturbo depressivo. Percentuale che aumenta al 9% per i diciottenni. Se si amplia l’orizzonte di osservazione all’intera gamma dei disturbi di carattere emotivo e comportamentale, e quindi non solo alla depressione, la situazione diventa veramente allarmante: un ragazzo su cinque al di sotto dei 18 anni ne è affetto. Ad aggravare ulteriormente questi dati, il fatto che il suicidio correlato a tali patologie sia la seconda causa di morte fra i 15 e i 29 anni.
Il focus
Per cercare di analizzare e dare il giusto risalto a questo problema, martedì 22 maggio alle ore 17.45, alla Fondazione Istituto Antoniano (via Madonnelle, 15, Ercolano) ci sarà un focus su «I disturbi dell’umore nell’adulto e nell’adolescente». Si tratta di un nuovo appuntamento delle «Scuole Territoriali della Salute Emotiva e Comportamentale», gli appuntamenti divulgativi per condividere con i cittadini le idee e le buone prassi del benessere psichico.
Apprendimento interattivo
All’incontro prenderà parte Goffredo Scuccimarra, neuropsichiatra infantile e direttore della Fondazione Istituto Antoniano, sarà lui a parlare delle caratteristiche e delle problematiche relative ai disturbi dell’umore. La cosa interessante è questi forum non sono concepiti come lezioni frontali, ma ambiscono a essere uno spazio di apprendimento interattivo, organizzato per favorire lo scambio di esperienze.
Difficoltà di diagnosi
«I disturbi dell’umore sono una condizione clinica caratterizzata ancora da scarso interesse», spiega Vincenzo Barretta, psichiatra, psicoterapeuta, specialista in medicina delle dipendenze e direttore scientifico del Centro Noesis di Napoli. «Inoltre si riscontra una grande difficoltà nel diagnosticarli, specialmente in età infantile e adolescenziale Spesso le famiglie e gli stessi medici non sono preparati. Urge allora un’opera capillare di sensibilizzazione rivolta in particolar modo ai genitori e agli educatori, affinché abbiano gli strumenti per poter fronteggiare queste problematiche. Questo incontro delle “Scuole Territoriali della Salute Emotiva e Comportamentale” – conclude il dottor Barretta – nasce con lo scopo di sensibilizzare e comprendere i fenomeni tipici dei disturbi dell’umore, in un’ottica non soltanto di cura, ma soprattutto di prevenzione del fenomeno»