Tempo di lettura: 2 minutiNegli ultimi quarant’anni le storie legate alla celiachia sono per fortuna molto cambiate. Quattro decenni fa erano storie di persone che lottavano per anni con sintomi che nessuno sapeva riconoscere: bambini che non crescevano, donne che non riuscivano ad avere figli senza un perché, persone in costante lotta con il sottopeso, i dolori addominali e la diarrea. Oggi si è riusciti a cronicizzare la malattia e a garantire una vita migliore a quanti ne soffrono. Le diagnosi sono triplicate, si identifica un caso ogni 286 e in questi quattro decenni 200.000 italiani hanno potuto dare un nome a dolori quotidiani, diarrea, emicrania, infertilità trovando finalmente una cura per la loro malattia grazie al contributo di AIC.
40 ANNI DI AIC
È pensando a tutte le vite negate dalle diagnosi mancate che l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) ha celebrato il suo quarantesimo compleanno, con una cerimonia a Roma e l’Assemblea Nazionale annuale in cui sono stato affrontato il tema delle sfide ancora aperte. Perché se è vero che tanti hanno potuto conoscere e affrontare il loro problema grazie alla diagnosi di celiachia, il divario fra i pazienti diagnosticati e i celiaci attesi è ancora troppo ampio: sono circa 400.000 gli intolleranti al glutine che ancora non lo sanno, “pazienti camaleonte” che hanno spesso sintomi insoliti e vanno però individuati per poter migliorare la qualità della loro vita.
SINTOMI
Uno dei problemi nell’ottenere una diagnosi è nella varietà e genericità del quadro clinico, che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extraintestinali, alla associazione con altre malattie autoimmuni. A differenza delle allergie al grano, la celiachia non è legata al contatto con il glutine, ma esclusivamente alla sua ingestione. La celiachia non trattata può portare a complicanze anche drammatiche, come il linfoma intestinale.
DIAGNOSI
La malattia può essere identificata con assoluta sicurezza attraverso la ricerca sierologica e la biopsia della mucosa duodenale in corso di duodenoscopia. Gli accertamenti diagnostici per la celiachia devono necessariamente essere eseguiti in corso di dieta comprendente il glutine.
TERAPIA
La dieta aglutinata è l’unica terapia disponibile per celiachia , va eseguita con rigore per tutta la vita. Introdurre il glutine a 12 piuttosto che a 6 mesi, come avviene di norma, non modifica il rischio globale pur ritardando la comparsa di celiachia; ma potrebbe ridurre il rischio di sviluppare questa condizione nei bambini ad alto rischio genetico.
Stress, un nemico del cervello
Stili di vitaNella società dello stress globale siamo tutti a rischio demenza. I risultati di uno studio pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease sono particolarmente preoccupanti per tutti coloro che ogni giorno sono esposti a ritmi di lavoro pressanti e più in generale allo stress. Sino ad oggi allo stress erano state associate con evidenza scientifica patologie quali i tumori, gli infarto e gli ictus, ma a quanto pare lo stress rende vulnerabili anche alla perdita della memoria e a una maggiore degenerazione dei tessuti connettivi nell’invecchiamento.
STANCHEZZA
Vera e propria epidemia dettata da ritmi lavorativi, impegni di vario tipo e relazioni complesse, lo stress per l’Organizzazione mondiale della Sanità è uno dei “mali del secolo”. Può presentarsi con spossatezza, depressione, mal di testa, attacchi di panico, ansia, insonnia, variazioni di peso, caduta dei capelli, tic. I ricercatori dell’Università di Copenhagen si sono concentrati su uno dei sintomi caratteristici, ovvero l’esaurimento, un disagio psicologico che si manifesta con irritabilità, stanchezza e demoralizzazione.
I TEST
Hanno analizzato i dati di un sondaggio su quasi 7.000 persone chiamate a rispondere a domande sui loro livelli di esaurimento tra il 1991 e il 1994, quando avevano in media 60 anni. Il team ha seguito clinicamente i partecipanti fino al 2016, alla ricerca di diagnosi di demenza. Ne è emerso un legame dose-risposta tra l’esaurimento nella mezza età e lo sviluppo dell’Alzheimer in seguito, che arrivava fino al 40% di rischio in più tra chi aveva riportato maggiormente il problema rispetto a chi non lo aveva riportato affatto. I principali “colpevoli” sarebbero i livelli eccessivi dell’ormone cortisolo e i cambiamenti cardiovascolari legati allo stress. «Il nostro studio – dice il primo autore Sabrina Islamoska – indica che possiamo contribuire a prevenire la demenza anche affrontando fattori di rischio psicologici». Questi ultimi si vanno ad aggiungere a quelli già ben noti: fumo, alcol, obesità, inattività fisica e cattiva alimentazione.
Cuore stampato in 3D, cosa promette il futuro
Ricerca innovazioneUn cuore stampato in 3D, fatto di cellule, tessuti e vasi sanguigni. È il risultato straordinario ottenuto dai due ricercatori dell’università di Tel Aviv Tal Dvir e Assaf Shapira, un passo enorme verso la creazione di organi da utilizzare nei trapianti e pubblicato sulla rivista scientifica Advanced Science. L’esperimento portato a termine a Tel Aviv non è però da considerarsi definitivo, nel senso che il mini cuore realizzato è grande quanto una ciliegia ma, dettaglio non da poco, ancora non sa battere.
CELLULE
Stando così le cose questo piccolo cuore stampato in 3D non è pronto ad essere usato per i trapianti, nemmeno sperimentali su animali, perché gli scienziati israeliani devono prima lavorare affinché le cellule si contraggano all’unisono. L’obiettivo è per ora quello di far battere l’organo e pompare il sangue come un cuore vero. Ma la realizzazione di questo organo in 3D è una prima assoluta ed è un passo avanti potenzialmente enorme nella costruzione di organi su misura da trapiantare sui pazienti.
NUOVE PROSPETTIVE
Il cuore è stato realizzato a partire da cellule estratte dal tessuto adiposo umano: tali cellule sono state riprogrammate per essere trasformate prima in staminali e poi in cellule cardiache (muscolari, in grado di contrarsi). Sempre con la stampante e usando il materiale acellulare del tessuto adiposo si è poi fatto il resto, i vasi sanguigni e la matrice di rivestimento dell’organo. Non si era mai arrivati a tanto prima d’ora, sostiene Tal Dvir, altri prototipi di mini-cuore erano stati realizzati ma senza organizzazione in camere e senza vasi sanguigni. Ci vorranno anni, comunque, prima di realizzare un cuore più grande e capace di battere per testarlo inizialmente su topolini. Servirà un decennio e tecnologie ancor più avanzate di quelle oggi disponibili, ma è chiaro che i ricercatori hanno messo a segno un punto molto importante.
Celiachia, una malattia gestibile
AlimentazioneNegli ultimi quarant’anni le storie legate alla celiachia sono per fortuna molto cambiate. Quattro decenni fa erano storie di persone che lottavano per anni con sintomi che nessuno sapeva riconoscere: bambini che non crescevano, donne che non riuscivano ad avere figli senza un perché, persone in costante lotta con il sottopeso, i dolori addominali e la diarrea. Oggi si è riusciti a cronicizzare la malattia e a garantire una vita migliore a quanti ne soffrono. Le diagnosi sono triplicate, si identifica un caso ogni 286 e in questi quattro decenni 200.000 italiani hanno potuto dare un nome a dolori quotidiani, diarrea, emicrania, infertilità trovando finalmente una cura per la loro malattia grazie al contributo di AIC.
40 ANNI DI AIC
È pensando a tutte le vite negate dalle diagnosi mancate che l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) ha celebrato il suo quarantesimo compleanno, con una cerimonia a Roma e l’Assemblea Nazionale annuale in cui sono stato affrontato il tema delle sfide ancora aperte. Perché se è vero che tanti hanno potuto conoscere e affrontare il loro problema grazie alla diagnosi di celiachia, il divario fra i pazienti diagnosticati e i celiaci attesi è ancora troppo ampio: sono circa 400.000 gli intolleranti al glutine che ancora non lo sanno, “pazienti camaleonte” che hanno spesso sintomi insoliti e vanno però individuati per poter migliorare la qualità della loro vita.
SINTOMI
Uno dei problemi nell’ottenere una diagnosi è nella varietà e genericità del quadro clinico, che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extraintestinali, alla associazione con altre malattie autoimmuni. A differenza delle allergie al grano, la celiachia non è legata al contatto con il glutine, ma esclusivamente alla sua ingestione. La celiachia non trattata può portare a complicanze anche drammatiche, come il linfoma intestinale.
DIAGNOSI
La malattia può essere identificata con assoluta sicurezza attraverso la ricerca sierologica e la biopsia della mucosa duodenale in corso di duodenoscopia. Gli accertamenti diagnostici per la celiachia devono necessariamente essere eseguiti in corso di dieta comprendente il glutine.
TERAPIA
La dieta aglutinata è l’unica terapia disponibile per celiachia , va eseguita con rigore per tutta la vita. Introdurre il glutine a 12 piuttosto che a 6 mesi, come avviene di norma, non modifica il rischio globale pur ritardando la comparsa di celiachia; ma potrebbe ridurre il rischio di sviluppare questa condizione nei bambini ad alto rischio genetico.
Correre con il mondo intero per trovare una cura per le lesioni al midollo spinale
News PresaLa Wings for Life World Run è un evento globale di beneficenza che si svolge in tutto il mondo nello stesso momento. Si tratta di una corsa che ogni anno si svolge in varie città del pianeta. Tutti partono insieme, alle 11am UTC (quest’anno si terrà il 5 maggio). Non importa che sia giorno o notte, che brilli il sole o piova a dirotto ad ogni modo si corre insieme al mondo intero condividendo una splendida esperienza. Le classifiche globali riuniscono i nomi di tutti i partecipanti. Wings for Life è una fondazione internazionale no-profit nata per aiutare gli scienziati a trovare una cura per le lesioni al midollo spinale. Il 100% della quota d’iscrizione per correre in gara viene devoluta per finanziare direttamente i progetti.
Storia di un evento globale
Il 4 maggio 2014 al centro di controllo di Spielberg, in Austria, un gruppo di tecnici cronometristi ed esperti media trattenevano il respiro con il cuore in gola: dopo due anni di lavoro stava per cominciare in tutto il mondo la prima edizione della Wings for Life World Run. Sarebbe funzionato tutto senza problemi? Con la partenza della gara sono iniziati i sorrisi ed è scomparsa la tensione. Immagini, storie e dati sono arrivati da tutto il mondo al centro di controllo austriaco. È stato un giorno di vittorie, a cominciare dal primo runner ad essere superato dalla Catcher Car (che monitorano la gara), dopo 5 km dalla partenza, a Hennebont, in Francia.
Sin dall’inizio, lo scopo della Wings for Life World Run è stato quello di portare il maggior numero di persone a correre insieme globalmente, cosi nel 2015 venne introdotta la Selfie Run. Attraverso l’app Wings for Life venne data ai runner la possibilità di fare parte di un evento unico al mondo in qualsiasi location. Dal circolo polare artico alle praterie del Canada, in centinaia si sono uniti correndo per chi non può, compreso Daniel Ricciardo, che ha corso 12,55 km a Montecarlo. Un modo perfetto per partecipare, ovunque tu sia. Nelle location ufficiali i partecipanti hanno avuto la possibilità di correre al fianco di celebrità come il pilota Mark Webber a Silverstone, il presidente sloveno Borut Pahor a Lubiana ed il principe Abdulaziz Turki Al Faisal a Dubai.
Il meglio viene alla fine
Per molti il momento migliore è stata la fine, il sorpasso delle Catcher Car. Quale modo migliore di chiudere una gara se non quello di venire superati da driver come David Coulthard, Mark Coma o il grande Felix Baumgartner?
La gara
Per alcuni è una corsa divertente, per altri un gara molto seria. Una serie di ultra-runner di livello mondiale come Eric Ngubane (Sudafrica), l’italiano Giorgio Calcaterra e Michael Wardian hanno combattuto nello stesso momento a centinaia di kilometri di distanza. La gara è stata vinta due volte da Lemawork Ketema, entrambe in una sfida agguerrita con il peruviano Remigio Quispe. Nel 2015 sono stati ammessi per la prima volta i partecipanti in sedia a rotelle ed Aron Anderson ha vinto in Svezia, percorrendo ben 54,82km. In due anni 135,577 persone hanno partecipato in oltre 40 diverse località, raccogliendo più di 7 milioni devoluti interamente alla fondazione Wings for Life.
Il futuro
Sin dall’inizio, la Wings for Life World Run è stata un organismo in divenire, crescendo nelle maniere più inaspettate ed eccitanti. Tutt’oggi la World Run resta una gara incentrata sul portare persone, in tutto il mondo, a correre insieme per chi non può farlo. Ogni singolo individuo può fare la differenza aiutando la ricerca nel trovare una cura per le lesioni al midollo spinale.
Andrologo, tutti dovrebbero fare “un tagliando” a 18 anni
PrevenzioneA 18 anni, oltre a prendere la patente e fare l’esame di maturità, i maschi italiani dovrebbero anche fare il “tagliando” dall’andrologo: la quasi totalità dei giovani oggi rischia problemi di fertilità per colpa di stili di vita scorretti legati al fumo o alla sedentarietà, o a causa di patologie non diagnosticate e non curate in maniera adeguata. Un esempio è il varicocele, ma ci sono anche le malattie sessualmente trasmesse. Ecco perché un check-up della salute sessuale dopo la pubertà è il modo migliore per intervenire prima che si siano instaurati problemi poi difficili da risolvere. L’importanza della partnership fra andrologo e biologo nell’infertilità maschile è fondamentale per valutare tutti gli aspetti di malattie compromettono la possibilità di avere figli. «In una coppia infertile su due le difficoltà dipendono dal maschio, ma il timore è che in futuro il dato possa perfino peggiorare sul versante maschile», spiega Alessandro Palmieri, presidente SIA e professore dell’Università Federico II di Napoli. Il prof spiega che il numero medio degli spermatozoi si è dimezzato negli ultimi 50 anni e gli italiani ipofertili, ovvero con meno di 15 milioni di spermatozoi e una motilità ridotta di almeno il 40%, sono ben 2 milioni.
SEDENTARIETÀ E FUMO
Il doppio di 30 anni fa. Molto incidono gli stili di vita sbagliati, a cui è esposta la quasi totalità dei giovani: la sedentarietà è infatti sempre più diffusa, così come le diete scorrette, il sovrappeso e l’obesità. Senza contare il ruolo negativo del fumo: tutte abitudini che possono e devono essere corrette in giovane età per evitare che impattino negativamente sulla fertilità. A questo si aggiungono malattie che possono comprometterla e che colpiscono fin dalla prima infanzia, dalla ritenzione testicolare alle infezioni ai testicoli, fino alla torsione del funicolo spermatico; in adolescenza può comparire un varicocele, che ugualmente minaccia la fertilità, e sono sempre più comuni fra i giovanissimi anche le malattie sessualmente trasmesse che provocando un’infiammazione delle vie seminali possono mettere a rischio la possibilità di avere figli.
DIAGNOSI PRECOCE
Queste condizioni sono facilmente diagnosticabili con una visita andrologica dopo la pubertà, ecco perché un controllo dal medico a 18 anni è sempre raccomandabile. Il medico poi potrà indirizzare verso test di screening più specifici, ma senz’altro sarebbe opportuno sottoporre tutti a uno spermiogramma: si tratta infatti di un esame semplice e poco costoso, in grado però di mettere a fuoco con una buona precisione eventuali disturbi della fertilità. La verità è che riconoscere precocemente le “spie” di problemi che minano la salute sessuale è essenziale per poter intervenire presto e bene. Dagli stili di vita scorretti alle patologie pericolose, tutte le minacce per la fertilità maschile possono essere agevolmente sventate o gestite senza che lascino strascichi. A patto però che ci sia una diagnosi precoce, grazie al “tagliando” dall’andrologo.
Intervento in 3D, la nuova frontiera della chirurgia
Ricerca innovazioneCon un intervento in 3D la tecnologia irrompe nelle sale operatorie dell’Istituto Pascale, è la nuova frontiera della chirurgia di precisione. Nei giorni scorsi a Napoli si è tenuto il primo intervento di questo tipo in tutto il Centro Sud Italia, portando con successo a termine la resezione di un tumore al rene. Ottava neoplasia per diffusione, il cancro al rene viene trattato chirurgicamente, ma l’intervento può presentare delle difficoltà impreviste soprattutto quando ci si trova dinanzi a una terapia conservativa.
MODELLO IN 3D
Da qui l’idea di realizzare un modello, più realistico possibile, del rene malato attraverso una nuova generazione di software che permette di fornire ricostruzioni tridimensionali estremamente accurate e sovrapponibili alla realtà. Il risultato è un modello dalle dimensioni esatte dell’organo reale su cui i chirurghi verificano le difficoltà prima di intervenire sul paziente. La fotografia e, quindi, il modello di rene è di volta in volta diverso a seconda della neoplasia consentendo, in questo modo, un modello personalizzato per ogni paziente. Il rene è realizzato in materiale trasparente affinché dall’esterno si possano vedere i vasi sanguigni. «Questa tecnologia – spiega Sisto Perdonà, direttore dell’Urologia del Pascale – è volta a realizzare un vero e proprio strumento integrato a servizio della chirurgia in modo costante e quotidiano per procedure chirurgiche. Il chirurgo può avvalersi di ricostruzioni di immagini in 3D. La parte da operare, quindi, può essere studiata in anticipo dal medico prima di entrare in sala operatoria».
NUOVI SCENARI
L’obiettivo di questa tecnica, insomma, è la chirurgia di precisione, la massima efficacia con il minimo impatto sui tessuti sani. L’intervento di questa mattina ha, però, anche un altro obiettivo: essere solo il primo di tutti gli interventi in 3D. «A breve – dice il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi – installeremo una stampante 3D in Istituto in modo da avere in una notte tutti gli organi dei pazienti che devono essere operati il giorno dopo».
Latte materno per gli adulti? Ci stanno pensando le aziende
AlimentazioneNon solo per i bimbi, oggi le aziende stanno puntando al latte materno per gli adulti. DowDuPont e Basf sono solo due esempi di giganti della chimica che stanno pensando di rivolgersi al pubblico adulto. Secondo un approfondimento di Bloomberg queste aziende stanno già investendo milioni per incrementare la produzione di uno zucchero che si trova naturalmente nel latte materno. DuPont stima che il mercato annuale potrebbe raggiungere un miliardo di dollari. L’oligosaccaride del latte umano è il terzo solido più comune nel latte materno, dopo lattosio e grassi. In altre parole riesce a “sfuggire” alla digestione raggiungendo il colon, dove alimenta i batteri benefici.
Alcuni studi hanno dimostrato che nei bambini gli oligosaccaridi rafforzano il sistema immunitario e aiutano lo sviluppo del cervello. Altre ricerche oggi mostrerebbero che questi benefici potrebbero essere estesi a tutte le età. Da qui anche lo sviluppo dei probiotici. Tuttavia Bloomberg spiega che i vantaggi degli oligosaccaridi sintetici sono visti con scetticismo da alcuni esperti, ad esempio secondo Steven Abrams, presidente del comitato per l’alimentazione dell’American Academy of Pediatrics, non è scontato che l’aggiunta di un componente del latte umano renda il latte artificiale come quello materno. Dall’altra parte, secondo i rappresentanti delle aziende gli oligosaccaridi potrebbero portare a trattamenti per malattie degli adulti come la sindrome dell’intestino irritabile, le allergie e persino l’invecchiamento cerebrale. Uno studio sugli animali nei laboratori di Abbott ha mostrato che queste sostanze sono in grado di stimolare il nervo vago, che mette in comunicazione intestino e cervello. DuPont e Basf, si stanno concentrando sulla creazione della versione più comune, lo zucchero 2’FL. Per DuPont la previsione di spesa per costruire la capacità di produzione di oligosaccaridi è di 40 milioni di dollari, Basf ha iniziato a incrementarne la produzione all’inizio di quest’anno e sta analizzando il potenziale sviluppo di prodotti. Un’altra azienda è la danese Glycom che si rivolge al mercato adulto con integratori che ha già iniziato a vendere negli Stati Uniti e in Europa.
Coenzima Q10 spazzino dei radicali liberi, combatte il glaucoma
PrevenzioneProtegge dai danni dell’ossidazione agendo come un neuroprotettore nel glaucoma, per questo il Coenzima Q10 è stato definito lo ‘spazzino’ dei radicali liberi. Una recente revisione scientifica ne ha confermato ulteriormente il potenziale effetto benefico nella protezione delle cellule neuroretiniche dal danno ossidativo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Neural Regeneration Research e ha preso in esame i vari studi pubblicati dal 2003 al 2018 sull’uso del Coenzima Q10 nel trattamento del glaucoma. Una buona notizia per tutti i pazienti affetti da questa malattia. Anche se l’incremento della pressione intraoculare rimane a tutt’oggi il più importante e ben documentato fattore di rischio associato all’insorgenza e alla progressione del glaucoma, le più recenti ricerche hanno evidenziato una origine neuronale della malattia, con la degenerazione delle cellule ganglionari della retina. “In particolare, l’attenzione della ricerca, alla luce delle similitudini che esistono tra glaucoma e neuropatie ottiche mitocondriali, si è concentrata sulla funzione mitocondriale”, spiega il professor Carlo Nucci, Direttore dell’Unità Operativa semplice dipartimentale di Oculistica presso il Policlinico Tor Vergata. “Il glaucoma distrugge i neuroni attraverso diversi meccanismi tra cui lo stress ossidativo, la neuro infiammazione e la disfunzione mitocondriale”. Insomma, bisogna iniziare a pensare al glaucoma come ad una malattia neurologica così come l’Alzheimer, il Parkinson o la Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Record di solidarietà per i più piccoli
Associazioni pazientiQuasi 300mila euro raccolti grazie alla solidarietà e al supporto di 1.400 volontari. E’ il risultato della campagna “Il Pomodoro. Buono per te, buono per la ricerca”, l’evento con cui Fondazione Umberto Veronesi è scesa in piazza sabato 30 e domenica 31 marzo. La somma è stata raccolta a sostegno della ricerca scientifica contro i tumori pediatrici. Una manifestazione di grande solidarietà possibile grazie al fondamentale contributo dell’Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali (Anicav) e del Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio (Ricrea) che hanno sposato e sostenuto l’iniziativa.
BUONI DI NATURA
Nei 180 banchetti allestiti in tutta Italia, i volontari hanno distribuito a fronte di una donazione di 10 euro le confezioni composte da tre lattine di pomodoro: pelati, polpa, pomodorino. Il pomodoro, un alimento immancabile in cucina che ben rappresenta l’importanza del sostegno alla ricerca scientifica d’eccellenza. Quanto raccolto grazie alla preziosa disponibilità dei volontari e alla generosità di chi ha donato permetterà a Fondazione Umberto Veronesi di finanziare il lavoro di medici e ricercatori di altissimo profilo che hanno deciso di dedicare il proprio lavoro allo studio di migliori e più efficaci terapie per la cura dei tumori pediatrici.
PROTAGONISTI
«Anche quest’anno è stato raggiunto un importante risultato di solidarietà a sostegno della ricerca scientifica d’eccellenza – spiega Monica Ramaioli, Direttore Generale di Fondazione Umberto Veronesi – reso possibile grazie alla grande sensibilità dimostrata da chi ha deciso di essere ancora una volta al nostro fianco: volontari, donatori, Anicav e Ricrea, partner di questo progetto. È a loro che va il nostro più grande ringraziamento, perché ci permettono di continuare a finanziare la ricerca scientifica di altissimo profilo e aiutare gli oltre 2.000 bambini che ogni anno si ammalano di tumore». Sulla stessa linea il Presidente di ANICAV, Antonio Ferraioli: «Siamo onorati di aver contribuito con il nostro pomodoro ad un’iniziativa così importante. Le proprietà salutistiche del pomodoro, infatti, ben si conciliano con l’esigenza di sviluppare programmi di ricerca. Grazie alle tante persone che hanno generosamente sostenuto questo progetto con le loro donazioni, siamo riusciti ad ottenere un grande risultato».
Chi si muove di più vive più a lungo. L’indagine svedese
Stili di vitaLo sport diminuisce il rischio di mortalità, per qualsiasi causa. In altre parole, chi si muove di più vive più a lungo e questo dato è indipendente dall’età, dal sesso e dal livello di forma fisica iniziale. Da anni lo confermano gli studi: non serve per forza avere grandi prestazioni sportive, anche semplicemente scegliere di fare le scale anziché prendere l’ascensore oppure andare al lavoro in bicicletta può migliorare la salute. Uno degli ultimi studi è quello condotto dalla Scuola svedese di scienze dello sport e della salute di Stoccolma. La ricerca è stata presentata durante il Congresso EuroPrevent 2019 di Lisbona.
I dati
Durante l’indagine sono state coinvolte 316.137 persone tra i 18 e i 74 anni. È stata misurata l’attività cardiorespiratoria valutandone il VO2, cioè il massimo consumo di ossigeno che definisce il livello cardiorespiratorio. Il rischio di mortalità per tutte le cause e per eventi cardiovascolari è infatti diminuito rispettivamente del 2,8% e del 3,2% per ogni millilitro di aumento del VO2 massimo. È emerso che i benefici di questa pratica erano visibili sia in uomini e sia in donne, riguardavano tutte le fasce d’età e tutti i livelli di fitness. “L’aumento della forma fisica dovrebbe essere una priorità di salute pubblica e i medici dovrebbero valutare l’idoneità durante lo screening sanitario”, ha affermato Elin Ekblom-Bak, ricercatrice che ha condotto l’analisi. Tuttavia la tendenza generale non rassicura, perché secondo i dati non ci si muove abbastanza. Una precedente ricerca dello stesso centro svedese ha dimostrato, infatti, che i livelli di fitness nella popolazione generale sono diminuiti del 10% negli ultimi 25 anni.