Tempo di lettura: 3 minutiSono cresciute nel 2018, le coperture vaccinali dei bambini e degli adolescenti in Italia rispetto al 2017. Nella maggior parte delle Regioni la copertura a 24 mesi contro la polio supera la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità, pari al 95%, e due Regioni (Valle d’Aosta e P.A. Trento) sono prossime all’obiettivo, restano, tuttavia, quattro Regioni (Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia e Veneto) con una copertura sottosoglia e la P.A. Bolzano con una copertura (83,33) ancora ben lontana dal target. Continua a destare preoccupazione il mancato raggiungimento dell’obiettivo del 95% per i vaccini contro morbillo-parotite-rosolia, in tutte le fasce d’età considerate, nonostante il trend in aumento registrato.
È quanto risulta dai dati 2018, elaborati dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute. I dati saranno confrontati con quelli raccolti tramite l’Anagrafe nazionale vaccinale per rilevare eventuali disallineamenti, non appena sarà stata completata l’acquisizione dei dati di tutte le Regioni, incluse le PP.AA. di Trento e Bolzano, al momento in ritardo con la trasmissione dei dati.
È infatti già attiva dall’aprile 2019 l’Anagrafe nazionale vaccinale, istituita con Decreto del ministero della Salute 17 settembre 2018, nella quale si sta procedendo anche al caricamento dei dati vaccinali storici relativi alle coorti di nascita a partire dall’anno 2000. A regime, l’Anagrafe nazionale conterrà la registrazione di tutte le vaccinazioni che saranno effettuate, anche nella popolazione adulta/anziana, proprio per poter calcolare, in maniera puntuale, le coperture vaccinali non solo nei bambini e negli adolescenti su specifiche coorti di età, come avviene adesso, ma anche per ulteriori coorti della popolazione.
L’Anagrafe nazionale è uno straordinario strumento per garantire la corretta valutazione delle coperture vaccinali, sia al fine di monitorare l’attuazione dei programmi vaccinali in atto su tutto il territorio nazionale, coerentemente con il Piano nazionale prevenzione vaccinale, sia di fornire informazioni agli organi nazionali, comunitari e internazionali nell’ambito dello svolgimento di funzioni e compiti correlati alla tutela della salute.
Per assicurare la piena attuazione su tutto il territorio nazionale, il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha firmato il decreto di riparto dei fondi per la raccolta dei dati da inserire nell’Anagrafe nazionale vaccini mediante le anagrafi vaccinali regionali: il provvedimento sarà presto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Vaccini: coperture
La copertura nazionale a 24 mesi (per i bambini nati nel 2016) nei confronti della polio raggiunge il 95% (95,09%), guadagnando un +0,48% rispetto al 2017, e con 14 Regioni che superano il 95% e 2 che vi si avvicinano (Vda e Trento). La copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo arriva solo al 93,22% (con un +1,38% rispetto all’anno precedente) a fronte del 95% necessario per eliminare la malattia, mentre la P.A. Bolzano ha una copertura inferiore al 90%.
Aumentano anche le coperture per le vaccinazioni anti-pneumococcica (+0,73%: 91,63% nel 2018 rispetto a 90,90% nel 2017) e anti-meningococcica C (+2,29%: 84,93% nel 2018 rispetto a 82,64% nel 2017).
Migliorate anche le coperture vaccinali nazionali a 36 mesi (relative ai bambini nati nell’anno 2015) e quelle a 48 mesi (bambini nati nel 2014), rilevate per verificare le attività di recupero nei bimbi inadempienti: l’anti-polio passa da 93,33% (dato a 24 mesi rilevato al 31 dicembre 2016) a 96,01% e l’anti-morbillo da 87,26% a 94,93%, con un guadagno rispettivamente del +2,68% e del +7,67%.
Per le coorti di nascita successive si registrano recuperi di copertura, anche se non si raggiunge l’obiettivo del 95%.
Riguardo alle vaccinazioni in età pre-scolare, generalmente somministrate a 5-6 anni (bambini nati nell’anno 2011), si registra un +2,01% per la quarta dose di anti-polio (90,71% nel 2018 rispetto a 88,69% nel 2017) e un +3,47% per la seconda dose (ciclo completo) di anti-morbillo (89,20% nel 2018 rispetto a 85,74% nel 2017).
Per le vaccinazioni eseguite entro gli 8 anni (bambini nati nel 2010) si registra un recupero: per fare un esempio, la copertura nei confronti della polio (quarta dose) guadagna un +3,49% arrivando a 92,18% e quella contro il morbillo (seconda dose) un +4,27% raggiungendo il 90,01% (rispetto al dato registrato al 31 dicembre 2017 nella stessa coorte).
Anche per le vaccinazioni effettuate nell’adolescenza (sedicenni, coorte 2002 e diciottenni, coorte 2000) si conferma un leggero miglioramento nelle coperture.
È necessario proseguire l’impegno, in termini di miglioramento dell’offerta e dell’accesso ai servizi, ma anche della capacità di rispondere alle istanze dei cittadini per dissolvere i dubbi sulla efficacia e sicurezza dei vaccini e sull’utilità e opportunità delle vaccinazioni.
Arriva il caldo africano, rischi e soluzioni
AnzianiGli esperti meteo non hanno dubbi: nei prossimi giorni le temperature aumenteranno come mai prima d’ora. In diverse città si prevedono picchi che potranno raggiungere anche i 40 gradi, e la preoccupazione che tutto questo caldo possa fare delle vittime non è ingiustificata. I colpi di calore sono ovviamente quelli più pericolosi, ma il gran caldo può avere molti effetti sulla salute, addirittura anche crampi, rash cutanei o edemi. A sottolinearlo è il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione degli effetti del caldo sulla salute, pubblicato sul portale del Ministero della Salute. I medici avvertono che molti rischi, inaspettatamente, non li corrono solo gli anziani e i bambini. Anche nella fascia d’età 28 – 60 c’è un’esposizione pericolosa. Si tratta infatti di persone che nonostante il caldo sono molto attive, spesso per tenere testa ai ritmi di lavoro e che passano in continuazione da ambienti climatizzati (eccessivamente) alla strada.
PRURITO E CRAMPI
È causata da una ostruzione dei dotti delle ghiandole sudoripare e può essere accompagnata da infiammazione, prurito e pustole eritematose. Cosa si può fare? La prima azione utile è quella di spostarsi in un luogo fresco, è importante ridurre la sudorazione con delle docce o dei bagni freschi. Il caldo può anche portare a crampi che, di fatto, sono causati da uno squilibrio elettrolitico o da una carenza di sodio dovuta alla perdita di liquidi. In questo caso è bene sollevare le gambe di 4 centimetri rispetto al cuore, e rinfrescale con acqua fredda. Lo step successivo, chiaramente, è reintegrare i sali minerali persi e reidratarsi.
EDEMA DA CALDO
È causato da vasodilazione periferica con accumulo di liquido nelle gambe. Questo è certamente un sintomo da non sottovalutare, poiché può essere associato a uno scompenso cardiaco. Come sempre, le persone anziane sono maggiormente a rischio. In caso di un edema da caldo è bene spostare la persona in un luogo fresco, tenendo le gambe sollevate ed eseguendo movimenti per favorire il reflusso venoso. Si possono effettuare delle docce fredde sulle gambe. Se poi la situazione non dovesse migliorare bisogna contattare il medico.
LIPOTIMIA DA CALDO
È un’alterazione transitoria della pressione rispetto ai normali valori, dovuta a vasodilatazione e caratterizzata da vertigini, offuscamento visivo, ipotensione con diminuzione dell’apporto di sangue al cervello. I pazienti hanno una temperatura corporea normale e riprendono coscienza una volta che sono in posizione supina. Come sempre, la cosa migliore da fare è spostare la persona in un luogo fresco, far assumere una posizione supina con le gambe sollevate rispetto al cuore e cercare di reidratare.
STRESS DA CALORE
È un sintomo abbastanza grave e si manifesta con debolezza, nausea, vomito, cefalea, tachicardia ed ipotensione, confusione e irritabilità. La temperatura corporea può essere leggermente elevata ed è comune una forte sudorazione. Può essere confusa con una malattia virale ma se questa condizione non viene trattata immediatamente, può progredire fino al colpo di calore.
COLPO DI CALORE
È una condizione di emergenza vera e propria, in cui il ritardato trattamento può portare anche al decesso. Avviene quando la capacità di termoregolazione è compromessa e la temperatura corporea raggiunge i 40 gradi. Si può presentare con letargia, nausea, vertigini, iperventilazione, tachicardia, edema polmonare, aritmie e delirio che può progredire fino alla perdita di coscienza. Cosa fare? In questi casi la soluzione migliore è sempre ricorrere ad un pronto soccorso.
Popolazione: 34% ha carie. Bibite sotto accusa: “troppo zuccherate”
PrevenzioneLa carie dentaria è diventata una delle patologie più diffuse al mondo. È quanto emerge da un ultima ricerca sui problemi globali di salute pubblica legati alle patologie orali, guidata da Marco Peres del Menzies Health Institute di Brisbane, in Australia. La causa principale secondo lo studio va ricercata nel consumo eccessivo di zucchero. La ricerca indica che questa problematica dei denti negli adulti colpisce più di un terzo (34,1%) della popolazione mondiale. La carie è un’infezione provocata da alcuni microrganismi che popolano il cavo orale. Lo sviluppo e la proliferazione dei batteri è favorito dai residui di cibo che rimangono negli interstizi dentali, ecco perché è importante prestare attenzione anche al regime alimentare, oltre a una corretta igiene orale.
Prevenzione carie: cosa dice l’Oms
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda meno di sei cucchiaini di zucchero aggiunto al giorno, ma oggi gli adolescenti australiani ne consumano tre volte di più. E i tassi di carie in Australia riflettono le statistiche globali. Secondo lo studio, ridurre il consumo di zucchero aggiunto, con misure come una tassa sullo zucchero, è la chiave per combattere la crescente diffusione di questa problematica. Spesso però questa misura incontra l’opposizione sia dei governi, sia dell’industria dello zucchero.
Vaccini, trend in aumento, ma mancato obiettivo morbillo nel 2018
PrevenzioneSono cresciute nel 2018, le coperture vaccinali dei bambini e degli adolescenti in Italia rispetto al 2017. Nella maggior parte delle Regioni la copertura a 24 mesi contro la polio supera la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità, pari al 95%, e due Regioni (Valle d’Aosta e P.A. Trento) sono prossime all’obiettivo, restano, tuttavia, quattro Regioni (Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia e Veneto) con una copertura sottosoglia e la P.A. Bolzano con una copertura (83,33) ancora ben lontana dal target. Continua a destare preoccupazione il mancato raggiungimento dell’obiettivo del 95% per i vaccini contro morbillo-parotite-rosolia, in tutte le fasce d’età considerate, nonostante il trend in aumento registrato.
È quanto risulta dai dati 2018, elaborati dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute. I dati saranno confrontati con quelli raccolti tramite l’Anagrafe nazionale vaccinale per rilevare eventuali disallineamenti, non appena sarà stata completata l’acquisizione dei dati di tutte le Regioni, incluse le PP.AA. di Trento e Bolzano, al momento in ritardo con la trasmissione dei dati.
È infatti già attiva dall’aprile 2019 l’Anagrafe nazionale vaccinale, istituita con Decreto del ministero della Salute 17 settembre 2018, nella quale si sta procedendo anche al caricamento dei dati vaccinali storici relativi alle coorti di nascita a partire dall’anno 2000. A regime, l’Anagrafe nazionale conterrà la registrazione di tutte le vaccinazioni che saranno effettuate, anche nella popolazione adulta/anziana, proprio per poter calcolare, in maniera puntuale, le coperture vaccinali non solo nei bambini e negli adolescenti su specifiche coorti di età, come avviene adesso, ma anche per ulteriori coorti della popolazione.
L’Anagrafe nazionale è uno straordinario strumento per garantire la corretta valutazione delle coperture vaccinali, sia al fine di monitorare l’attuazione dei programmi vaccinali in atto su tutto il territorio nazionale, coerentemente con il Piano nazionale prevenzione vaccinale, sia di fornire informazioni agli organi nazionali, comunitari e internazionali nell’ambito dello svolgimento di funzioni e compiti correlati alla tutela della salute.
Per assicurare la piena attuazione su tutto il territorio nazionale, il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha firmato il decreto di riparto dei fondi per la raccolta dei dati da inserire nell’Anagrafe nazionale vaccini mediante le anagrafi vaccinali regionali: il provvedimento sarà presto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Vaccini: coperture
La copertura nazionale a 24 mesi (per i bambini nati nel 2016) nei confronti della polio raggiunge il 95% (95,09%), guadagnando un +0,48% rispetto al 2017, e con 14 Regioni che superano il 95% e 2 che vi si avvicinano (Vda e Trento). La copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo arriva solo al 93,22% (con un +1,38% rispetto all’anno precedente) a fronte del 95% necessario per eliminare la malattia, mentre la P.A. Bolzano ha una copertura inferiore al 90%.
Aumentano anche le coperture per le vaccinazioni anti-pneumococcica (+0,73%: 91,63% nel 2018 rispetto a 90,90% nel 2017) e anti-meningococcica C (+2,29%: 84,93% nel 2018 rispetto a 82,64% nel 2017).
Migliorate anche le coperture vaccinali nazionali a 36 mesi (relative ai bambini nati nell’anno 2015) e quelle a 48 mesi (bambini nati nel 2014), rilevate per verificare le attività di recupero nei bimbi inadempienti: l’anti-polio passa da 93,33% (dato a 24 mesi rilevato al 31 dicembre 2016) a 96,01% e l’anti-morbillo da 87,26% a 94,93%, con un guadagno rispettivamente del +2,68% e del +7,67%.
Per le coorti di nascita successive si registrano recuperi di copertura, anche se non si raggiunge l’obiettivo del 95%.
Riguardo alle vaccinazioni in età pre-scolare, generalmente somministrate a 5-6 anni (bambini nati nell’anno 2011), si registra un +2,01% per la quarta dose di anti-polio (90,71% nel 2018 rispetto a 88,69% nel 2017) e un +3,47% per la seconda dose (ciclo completo) di anti-morbillo (89,20% nel 2018 rispetto a 85,74% nel 2017).
Per le vaccinazioni eseguite entro gli 8 anni (bambini nati nel 2010) si registra un recupero: per fare un esempio, la copertura nei confronti della polio (quarta dose) guadagna un +3,49% arrivando a 92,18% e quella contro il morbillo (seconda dose) un +4,27% raggiungendo il 90,01% (rispetto al dato registrato al 31 dicembre 2017 nella stessa coorte).
Anche per le vaccinazioni effettuate nell’adolescenza (sedicenni, coorte 2002 e diciottenni, coorte 2000) si conferma un leggero miglioramento nelle coperture.
È necessario proseguire l’impegno, in termini di miglioramento dell’offerta e dell’accesso ai servizi, ma anche della capacità di rispondere alle istanze dei cittadini per dissolvere i dubbi sulla efficacia e sicurezza dei vaccini e sull’utilità e opportunità delle vaccinazioni.
Medici indiani fanno “lezione” a Napoli
News PresaL’Italia (o meglio Napoli) chiama, l’India risponde. E non è certo l’unico paese. Un gruppo di giovani medici Indiani è arrivato all’Ospedale San Paolo di Napoli in occasione del workshop di chirurgia organizzato da Giuseppe Panetti, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria al presidio ospedaliero dell’ASL Napoli 1 Centro. Nel corso degli anni il workshop ha portato a Napoli specialisti da paesi quali Germania, Australia, Belgio, Israele e India. L’obiettivo? Imparare in sala operatoria, osservando il lavoro del professor Panetti e della sua equipe, i passaggi di una tecnica chirurgica endoscopica complementare alla chirurgia “otomicroscopica” tradizionale.
ESPERIENZA INTERNAZIONALE
Panetti è infatti considerato a livello internazionale uno dei maggiori esperti nel campo e la tecnica che esegue all’Ospedale San Paolo consente di curare tutte le patologie infiammatorie dell’orecchio, di effettuare ricostruzioni o affrontare otosclerosi o sordità riducendo i tempi di guarigione post operatoria e migliorando la precisione. «La tecnica endoscopica – spiega – consente di vedere gli angoli più nascosti dell’orecchio attraverso un approccio minimamente invasivo che sfrutta come punto di accesso il condotto uditivo». Al San Paolo, per salutare i medici indiani in visita e sostenere il lavoro di tutti i dipendenti in servizio, anche il Commissario Straordinario Ciro Verdoliva: «Ancora una volta – dice – ho trovato una squadra di donne e di uomini pronti a mettercela tutta per dimostrare il valore professionale e umano reso a servizio dei cittadini. Il lavoro dell’equipe di Otorinolaringoiatria è un esempio delle grandi eccellenze dell’ASL Napoli 1 Centro e il nostro impegno è quello di voler creare tutti i presupposti affinché queste professionalità possano lavorare nel miglior contesto possibile».
INNOVAZIONE
Grazie all’esperienza accumulata nel corso degli anni, Panetti ha anche sviluppato un vero e proprio strumentario ad hoc con il quale oggi riesce ad operare con questa tecnica mini invasiva in maniera ancora più efficace. «Riuscire a intervenire su patologie anche invalidanti senza dover operare grandi tagli – dice – è certamente un vantaggio per la guarigione e la riuscita dell’intervento». Vista la rapidità con la quale ormai si susseguono i cambiamenti nel mondo della medicina e della chirurgia, soprattutto grazie alle nuove tecnologie, è più che probabile che presto per questo e per altri interventi arrivino altre innovazioni.
Premio Santoianni, consegnati i riconoscimenti
News PresaSette dermatologi per un premio istituito nel ricordo dell’indimenticato punto di riferimento della dermatologia federiciana. È andato a Gaia De Fata Salvatores, Maria Ferrillo, Marianna Donnarumma, Davide Fattore, Angela Patrì, Alessia Villani e Milana Cappello Premio in dermatologia intitolato a Pietro Santoianni. Un premio consegnato nel corso di una cerimonia che ha toccato il cuore di tutti i presenti, fortemente voluta da Gabriella Fabbrocini e Mario Delfino per ricordare, ad un anno dalla scomparsa, lo scienziato che è stato il padre della moderna dermatologia della Federico II.
INDIMENTICABILE
Pietro Santoianni è considerato il padre della moderna dermatologia della Federico II per aver intuito, oltre 50 anni fa, l’importanza dei meccanismi biomolecolari e della tecnologia, trasmettendo ai suoi allievi una capacità di approccio che ha consentito di vincere tutte le sfide della rivoluzione digitale. A lui è dedicata una biblioteca, un luogo di cultura all’interno del reparto di dermatologia del Nuovo Policlinico di Napoli.
LAVORO DI SQUADRA
La manifestazione è stata anche l’occasione per fare un bilancio – in vista del 50mo anno dalla fondazione che cadrà nel 2020 – dell’attività della Dermatologia federiciana. Telediagnosi, target therapies, terapie geniche e staminali, farmacologia personalizzata, gestione integrata multidisciplinare del paziente, sono oggi tra le practices insegnate dalla Scuola di Dermatologia diretta da Gabriella Fabbrocini e applicate dall’Unità Operativa Clinica diretta da Mario Delfino, entrambi allievi di Santoianni. Con numeri importantissimi in ambulatori altamente innovativi: 35mila le visite annue, di cui 15mila di screening, mille per allergologia con oltre 500 ricoveri, 3mila per psoriasi, 2mila per malattie sessuali, micologia e parassitologia con relative analisi di laboratorio, mille visite pediatriche e circa 8mila asportazioni di cui 200 per melanomi maligni e circa 2000 per “nonmelanoma skin cancer” presso l’ambulatorio specializzato diretto da Massimiliano Scalvenzi, oltre all’attività dell’ambulatorio del Corpo ritrovato che si occupa di contrastare gli effetti sulla cute delle terapie oncologiche. Alla premiazione, promossa dagli ex allievi Riccardo Acri, vero motore dell’iniziativa, Diego Pini, Donata Martellotta, Paola Nappa, Enzo Cantelli, Maurizio Lo Presti, Antonello Baldo, Cataldo Patruno, Franco Suppa, è intervenuta la moglie del compianto professore, Romi, accompagnata da una delle nipoti, Benedetta, e dalla primogenita Chiara.
COME PRENOTARSI
Ecco come agiscono i batteri mangia-carne
NewsÈ passato da una vita tutto sommato normale alla morte in sole 48 ore, divorato dai batteri mangia-carne causa di un banale tuffo nelle acque sbagliate, nella contea di Okaloosa, in Florida. A denunciare quanto accaduto è stata Cheryl Bennett Wiygul, la figlia, che in un post su Facebook ha scritto: «I batteri mangia-carne suonano come una leggenda metropolitana, ma lasciatevi dire che non lo sono. Hanno ucciso mio padre». La storia raccontata dalla giovane statunitense sta facendo il giro del mondo e ha acceso un faro sui rischi di questi batteri che il 50 per cento degli americani non conosce, e l’altro 50 per cento considera una leggenda.
GIAPPONE E USA
I batteri responsabili di quanto accaduto, chiamati appunto mangia-carne, hanno un nome scientifico che è Vibrio vulnificus. Di solito sono batteri che possono causare epidemie di diarrea e spesso di origine alimentare. Facilmente possono essere ingeriti tramite i frutti di mare non cotti a dovere. Le zone più colpite sono solitamente il Giappone e nelle zone costiere degli USA. I microrganismi danneggiano la mucosa intestinale ma non producono enterotossine né invadono il sangue. È un grosso problema quando, come in questo caso, i batteri infettano una ferita (specialmente se in un soggetto immunodepresso).
FASCITE NECROTIZZANTE
Ad uccidere l’uomo è stata quella che in medicina si definisce fascite necrotizzante, un’infezione molto rara che aggredisce i tessuti al di sotto della pelle e che, se non trattata rapidamente e in modo efficace, può portare a setticemia fino alla morte del paziente. Nella fascite necrotizzante, i batteri attraverso una ferita infettano il tessuto connettivo che permea il corpo umano (fascia). La malattia, di natura batterica, si sviluppa in modo rapido e aggressivo causando vescicole, bolle fino a necrosi dei tessuti sottocutanei, choc settico, morte. Se identificata in tempo può essere trattata con antibiotici e chirurgia, ma molti pazienti perdono comunque gli arti nonostante il trattamento e il 25-30% muoiono. I batteri, anche se chiamati mangia-carne in realtà non si nutrono della carne ma la distruggono e la decompongono attraverso il rilascio di potenti tossine. Purtroppo, nel caso di Dave Bennet (questo il nome dell’uomo) l’infezione è stata letale.
Cellulare e salute, parte la campagna di prevenzione
News Presa“Il tuo cellulare è intelligente. Usalo con intelligenza”. È lo slogan della campagna informativa che prende il via oggi, 19 luglio, realizzata dai ministeri della Salute, dell’Istruzione, Università e Ricerca e dall’Ambiente e tutela del territorio e del mare. Sono più di 36mila gli incidenti in Italia imputabili alla guida distratta nel 2017. Gli obiettivi dell’iniziativa di comunicazione dei tre dicasteri rispondono a quanto disposto dal TAR del Lazio (con sentenza n. 500/2019): promuovere l’uso dell’auricolare o del viva-voce e informare sui rischi per la salute e per l’ambiente connessi ad un uso improprio degli apparecchi di telefonia mobili. I tre ministeri hanno unito le forze e hanno realizzato una campagna di sensibilizzazione basata su quattro punti chiave:
Tra i consigli anche quello di non tenere il cellulare vicino al cuore, in caso di pacemaker. Inoltre, niente chiamate, messaggi, foto, videogiochi, fumetti o libri mentre mentre si è alla guida o mentre si attraversa la strada. È vietato toccare il telefono mentre si guida, anche se fermi in fila nel traffico, al semaforo o al casello. Scrivere un messaggio equivale a 10 secondi di distrazione. Si abbassa la soglia di attenzione e aumentano i tempi di reazione come quando si beve troppo. La campagna andrà in onda tramite uno spot sulle reti televisive RAI e attraverso i social network dei ministeri. Tutti i materiali sono consultabili anche sul sito: www.cellulari.salute.gov.it.
Assistenza territoriale, l’Asl Napoli 1 apre la SUAP
News PresaCon l’arrivo del primo paziente, apre oggi al secondo piano del San Gennaro la Struttura Unica di Accoglienza Permanente (SUAP) dedicata a pazienti che hanno bisogno di cure importanti e che sino ad oggi potevano trovare una risposta adeguata solo nelle rianimazioni. La SUAP, la prima struttura pubblica della città di Napoli, ha a disposizione 10 posti letto e un locale esclusivamente dedicato all’accoglienza dei parenti. «E’ il primo risultato concreto del tavolo – voluto dal Presidente De Luca a gennaio 2019 – dedicato alla riconversione del San Gennaro. Diamo così un primo segnale concreto con un nuovo e importante servizio assistenziale ai cittadini – dice il Commissario Straordinario Ciro Verdoliva – e di fatto avviamo il processo di riconversione della struttura, che resta un nodo cruciale nella rete dell’assistenza territoriale. Questo significa garantire nuove risposte alle famiglie che vivono il dramma della malattia e che troppo spesso devono farsi carico di questa sofferenza senza l’opportuno sostegno».
ALTA SPECIALIZZAZIONE
La SUAP accoglie pazienti che hanno lesioni cerebrali acquisite, ma può accogliere anche pazienti con diagnosi diverse, che prevedano una degenza prolungata o temporanea. Si pensi, ad esempio, a persone tracheotomizzate, che hanno una ventilazione meccanica, una gastrostomia percutanea (PEG) o un sondino nasogastrico. O, ancora, a pazienti che hanno bisogno di cure palliative. Particolarità della SUAP è anche quella di offrire servizi di gestione medico-infermieristica, riabilitativa e supporto psicologico, oltre ad un collegamento funzionale con il Presidio Ospedaliero dei Pellegrini in caso si renda necessario il ricovero in ospedale. La SUAP è affidata per la parte clinico-assistenziale alla Unità Operativa Cure Palliative Domiciliari a cui la SUAP afferisce), mentre per la parte organizzativa è affidata al Distretto Sanitario di Base n°29, nell’ambito del Dipartimento Assistenza Primaria. Quanto alla selezione dei pazienti, l’accesso è legato a doppio filo al lavoro e alla valutazione dei Medici di Medicina Generale del DSb n°29 nel caso il paziente sia al domicilio, o con la modalità della dimissione protetta nel caso il paziente sia in ospedale.
Intelligenza artificiale per la prevenzione del tumore
Ricerca innovazioneIn un futuro ormai prossimo sarà l’intelligenza artificiale a stabilire se operare o meno per un presunto tumore del pancreas. La notizia arriva da uno studio internazionale, che vede l’Italia molto impegnata (Centro di Ricerca ARC-Net dell’Università di Verona, IRCCS San Raffaele di Milano, Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria, Negrar), coordinato da ricercatori del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center. Quello che i ricercatori hanno fatto è stato sviluppare un test basato proprio sull’intelligenza artificiale, in grado di decidere se una cisti al pancreas sia benigna o maligna, evitando inutili interventi di rimozione. Il test, che ha già dato risultati sorprendenti, è stato raccontato sulle pagine della rivista Science Translational Medicine.
IL TEST
Battezzato “CompCyst” (nel senso di Comprehensive Cyst Analysis), la validità di questo test è stata verificata su 862 cisti pancreatiche rimosse da pazienti. «L’intelligenza artificiale – spiega Aldo Scarpa, direttore del Centro di ricerca ARC-Net dell’Università di Verona – analizza le alterazioni molecolari e genetiche del tessuto o del fluido della cisti, unitamente alle informazioni cliniche ecografiche, radiologiche e anatomopatologiche che individuano una serie di parametri indicativi della natura della cisti stessa»; ed è unicamente sulla base di tutti questi parametri che può stilare una indicazione diagnostica e, se necessario, terapeutica. «Ma è ancora tutto in divenire – sottolinea Scarpa – siamo all’inizio di questa era, anche se ci aspettiamo che l’intelligenza artificiale ci aiuterà moltissimo nel prossimo futuro nel decidere come comportarci con i pazienti».
LE CISTI PANCREATICHE
Le cisti pancreatiche sono molto comuni (circa l’8% dei 70enni ne presenta una), ma raramente progrediscono verso un tumore vero e proprio. Oggi si cerca di capirne la natura benigna o maligna attraverso la diagnostica per immagini (ad esempio la tomografia) e analisi molecolari del fluido che contengono; ma non sempre si giunge a un ‘verdetto’ certo e in caso di incertezza si decide di rimuoverle chirurgicamente per precauzione. Partendo da dati clinici, molecolari, genetici e di diagnostica per immagini di pazienti, gli esperti hanno sviluppato CompCyst, che poi hanno testato su 862 cisti pancreatiche rimosse chirurgicamente e analizzate con biopsie. E’ emerso che CompCyst è molto affidabile nel riconoscere cisti benigne che non devono essere rimosse: nel campione esaminato CompCyst avrebbe potuto evitare dal 60% al 74% degli interventi di rimozione di cisti giudicati poi non necessari a posteriori (dopo l’esame istologico della cisti rimossa). Adesso si tratterà di studiare ulteriormente l’affidabilità di CompCyst su una più ampia casistica di cisti e di valutare con studi a lungo termine se il verdetto espresso da questo test sarà poi corretto o meno.
Salute delle mani e sport: in Humanitas incontro con il cestista NBA Danilo Gallinari
News Presa“Nelle mani del Gallo”: questo il titolo del recente incontro a cui hanno preso parte Danilo Gallinari, campione di pallacanestro della nazionale e NBA, e il dottor Giorgio Pivato, Responsabile di Chirurgia della Mano di Humanitas, organizzato in Humanitas University. Al centro della chiacchierata la salute delle mani e l’importanza della prevenzione.
Gallinari ha spiegato quanto le mani siano per lui fondamentali e di come se ne prenda cura quotidianamente, proprio come il resto del corpo. Ha poi ringraziato il dottor Pivato, con il quale ha intrapreso un percorso di cura dopo un infortunio alla mano destra del marzo 2018.
Il dottor Pivato ha sottolineato che se da un certo punto di vista i pazienti sono tutti uguali, da un altro punto di vista questo non è vero: “Le aspettative sono completamente differenti e non si può confezionare lo stesso vestito per tutti. Di fronte a un atleta del calibro di Danilo la pressione è diversa, perché sai che le sue mani fanno cose eccezionali e questo alza la posta in gioco. Sono mani che fanno la stessa cosa e allo stesso modo da tantissimi anni e dunque vanno curate nel miglior modo possibile ma senza cambiarne la meccanica perché questa influisce sulla gestualità”.
Mani e sport. L’importanza della condivisione tra medico e paziente
Il dottor Pivato ha poi precisato quanto sia importante che medico e paziente condividano fin da subito il percorso di cura e di come il paziente debba essere consapevole di quale sia la situazione e di cosa lo aspetti.
“Danilo e io abbiamo fatto un percorso, abbiamo iniziato a raccontarci qual era il problema alla mano e di quali potessero essere le diverse soluzioni. Quando Danilo ha capito, ha iniziato a chiedermi cosa lo avrebbe aspettato, cosa avrebbe dovuto fare, quale sarebbe stato il suo ruolo attivo prima ancora di chiedermi i risultati che avremmo ottenuto. Messo poi di fronte al ventaglio delle scelte, ha deciso consapevolmente perché aveva in mano gli strumenti per farlo”, ha raccontato lo specialista. L’instaurarsi di questo tipo di interazione è fondamentale perché il paziente sa cosa succederà, sa cosa deve fare, è preparato e così segue il medico, non perde fiducia, non si stupisce e non si allarma.
I rischi della pallacanestro
“Come in ogni sport la distinzione tra professionisti e amatori è fondamentale”, ha ricordato il dottor Pivato. “Nella pallacanestro, il professionista ha ormai una grande esperienza che gli consente di saper difendere le proprie mani, di saper ricevere un passaggio fatto in un certo modo, di prevenire il rischio e di capire a istinto se la palla che arriva può far male e quindi come prenderla. L’amatore fa più fatica in questi termini. I professionisti poi giocano ad altissima energia, un’energia che a livello amatoriale non si raggiunge, e dunque si fanno più male.
I traumi di più frequente riscontro sono distorsioni alle dita e fratture, a livello amatoriale le distorsioni sono le più frequenti.
È importante giocare con consapevolezza, saper fare i bendaggi giusti per difendere le piccole articolazioni della mano e se capita qualcosa che sfugge dal normale, come un dolore che si perpetua o si aggrava, è bene effettuare un controllo perché la diagnosi precoce salva anche dal chirurgo”, ha ricordato il dottor Pivato.
I progressi della Chirurgia
“Il valore aggiunto dell’approccio ricostruttivo è poter confezionare sul singolo paziente il tipo di intervento e cercare di ridurre al minimo l’invasività del gesto, non solo in termini di effettuare un piccolo taglio chirurgico, ma anche nel permettere al paziente di tornare al lavoro il più breve tempo possibile, che nel caso di Danilo Gallinari significa tornare in campo.
Abbiamo un grande aiuto dalla tecnologia, oggi disponiamo di sistemi per stabilizzare le fratture una volta impensabili in termini di mininvasività. Un tempo, anziché effettuare l’intervento si optava per il gesso accettando un periodo lungo di immobilizzazione e un compromesso di guarigione. Oggi grazie a mezzi di sintesi (viti, placche) sempre più performanti, meno invasivi e che possono essere lasciati in sede, possiamo spingere un po’ di più l’indicazione chirurgica, come nei casi come Danilo, perché è quella che ti permette poi di tornare a giocare. Viti e placche sono come gessi interni che se ben posizionati permettono al paziente un uso immediato della propria mano”, ha spiegato lo specialista.
La giornata-tipo di Gallinari e l’incontro con i pazienti di Humanitas
Danilo Gallinari ha poi raccontato alcuni dettagli rispetto alla propria giornata e a come si prepara a una partita. Si parte con gli allenamenti alle 10 di mattina e la condivisione del piano partita con la squadra e gli allenatori, la mattina poi si chiude con una parte di allenamento individuale facoltativa. Nel pomeriggio ci si ritrova nel palazzetto un paio di ore prima della partita, si procede alla seduta di fisioterapia di preparazione, poi Danilo va in palestra a fare pesi per 15-20 minuti con il preparatore atletico, passa un’ora in campo a fare qualche tiro, 45 minuti prima della partita si fa un meeting di squadra e poi, dopo l’urlo di squadra, si entra in campo.
L’appuntamento in Humanitas è stato anche per Danilo occasione per incontrare due giovani pazienti in day hospital oncologico e i pazienti AYA, giovani pazienti oncologici dai 19-36 anni con un programma particolare di socialità.
“È stato un incontro bellissimo, in America facciamo incontri del genere tutti gli anni. Per me è sempre un onore perché sono loro i veri eroi che combattono vere battaglie, sono esempi da seguire. Incontri di questo tipo servono anche a noi atleti per capire quali possono essere le difficoltà della vita, perché chi non ha quei problemi spesso vive la giornata con preoccupazioni che non sono davvero tali in confronto. Incontrarli e parlare con loro ti fa affrontare la vita con più tranquillità e leggerezza”, ha concluso Danilo Gallinari.