Tempo di lettura: 6 minutiIl metano rappresenta circa il 20% delle emissioni globali. Oltre a influire sulla temperatura terrestre e sul sistema climatico, contribuire alla produzione di ozono troposferico. Quest’ultimo danneggia la salute umana, la produzione di cibo e gli ecosistemi.
Emissioni, l’iniziativa
Da qui nasce il documento di indirizzi per una Strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale. Lo hanno presentato Amici della Terra e EDFE(Enviromental Defense Fund Europe), Proxigas e Assorisorse a Roma nella sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati.
L’evento è stato organizzato con il supporto di Open gate Italia. In apertura, gli Amici della Terra hanno illustrato una prima stima che mostra la diversa impronta emissiva del Gas naturale importato nel nostro Paese rispetto a quello estratto in Italia. In particolare, risulta che le emissioni metano del gas importato immesso nella rete di trasporto nazionale (6400 t di CH4 per Mld di m3) sono 40 volte più alte delle emissioni legate al gas estratto in Italia 160 t di CH4 per Mld di m3.
I numeri
Il documento condiviso da ambientalisti e imprese fissa un obiettivo di diminuzione delle emissioni in linea con quello previsto dal Global Methane Pledge (riduzione del 30% nel 2030 rispetto al 2020). Già nel 2020 queste emissioni hanno fatto registrare una riduzione del 62,7% rispetto al livello del 1990%. Il documento prevede anche obiettivi quantitativi specifici per quanto riguarda i segmenti dell’upstream, del trasporto e della distribuzione. Conseguire questo obiettivo consentirebbe all’Italia di raggiungere una riduzione di 1 milione e 700mila tonnellate annue di CO2 equivalenti all’anno.
ISPRA (Antonio Caputo), ARERA (Claudio Marcantonini) e CIG (Stefano Cagnoli) sono intervenuti per manifestare il proprio impegno a concorrere nell’ambito delle proprie competenze (monitoraggio ambientale, regolazione e normazione tecnica), a sostenere l’impegno dell’Italia per la riduzione delle emissioni climalteranti nella filiera.
In particolare, l’intervento di ISPRA ha presentato la parte del recente rapporto sulle emissioni di metano dell’ente dedicata proprio agli scenari di intervento per la riduzione delle emissioni fuggitive della filiera del gas naturale.
Il ruolo delle imprese in Italia
Il documento inquadra il ruolo delle imprese, la valorizzazione delle buone pratiche già messe in campo in Italia e prevede una specifica governance per la sua attuazione.
Il documento prevede anche la determinazione del “Methane Supply Index”, con riferimento alle emissioni di metano del gas importato in Italia da Paesi extraUE, coerentemente con gli obiettivi della Strategia Esterna UE per l’Energia nell’ambito del pacchetto REPowerEU, la proposta di Regolamento UE per la riduzione delle emissioni di metano del settore energetico.
Tommaso Franci, Direzione Amici della Terra ha dichiarato: “il documento condiviso da ambientalisti e imprese offre un contributo al governo per adottare in tempi rapidi un piano nazionale di azione per la riduzione delle emissioni di metano come previsto anche dagli impegni assunti dall’Italia nell’ambito del GMP durante la COP 27”. Franci sottolinea che “l’Italia ha aderito anche alla “joint declaration from Importers and Exporter” promossa dai paesi che pragmaticamente si prefiggono di ridurre le emissioni climalteranti legate all’uso dei combustibili fossili e, in particolare, del gas naturale lungo le catene di approvvigionamento. L’iniziativa è tanto più opportuna nella fase in cui i paesi forti importatori, come quelli UE, stanno limitando le importazioni dalla Russia e inaugurano nuove vie di approvvigionamento”. Franci ha concluso che: ”il ruolo del gas naturale nella transizione energetica va gestito pragmaticamente e non demonizzato in modo ideologico”.
Ilaria Restifo, referente per l’Italia di Environmental Defense Fund Europe (EDFE) co-organizzatore dell’evento ha sottolineato: “ci troviamo in un momento in cui si tende a considerare come secondaria ogni tematica energetico-ambientale non direttamente collegata alla crisi energetica e ai prezzi del gas. Ma sicurezza energetica, sicurezza economica e sicurezza climatica sono ormai da considerarsi inscindibili. E quindi la giornata di oggi è molto importante, perché riguarda la risposta condivisa dei principali stakeholder di uno stato membro a contrastare le emissioni di metano della propria filiera gas, guardando anche al tema degli import. Perché ogni questione legata alla sicurezza climatico-energetica coinvolge ormai istituzioni internazionali e singoli stati e perché richiama a una responsabilità etico-climatica transnazionale.”
Marta Bucci Direttore di PROXIGAS ha spiegato: “se vogliamo vincere la sfida ai cambiamenti climatici dobbiamo augurarci che aumentino i consumi di gas nel mondo in quanto oggi i combustibili più utilizzati sono petrolio e carbone, molto più inquinanti. Dobbiamo quindi utilizzare di più il gas ed imparare ad utilizzarlo sempre meglio, minimizzando gli impatti ambientali. In quest’ottica la riduzione delle emissioni fuggitive di metano rappresenta una linea d’intervento con grandi potenzialità, attuabile in tempi brevi e a costi contenuti, su cui la nostra industria, in particolare, ha già dimostrato impegno e sensibilità e può offrire un contributo rilevante valorizzando la grande esperienza delle proprie aziende.”
Andrea Ketoff, direttore di Assorisorse ha spiegato: “questo lavoro a più mani, che coinvolge operatori e stakeholders, è di particolare importanza perché contribuisce alla messa a terra di una specifica strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano che consentirebbe al nostro Paese, e alla nostra filiera del gas naturale, di assumere un approccio proattivo, e cogliere importanti opportunità nel processo di transizione e sicurezza energetica. L’impegno di Assorisorse mette a sistema le competenze della filiera energetica, tra l’altro aderendo all’iniziativa “Aiming for Zero Methane Emissions” di OGCI, che consente di condividere obiettivi e impegni concreti con i principali operatori internazionali”.
Il metano rappresenta circa il 20% delle emissioni globali. Oltre a influire sulla temperatura terrestre e sul sistema climatico, contribuire alla produzione di ozono troposferico. Quest’ultimo danneggia la salute umana, la produzione di cibo e gli ecosistemi.
Da qui nasce il documento di indirizzi per una Strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale. Lo hanno presentato Amici della Terra e EDFE (Enviromental Defense Fund Europe), Proxigas e Assorisorse a Roma nella sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati.
L’evento è stato organizzato con il supporto di Open gate Italia. In apertura, gli Amici della Terra hanno illustrato una prima stima che mostra la diversa impronta emissiva del Gas naturale importato nel nostro Paese rispetto a quello estratto in Italia. In particolare, risulta che le emissioni metano del gas importato immesso nella rete di trasporto nazionale (6400 t di CH4 per Mld di m3) sono 40 volte più alte delle emissioni legate al gas estratto in Italia 160 t di CH4 per Mld di m3.
Il documento condiviso da ambientalisti e imprese fissa un obiettivo di diminuzione delle emissioni in linea con quello previsto dal Global Methane Pledge (riduzione del 30% nel 2030 rispetto al 2020). Già nel 2020 queste emissioni hanno fatto registrare una riduzione del 62,7% rispetto al livello del 1990%. Il documento prevede anche obiettivi quantitativi specifici per quanto riguarda i segmenti dell’upstream, del trasporto e della distribuzione. Conseguire questo obiettivo consentirebbe all’Italia di raggiungere una riduzione di 1 milione e 700mila tonnellate annue di CO2 equivalenti all’anno.
ISPRA (Antonio Caputo), ARERA (Claudio Marcantonini) e CIG (Stefano Cagnoli), sono intervenuti per manifestare il proprio impegno a concorrere nell’ambito delle proprie competenze (monitoraggio ambientale, regolazione e normazione tecnica), a sostenere l’impegno dell’Italia per la riduzione delle emissioni climalteranti nella filiera.
In particolare, l’intervento di ISPRA ha presentato la parte del recente rapporto sulle emissioni di metano dell’ente dedicata proprio agli scenari di intervento per la riduzione delle emissioni fuggitive della filiera del gas naturale.
Il documento inquadra il ruolo delle imprese, la valorizzazione delle buone pratiche già messe in campo in Italia e prevede una specifica governance per la sua attuazione.
Il documento prevede anche la determinazione del “Methane Supply Index”, con riferimento alle emissioni di metano del gas importato in Italia da Paesi extraUE, coerentemente con gli obiettivi della Strategia Esterna UE per l’Energia nell’ambito del pacchetto REPowerEU, la proposta di Regolamento UE per la riduzione delle emissioni di metano del settore energetico.
Tommaso Franci, Direzione Amici della Terra ha dichiarato: “il documento condiviso da ambientalisti e imprese offre un contributo al governo per adottare in tempi rapidi un piano nazionale di azione per la riduzione delle emissioni di metano come previsto anche dagli impegni assunti dall’Italia nell’ambito del GMP durante la COP 27”. Franci sottolinea che “l’Italia ha aderito anche alla “joint declaration from Importers and Exporter” promossa dai paesi che pragmaticamente si prefiggono di ridurre le emissioni climalteranti legate all’uso dei combustibili fossili e, in particolare, del gas naturale lungo le catene di approvvigionamento. L’iniziativa è tanto più opportuna nella fase in cui i paesi forti importatori, come quelli UE, stanno limitando le importazioni dalla Russia e inaugurano nuove vie di approvvigionamento”. Franci ha concluso che: ”il ruolo del gas naturale nella transizione energetica va gestito pragmaticamente e non demonizzato in modo ideologico”.
Ilaria Restifo, referente per l’Italia di Environmental Defense Fund Europe (EDFE) co-organizzatore dell’evento ha sottolineato: “ci troviamo in un momento in cui si tende a considerare come secondaria ogni tematica energetico-ambientale non direttamente collegata alla crisi energetica e ai prezzi del gas. Ma sicurezza energetica, sicurezza economica e sicurezza climatica sono ormai da considerarsi inscindibili. E quindi la giornata di oggi è molto importante, perché riguarda la risposta condivisa dei principali stakeholder di uno stato membro a contrastare le emissioni di metano della propria filiera gas, guardando anche al tema degli import. Perché ogni questione legata alla sicurezza climatico-energetica coinvolge ormai istituzioni internazionali e singoli stati e perché richiama a una responsabilità etico-climatica transnazionale.”
Marta Bucci Direttore di PROXIGAS ha spiegato: “se vogliamo vincere la sfida ai cambiamenti climatici dobbiamo augurarci che aumentino i consumi di gas nel mondo in quanto oggi i combustibili più utilizzati sono petrolio e carbone, molto più inquinanti. Dobbiamo quindi utilizzare di più il gas ed imparare ad utilizzarlo sempre meglio, minimizzando gli impatti ambientali. In quest’ottica la riduzione delle emissioni fuggitive di metano rappresenta una linea d’intervento con grandi potenzialità, attuabile in tempi brevi e a costi contenuti, su cui la nostra industria, in particolare, ha già dimostrato impegno e sensibilità e può offrire un contributo rilevante valorizzando la grande esperienza delle proprie aziende.”
Andrea Ketoff, direttore di Assorisorse ha spiegato: “questo lavoro a più mani, che coinvolge operatori e stakeholders, è di particolare importanza perché contribuisce alla messa a terra di una specifica strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano che consentirebbe al nostro Paese, e alla nostra filiera del gas naturale, di assumere un approccio proattivo, e cogliere importanti opportunità nel processo di transizione e sicurezza energetica. L’impegno di Assorisorse mette a sistema le competenze della filiera energetica, tra l’altro aderendo all’iniziativa “Aiming for Zero Methane Emissions” di OGCI, che consente di condividere obiettivi e impegni concreti con i principali operatori internazionali”.
Fiamma Satta: La disabilità in tv? Spesso la si guarda con compassione o ammirazione. Io preferisco uno sguardo neutrale
Eventi d'interesse, News PresaTra i premiati in occasione dell’annuale convention PreSa anche Fiamma Satta, alla quale il riconoscimento è andato “per il suo lavoro a favore del riconoscimento, dell’integrazione e dell’autonomia delle persone con disabilità. Lei stessa si è detta «orgogliosa» e ha poi parlato del progetto che ormai da tempo porta avanti con grande successo all’interno della trasmissione rai Geo, condotta da Sveva Sagramola. «Nel mio piccolo, A spasso con te (questo il nome del format) è un modo per far comprendere che la disabilità andrebbe vista e vissuta con normalità. Sembra un concetto banale, scontato, ma non è così.
In tv la disabilità è spesso osservata con sguardo compassionevole, o ammirativo. O si parla del caso umano, quello per il quale dobbiamo provare compassione, o ci si spende in complimenti per le gesta dei nostri atleti paralimpici. Sia chiaro, io sono la prima fan dei nostri, ma credo che sia anche importante riportare lo sguardo ad una dimensione di assoluta normalità. Mancava uno sguardo in qualche modo “neutrale”. Andando in giro con personaggi noti in posti meravigliosi cerco di trasmettere questo messaggio, faccio capire che la sedia a rotelle non deve creare né imbarazzo, né compassione, né ammirazione. È semplicemente uno strumento attraverso il quale alcuni, come me, riescono a camminare».
Paolo Ruffini: Dedico questo premio alla compagnia di Up & Down. Quando sono con loro sono felice
Eventi d'interesse, News Presa«Vedo spesso tante persone “normali” in down. Siamo tutti così frenetici, così attenti a mediare nelle nostre relazioni sociali, poco spontanei. Per questo adoro lavorare e girare l’Italia con la mia compagnia, che una copia in più di un cromosoma e che, forse, proprio per questo ha una marcia in più e una spontaneità unica». È una lezione di vita, un prezioso spunto di riflessione, quello regalato da Paolo Ruffini al quale è stato ssegnato ieri il premio PreSa “per l’attività culturale a favore dell’integrazione sociale e professionale delle persone con disabilità”. Ruffini, ormai da tempo in giro per l’Italia con lo spettacolo Up & Down, ha usato parole spontanee per definire il valore di un rapporto autentico. «Quando sono con i mei colleghi sono con persone che non hanno bisogno di mediare o di fingere, sono persone autentiche che danno valore ai sentimenti». Ruffini ha poi rovesciato il paradigma “salute è cultura”, spiegando che anche “cultura è salute”. «Un paese senza cultura – ha detto – è un paese povero. La cultura ci aiuta a stare meglio, a prendere decisioni consapevoli, a decidere per il nostro futuro». Poi la dedica «tutti miei amici che rendono me disabile, perché ogni volta che capisco che loro hanno una marcia in più. Ho imparato nel tempo che preferisco stare a tavola con qualcuno che ha una sensibilità maggiore, anche se con qualche difficoltà cognitiva».
Viaggio tra prevenzione e innovazione per le disabilità, a Roma la convention annuale del network PreSa
Eventi d'interesse, News PresaMolti bambini, anche quelli piccolissimi, sono ormai dipendenti dalle tecnologie e dai social. Quando poi si incrocia questa dipendenza con le disabilità e con il fenomeno odioso del bullismo, i dati che emergono son a dir poco agghiaccianti. «Il 35% dei bambini e dei ragazzi con disabilità ha subito almeno un episodio di violenza di tipo fisico, emotivo, sessuale, psicologica o verbale da quando utilizza i social, i servizi di messaggistica o i giochi on line. I più colpiti sono coloro i quali soffrono di disturbi mentali (39%) e difficoltà cognitive (31%). Limitazioni fisiche e malattie croniche invece rappresentano il 30% del campione dei soggetti che vengono aggrediti su internet». Sono solo alcuni dei dati emersi nel corso della convention annuale organizzata dal Network Editoriale PreSa – Prevenzione Salute, dedicata quest’anno al tema “Salute è Cultura. Prevenzione e innovazione per le disabilità”.
CAMBIO DI PARADIGMA
L’indagine, condotta on-line tramite il portale dipendenze.com su un campione di 1000 ragazzi d’età compresa tra gli 8 e i 17 anni, dimostra ancora una volta che il web non è un posto per bambini e che bisogna attivare quanto prima un patentino digitale per cercare di creare consapevolezza prima di avere il primo smartphone e accesso alla rete. «Le nuove tecnologie ci offrono opportunità prima impensabili, ma questi progressi devono essere accompagnati da un cambio di paradigma, direi da una vera e propria rivoluzione culturale», commenta il presidente della Fondazione Mesit e direttore scientifico PreSa, Marco Trabucco Aurilio. «Cambiare significa infatti investire di più in salute, ma soprattutto cambiare l’approccio e la consapevolezza dei cittadini rispetto alla propria salute. Ecco perché la rivoluzione culturale della quale abbiamo bisogno e della quale dobbiamo essere artefici non può avvenire se non si inizia a piantare qualche seme in profondità, nelle scuole. Dobbiamo portare nelle nostre scuole l’educazione sanitaria, l’educazione alla salute. Deve essere materia obbligatoria e con pari dignità delle altre».
UN GAP DA COLMARE
Trabucco parla poi di innovazione digitale e tecnologica come tema da analizzare nelle sue molteplici sfaccettature. «Queste tecnologie hanno rivoluzionato in moltissime branche della medicina i paradigmi di cura e di prognosi – dice -. È cambiata in meglio la qualità di vita di moltissimi pazienti. Purtroppo, soprattutto in campo terapeutico, assistiamo ancora un gap inaccettabile legato alla logica di contrattazione dei diversi sistemi regionali. Un sistema che di fatto non consente lo stesso diritto alla salute a tutti i cittadini. Per questo – prosegue – è essenziale avviare un’importante riforma del Sistema sanitario e investire maggiori risorse. Il nostro Paese è oggi fanalino di coda in Europa per la spesa sanitaria, un ritardo che abbiamo pagato a caro prezzo nel pieno della pandemia».
I PREMI
Anche quest’anno PreSa ha assegnato premi ad artisti, imprenditori, scienziati, atleti ed esponenti del terzo settore capaci con il proprio operato di fare la differenza. Tra i premiati: Paolo Ruffini (Per l’attività culturale a favore dell’integrazione sociale e professionale delle persone con disabilità), Matteo Parenzan (Per l’esempio di perseveranza nel raggiungimento di un primato sportivo internazionale), Margherita Campanelli (Per i successi accademici e professionali conseguiti), Sally Galotti (Per l’attività creativa e la ricerca scientifica che hanno contribuito a rendere gli ambienti sanitari più attenti al benessere emotivo del paziente) e Fiamma Satta (Per il suo lavoro a favore del riconoscimento, dell’integrazione e dell’autonomia delle persone con disabilità).
Salute ed emissioni di metano: un piano nazionale di riduzione
News PresaIl metano rappresenta circa il 20% delle emissioni globali. Oltre a influire sulla temperatura terrestre e sul sistema climatico, contribuire alla produzione di ozono troposferico. Quest’ultimo danneggia la salute umana, la produzione di cibo e gli ecosistemi.
Emissioni, l’iniziativa
Da qui nasce il documento di indirizzi per una Strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale. Lo hanno presentato Amici della Terra e EDFE(Enviromental Defense Fund Europe), Proxigas e Assorisorse a Roma nella sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati.
L’evento è stato organizzato con il supporto di Open gate Italia. In apertura, gli Amici della Terra hanno illustrato una prima stima che mostra la diversa impronta emissiva del Gas naturale importato nel nostro Paese rispetto a quello estratto in Italia. In particolare, risulta che le emissioni metano del gas importato immesso nella rete di trasporto nazionale (6400 t di CH4 per Mld di m3) sono 40 volte più alte delle emissioni legate al gas estratto in Italia 160 t di CH4 per Mld di m3.
I numeri
Il documento condiviso da ambientalisti e imprese fissa un obiettivo di diminuzione delle emissioni in linea con quello previsto dal Global Methane Pledge (riduzione del 30% nel 2030 rispetto al 2020). Già nel 2020 queste emissioni hanno fatto registrare una riduzione del 62,7% rispetto al livello del 1990%. Il documento prevede anche obiettivi quantitativi specifici per quanto riguarda i segmenti dell’upstream, del trasporto e della distribuzione. Conseguire questo obiettivo consentirebbe all’Italia di raggiungere una riduzione di 1 milione e 700mila tonnellate annue di CO2 equivalenti all’anno.
ISPRA (Antonio Caputo), ARERA (Claudio Marcantonini) e CIG (Stefano Cagnoli) sono intervenuti per manifestare il proprio impegno a concorrere nell’ambito delle proprie competenze (monitoraggio ambientale, regolazione e normazione tecnica), a sostenere l’impegno dell’Italia per la riduzione delle emissioni climalteranti nella filiera.
In particolare, l’intervento di ISPRA ha presentato la parte del recente rapporto sulle emissioni di metano dell’ente dedicata proprio agli scenari di intervento per la riduzione delle emissioni fuggitive della filiera del gas naturale.
Il ruolo delle imprese in Italia
Il documento inquadra il ruolo delle imprese, la valorizzazione delle buone pratiche già messe in campo in Italia e prevede una specifica governance per la sua attuazione.
Il documento prevede anche la determinazione del “Methane Supply Index”, con riferimento alle emissioni di metano del gas importato in Italia da Paesi extraUE, coerentemente con gli obiettivi della Strategia Esterna UE per l’Energia nell’ambito del pacchetto REPowerEU, la proposta di Regolamento UE per la riduzione delle emissioni di metano del settore energetico.
Tommaso Franci, Direzione Amici della Terra ha dichiarato: “il documento condiviso da ambientalisti e imprese offre un contributo al governo per adottare in tempi rapidi un piano nazionale di azione per la riduzione delle emissioni di metano come previsto anche dagli impegni assunti dall’Italia nell’ambito del GMP durante la COP 27”. Franci sottolinea che “l’Italia ha aderito anche alla “joint declaration from Importers and Exporter” promossa dai paesi che pragmaticamente si prefiggono di ridurre le emissioni climalteranti legate all’uso dei combustibili fossili e, in particolare, del gas naturale lungo le catene di approvvigionamento. L’iniziativa è tanto più opportuna nella fase in cui i paesi forti importatori, come quelli UE, stanno limitando le importazioni dalla Russia e inaugurano nuove vie di approvvigionamento”. Franci ha concluso che: ”il ruolo del gas naturale nella transizione energetica va gestito pragmaticamente e non demonizzato in modo ideologico”.
Ilaria Restifo, referente per l’Italia di Environmental Defense Fund Europe (EDFE) co-organizzatore dell’evento ha sottolineato: “ci troviamo in un momento in cui si tende a considerare come secondaria ogni tematica energetico-ambientale non direttamente collegata alla crisi energetica e ai prezzi del gas. Ma sicurezza energetica, sicurezza economica e sicurezza climatica sono ormai da considerarsi inscindibili. E quindi la giornata di oggi è molto importante, perché riguarda la risposta condivisa dei principali stakeholder di uno stato membro a contrastare le emissioni di metano della propria filiera gas, guardando anche al tema degli import. Perché ogni questione legata alla sicurezza climatico-energetica coinvolge ormai istituzioni internazionali e singoli stati e perché richiama a una responsabilità etico-climatica transnazionale.”
Marta Bucci Direttore di PROXIGAS ha spiegato: “se vogliamo vincere la sfida ai cambiamenti climatici dobbiamo augurarci che aumentino i consumi di gas nel mondo in quanto oggi i combustibili più utilizzati sono petrolio e carbone, molto più inquinanti. Dobbiamo quindi utilizzare di più il gas ed imparare ad utilizzarlo sempre meglio, minimizzando gli impatti ambientali. In quest’ottica la riduzione delle emissioni fuggitive di metano rappresenta una linea d’intervento con grandi potenzialità, attuabile in tempi brevi e a costi contenuti, su cui la nostra industria, in particolare, ha già dimostrato impegno e sensibilità e può offrire un contributo rilevante valorizzando la grande esperienza delle proprie aziende.”
Andrea Ketoff, direttore di Assorisorse ha spiegato: “questo lavoro a più mani, che coinvolge operatori e stakeholders, è di particolare importanza perché contribuisce alla messa a terra di una specifica strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano che consentirebbe al nostro Paese, e alla nostra filiera del gas naturale, di assumere un approccio proattivo, e cogliere importanti opportunità nel processo di transizione e sicurezza energetica. L’impegno di Assorisorse mette a sistema le competenze della filiera energetica, tra l’altro aderendo all’iniziativa “Aiming for Zero Methane Emissions” di OGCI, che consente di condividere obiettivi e impegni concreti con i principali operatori internazionali”.
Il metano rappresenta circa il 20% delle emissioni globali. Oltre a influire sulla temperatura terrestre e sul sistema climatico, contribuire alla produzione di ozono troposferico. Quest’ultimo danneggia la salute umana, la produzione di cibo e gli ecosistemi.
Da qui nasce il documento di indirizzi per una Strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale. Lo hanno presentato Amici della Terra e EDFE (Enviromental Defense Fund Europe), Proxigas e Assorisorse a Roma nella sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati.
L’evento è stato organizzato con il supporto di Open gate Italia. In apertura, gli Amici della Terra hanno illustrato una prima stima che mostra la diversa impronta emissiva del Gas naturale importato nel nostro Paese rispetto a quello estratto in Italia. In particolare, risulta che le emissioni metano del gas importato immesso nella rete di trasporto nazionale (6400 t di CH4 per Mld di m3) sono 40 volte più alte delle emissioni legate al gas estratto in Italia 160 t di CH4 per Mld di m3.
Il documento condiviso da ambientalisti e imprese fissa un obiettivo di diminuzione delle emissioni in linea con quello previsto dal Global Methane Pledge (riduzione del 30% nel 2030 rispetto al 2020). Già nel 2020 queste emissioni hanno fatto registrare una riduzione del 62,7% rispetto al livello del 1990%. Il documento prevede anche obiettivi quantitativi specifici per quanto riguarda i segmenti dell’upstream, del trasporto e della distribuzione. Conseguire questo obiettivo consentirebbe all’Italia di raggiungere una riduzione di 1 milione e 700mila tonnellate annue di CO2 equivalenti all’anno.
ISPRA (Antonio Caputo), ARERA (Claudio Marcantonini) e CIG (Stefano Cagnoli), sono intervenuti per manifestare il proprio impegno a concorrere nell’ambito delle proprie competenze (monitoraggio ambientale, regolazione e normazione tecnica), a sostenere l’impegno dell’Italia per la riduzione delle emissioni climalteranti nella filiera.
In particolare, l’intervento di ISPRA ha presentato la parte del recente rapporto sulle emissioni di metano dell’ente dedicata proprio agli scenari di intervento per la riduzione delle emissioni fuggitive della filiera del gas naturale.
Il documento inquadra il ruolo delle imprese, la valorizzazione delle buone pratiche già messe in campo in Italia e prevede una specifica governance per la sua attuazione.
Il documento prevede anche la determinazione del “Methane Supply Index”, con riferimento alle emissioni di metano del gas importato in Italia da Paesi extraUE, coerentemente con gli obiettivi della Strategia Esterna UE per l’Energia nell’ambito del pacchetto REPowerEU, la proposta di Regolamento UE per la riduzione delle emissioni di metano del settore energetico.
Tommaso Franci, Direzione Amici della Terra ha dichiarato: “il documento condiviso da ambientalisti e imprese offre un contributo al governo per adottare in tempi rapidi un piano nazionale di azione per la riduzione delle emissioni di metano come previsto anche dagli impegni assunti dall’Italia nell’ambito del GMP durante la COP 27”. Franci sottolinea che “l’Italia ha aderito anche alla “joint declaration from Importers and Exporter” promossa dai paesi che pragmaticamente si prefiggono di ridurre le emissioni climalteranti legate all’uso dei combustibili fossili e, in particolare, del gas naturale lungo le catene di approvvigionamento. L’iniziativa è tanto più opportuna nella fase in cui i paesi forti importatori, come quelli UE, stanno limitando le importazioni dalla Russia e inaugurano nuove vie di approvvigionamento”. Franci ha concluso che: ”il ruolo del gas naturale nella transizione energetica va gestito pragmaticamente e non demonizzato in modo ideologico”.
Ilaria Restifo, referente per l’Italia di Environmental Defense Fund Europe (EDFE) co-organizzatore dell’evento ha sottolineato: “ci troviamo in un momento in cui si tende a considerare come secondaria ogni tematica energetico-ambientale non direttamente collegata alla crisi energetica e ai prezzi del gas. Ma sicurezza energetica, sicurezza economica e sicurezza climatica sono ormai da considerarsi inscindibili. E quindi la giornata di oggi è molto importante, perché riguarda la risposta condivisa dei principali stakeholder di uno stato membro a contrastare le emissioni di metano della propria filiera gas, guardando anche al tema degli import. Perché ogni questione legata alla sicurezza climatico-energetica coinvolge ormai istituzioni internazionali e singoli stati e perché richiama a una responsabilità etico-climatica transnazionale.”
Marta Bucci Direttore di PROXIGAS ha spiegato: “se vogliamo vincere la sfida ai cambiamenti climatici dobbiamo augurarci che aumentino i consumi di gas nel mondo in quanto oggi i combustibili più utilizzati sono petrolio e carbone, molto più inquinanti. Dobbiamo quindi utilizzare di più il gas ed imparare ad utilizzarlo sempre meglio, minimizzando gli impatti ambientali. In quest’ottica la riduzione delle emissioni fuggitive di metano rappresenta una linea d’intervento con grandi potenzialità, attuabile in tempi brevi e a costi contenuti, su cui la nostra industria, in particolare, ha già dimostrato impegno e sensibilità e può offrire un contributo rilevante valorizzando la grande esperienza delle proprie aziende.”
Andrea Ketoff, direttore di Assorisorse ha spiegato: “questo lavoro a più mani, che coinvolge operatori e stakeholders, è di particolare importanza perché contribuisce alla messa a terra di una specifica strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano che consentirebbe al nostro Paese, e alla nostra filiera del gas naturale, di assumere un approccio proattivo, e cogliere importanti opportunità nel processo di transizione e sicurezza energetica. L’impegno di Assorisorse mette a sistema le competenze della filiera energetica, tra l’altro aderendo all’iniziativa “Aiming for Zero Methane Emissions” di OGCI, che consente di condividere obiettivi e impegni concreti con i principali operatori internazionali”.
Carcinoma gastrico avanzato HER2+, cura approvata in UE per pazienti pretrattati
Farmaceutica, News PresaL’Unione Europea ha approvato una nuova monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma gastrico avanzato HER2-positivo, precedentemente trattati.
Si tratta di Trastuzumab deruxtecan, un anticorpo farmaco-coniugato ingegnerizzato per essere diretto specificamente contro il recettore HER2.
Carcinoma gastrico, i numeri in Europa
Ogni anno vengono diagnosticati circa 136 mila casi di carcinoma gastrico in Europa, area in cui rappresenta la sesta causa di morte per cancro. Il carcinoma gastrico di solito viene diagnosticato in fase avanzata, ma anche quando la diagnosi avviene in stadi più precoci, il tasso di sopravvivenza rimane modesto. Circa un tumore gastrico su cinque è HER2-positivo
L’approvazione da parte della Commissione Europea fa seguito al parere positivo espresso dal Comitato per i Medicinali ad Uso Umano (CHMP) emesso a novembre 2022, e si basa sui risultati degli studi di fase 2 DESTINY-Gastric02 e DESTINY-Gastric01.
“La notizia di oggi è un gradito passo avanti per i pazienti affetti da carcinoma gastrico avanzato HER2-positivo”, afferma Eric Van Cutsem, MD, PhD, Capo del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Leuven, Belgio, nonché Presidente fondatore dell’ESMO-GI/Congresso mondiale dei tumori gastrointestinali.
“I pazienti affetti da questa patologia hanno esiti sfavorevoli dopo la progressione al trattamento iniziale con un farmaco anti-HER2, poiché molti non rispondono a ulteriori trattamenti e anche quelli che rispondono spesso non hanno risposte durature. I dati degli studi DESTINY-Gastric02 e DESTINY-Gastric01 supportano il posizionamento di trastuzumab deruxtecan come nuovo standard di cura per i pazienti in questo contesto”.
Gli studi
Nello studio DESTINY-Gastric02, condotto su pazienti provenienti dal Nord America e dall’Europa, il trattamento con trastuzumab deruxtecan (6,4 mg/kg) ha portato a un tasso di risposta obiettiva confermata (cORR) del 41,8% (intervallo di confidenza [IC] al 95%: 30,8-53,4), come valutato dalla revisione centrale indipendente (independent central review, ICR). La durata mediana della risposta (DoR) è stata di 8,1 mesi (IC al 95%: 5,9-Non stimabile).
Nello studio DESTINY-Gastric01, condotto su pazienti provenienti da Giappone e Corea del Sud, il trattamento con trastuzumab deruxtecan ha determinato una ORR confermata del 40,5% rispetto al 11,3% con la chemioterapia (irinotecan o paclitaxel), come valutato dall’ICR. La DoR mediana è stata di 11,3 mesi con trastuzumab deruxtecan rispetto ai 3,9 mesi con la chemioterapia. I pazienti trattati con trastuzumab deruxtecan hanno registrato una riduzione del 41% del rischio di morte rispetto ai pazienti trattati con la chemioterapia (hazard ratio [HR] = 0,59; IC al 95%: 0,39-0.88, p=0,0097) con una OS mediana di 12,5 mesi (IC al 95%: 9,6-14,3) contro 8,4 mesi (IC al 95%: 6,9-10,7).
In entrambi gli studi, i profili di sicurezza osservati nei pazienti trattati con trastuzumab deruxtecan sono stati in linea con quelli precedentemente osservati in altri studi su questo ADC, e non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza.
Il Carcinoma gastrico HER2-positivo metastatico
Il carcinoma gastrico (dello stomaco) è il quinto tumore più comune al mondo e la quarta principale causa di morte per cancro, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 5-10% nei casi di malattia avanzata o metastatica. Nel 2020, sono stati segnalati circa un milione di nuovi casi e 768.000 decessi a livello globale.
In Europa, ogni anno vengono diagnosticati circa 136.000 casi di cancro gastrico, e l’Europa orientale ha il secondo più alto tasso di incidenza del carcinoma gastrico del mondo, dopo l’Asia orientale. Il carcinoma gastrico è la sesta causa di morte per cancro in Europa, e viene solitamente diagnosticato in stadio avanzato, ma anche quando la diagnosi avviene nelle fasi iniziali, la sopravvivenza rimane modesta.
Circa un carcinoma gastrico su cinque risulta HER2-positivo. HER2 è un recettore tirosin-chinasico che favorisce la crescita tumorale ed è espresso sulla superficie di molti tipi di cancro, inclusi quello della mammella, dello stomaco, del polmone e del colon-retto. L’iper-espressione di HER2 può essere associata a una specifica alterazione del gene HER2 nota come amplificazione di HER2.
Il trattamento di prima linea raccomandato in UE per il carcinoma gastrico avanzato o metastatico HER2-positivo è la chemioterapia in associazione con trastuzumab, un farmaco anti-HER2, che ha dimostrato un miglioramento degli outcomes se aggiunto alla chemioterapia. Per i pazienti in cui il carcinoma gastrico progredisce nonostante un trattamento iniziale a base di trastuzumab, prima dell’approvazione di trastuzumab deruxtecan, in UE non esistevano altri trattamenti anti-HER2 approvati.
Sistema immunitario: credenze e abitudini che lo rendono più vulnerabile
Prevenzione, Stili di vitaUfficialmente l’inverno non è ancora iniziato, ma quest’anno l’influenza ha già raggiunto il suo picco. Inoltre circolano numerosi altri virus, non solo il covid. I vaccini rimangono il mezzo più efficace per prevenire l’influenza. Tuttavia, ci sono alcune abitudini quotidiane che possono rendere il sistema immunitario più vulnerabile.
Grassi saturi e alcol
Secondo uno studio pubblicato sul Nutrition Journal, i grassi buoni omega 3 hanno proprietà antinfiammatorie. Questi grassi, contenuti ad esempio nell’olio extravergine di oliva e nella frutta secca, sono importanti nei processi di risoluzione dell’infiammazione intestinale. Al contrario, i grassi saturi agevolano processi infiammatori. Anche l’obesità può ridurre la capacità dell’organismo di resistere alle malattie. In particolare, la pancia e il grasso localizzato attorno agli organi sono nemici del sistema immunitario, molto di più del grasso corporeo totale. Un altro fattore di rischio è l’alcol: riduce, infatti, l’efficacia dei globuli bianchi nell’attaccare i batteri nocivi. Inoltre diminuisce la capacità dell’organismo di produrre cellule in grado di resistere ai virus.
Movimento e sonno
Una ricerca pubblicata sul British Journal of Sports Medicine, afferma che le infezioni alle vie respiratorie durano il 42% del tempo in più nei volontari che facevano attività fisica massimo una volta a settimana, rispetto a coloro che svolgevano esercizi aerobici 5 o più volte a settimana. Anche la sedentarietà, quindi, riduce la performance del sistema immunitario. Lo stesso vale per il sonno. La risposta immunitaria dell’organismo contro virus e batteri viene accelerata mentre si dorme. Di conseguenza, avere un sonno insufficiente riduce questa capacità.
Solitudine influenza il sistema immunitario
La salute fisica va di pari passo con quella mentale. Ecco perché giocano un altro ruolo chiave le emozioni. Uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences rivela come la norepinefrina sia più elevata nelle persone che si sentono sole. Nei momenti più bui, questo ormone aumenta la produzione di globuli bianchi che aiutano a guarire le ferite. Il processo, però, chiude la parte del sistema immunitario che combatte i virus, lasciando così l’organismo più esposto alle malattie. Un capitolo a parte merita l’uso improprio di antibiotici. In particolare, gli antibiotici distruggono la comunicazione fra il sistema immunitario e i batteri presenti nell’organismo. Un uso eccessivo in età infantile aumenta anche il rischio di sviluppare malattie infiammatorie croniche intestinali.
Rimedi naturali e sistema immunitario, cosa dice la scienza
Spesso si sente parlare di influenza e rimedi naturali, ma non sempre le credenze più diffuse poggiano su basi scientifiche. Ad esempio, l’utilizzo di vitamina C a scopo preventivo è una di queste. Sebbene sia essenziale al buon funzionamento dell’organismo, non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la sua utilità nel prevenire l’influenza o il raffreddore. Tuttavia, per alcuni studi, il suo regolare consumo ridurrebbe alcuni dei sintomi influenzali, ma non se assunta dopo aver già sviluppato la malattia.
Il National Center for Complementary and Integrative Health (Nih) statunitense ha dedicato una lunga analisi ai rimedi naturali e agli effetti dimostrabili scientificamente. Lo zinco è tra i rimedi che, se assunto per via orale entro 24 ore dalla comparsa dei sintomi e per un periodo che sia inferiore alle due settimane, può accorciare la durata di alcuni sintomi influenzali, tra cui congestione nasale, mal di gola, raucedine, tosse e dolori muscolari. Lo dimostra una meta-analisi del 2015. Per quanto riguarda l’echinacea, usata per prevenire o trattare le sindromi influenzali, i risultati sono ancora poco chiaro contraddittori. Come emerge da una meta-analisi del 2012.
In generale, per prevenire l’influenza, secondo gli esperti, oltre al vaccino è importate osservare buone regole igieniche e uno stile di vita sano.
Ricerca tumori: nuove terapie geniche dal progetto Immuno
News PresaPer mettere a punto le terapie geniche Car-T da poter usare nell’uomo sono serviti vent’anni di ricerche. Si tratta di nuove terapie personalizzate contro il cancro. Agiscono direttamente sul sistema immunitario del paziente per renderlo in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali.
Il meccanismo è semplice. Il sistema immunitario vigila continuamente sull’organismo ed elimina anche cellule alterate come quelle tumorali. Se i linfociti T, i nostri “guardiani”, sono modificati geneticamente, possono riconoscere e attaccare un tumore. Una Car-T, quindi, consiste nell’addestrare i linfociti T.
Le terapie geniche CAR-T
Le cellule immunitarie (i linfociti T) vengono estratte dal paziente con un prelievo in laboratorio. Vengono poi modificate geneticamente e “ingegnerizzate”. All’interno dei linfociti viene introdotto il recettore CAR (Chimeric Antigen Receptor) capace di riconoscere le cellule tumorali. Successivamente vengono re-infuse nel paziente per attivare la risposta del sistema immunitario contro la malattia.
Il principio attivo si costruisce di volta in volta con le cellule del malato, per questo sono considerate terapie iperpersonalizzate. Le terapie con Car-T hanno dimostrato di essere efficaci anche in pazienti senza altre possibilità di cura. Hanno ottenuto il 30-40 per cento di remissioni complete nei casi più complessi.
Per quanto riguarda l’approvazione, sono gestite come i farmaci. In Italia la prima Car-T ha ricevuto il via libera nel 2019. Oggi le terapie rimborsate dal Servizio sanitario nazionale sono tre, per specifiche tipologie di leucemia linfoblastica acuta e linfoma, in pazienti in cui i trattamenti standard abbiano fallito. Ad oggi esistono ancora molti limiti e la terapia può essere somministrata solo in alcuni pazienti.
Nuovi sviluppi per le CAR-T dal progetto IMMUNO
Il Bambino Gesù di Roma ha coordinato il network per lo sviluppo di nuove terapie geniche di cui fanno parte l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e 3 aziende biotecnologiche.
Si tratta di nuove terapie geniche e un nuovo modello murino per la generazione di anticorpi monoclonali completamente umani. I risultati sono il frutto di 4 progetti promossi da “IMMUNO”, il network di ricerca e sviluppo di cellule CAR-T per l’applicazione in ambito oncoematologico. Il network è composto dall’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE), da tre imprese biotecnologiche (Menarini Biotech, Takis e Plaisantx) ed è coordinato dal professor Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia, Terapie cellulari, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Le ricerche della rete IMMUNO sono cofinanziate da Lazio Innova Spa e dall’Unione Europea.
I progetti di “IMMUNO”
Il primo progetto, CARSA (recettore antigenico chimerico per il sarcoma), ha realizzato prototipi di terapia genica basati sulla generazione di cellule T geneticamente modificate per il trattamento dei pazienti affetti da sarcoma.
Il secondo studio, GEMMA (GEnerazione di nuovi CAR T e BiTE per convertire il Microambiente tuMorAle”), ha portato allo sviluppo di una terapia CAR-T per eliminare i componenti immunosoppressori nel microambiente tumorale che limitano l’attività dei linfociti T nei tumori solidi polmonari.
Il terzo progetto, HuMAD (Humanized Mouse for Antibody Discovery), ha studiato un nuovo modello murino per la generazione di anticorpi monoclonali completamente umani con cui trattare i pazienti oncologici. Attualmente infatti gli anticorpi monoclonali prodotti attraverso i modelli murini possono essere riconosciuti come estranei dal sistema immunitario del paziente e possono quindi essere rigettati.
Nell’ultimo studio, TraZimAb, i ricercatori hanno sviluppato un nuovo prodotto CAR-T per il trattamento dell’aspergillosi. Si tratta di un’infezione rara delle vie respiratorie causata dall’inalazione delle spore del fungo filamentoso Aspergilluse, ma che ha una rilevanza estrema nel contesto dei pazienti immunosoppressi, come per esempio i pazienti sottoposti a trapianto.
«L’immunoterapia sta cambiando la terapia del cancro. – sottolinea Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico del Regina Elena – In questo ambito il partenariato pubblico-privato del progetto IMMUNO ha dimostrato di mettere a punto in maniera sinergica nuove armi molto promettenti che in seguito ad ulteriore sperimentazione si potranno fare strada in sperimentazioni cliniche».
«Un progetto di tale valenza scientifica e traslazionale – evidenzia Paola Nistico’, ricercatrice responsabile dell’Unità di Immunologia e immunoterapia dei tumori IRE e coordinatrice del “progetto Gemma” – è stato alimentato da grandi sinergie tra i partners e ha permesso che giovani ricercatori acquisissero elevate competenze nel campo dell’immunoterapia».
Tumori del sangue: sesso ed età incidono sulla prognosi
Prevenzione, Ricerca innovazioneSesso ed età sono fattori di rischio fondamentali nella prognosi delle sindromi mielodisplastiche. Si tratta dei tumori del sangue caratterizzati da anemia, in grado di evolvere in leucemia mieloide acuta. In particolare, gli uomini over 60 mostrano sintomi di anemia più gravi, un’aspettativa di vita più bassa e la necessità di cure più precoci rispetto alle donne.
I risultati emergono da uno studio coordinato dall’IRCCS Istituto Clinico Humanitas all’interno del consorzio europeo GenoMed4All (finanziato dal programma Horizon 2020). Il lavoro è stato pubblicato su Lancet Haematology.
I ricercatori guidati da Matteo Della Porta, responsabile Leucemie e Mielodisplasie di Humanitas e professore di Humanitas University, hanno sviluppato e reso disponibile online un nuovo algoritmo di medicina personalizzata. Permette di calcolare il rischio di progressione della malattia tenendo in conto sesso ed età del paziente. Grazie all’Intelligenza Artificiale e un approccio di medicina di genere, hanno analizzato il più ampio numero di casi di mielodisplasie finora disponibile (oltre 13 mila). L’obiettivo è indirizzare la scelta delle terapie più efficaci.
Come il sesso influenza la malattia
Dai risultati è emerso che il comportamento biologico della malattia, e quindi la prognosi e il trattamento, non sono influenzati solo dagli aspetti clinici, ma anche dal sesso e dall’età del paziente. Il sesso influenza l’espressione della malattia in tre aspetti: biologia, prognosi e trattamento.
“Per quanto riguarda la biologia – spiega il coordinatore scientifico dello studio, il prof. Matteo Della Porta – le mutazioni del DNA alla base della malattia sono diverse nei maschi e nelle femmine”. Ciò “ha effetto sulla manifestazione della malattia, cioè sui sintomi e l’evoluzione clinica, che dipendono dal tipo di alterazioni del DNA. Sintomi come l’anemia sono più severi negli uomini proprio in ragione del tipo di mutazioni caratteristiche del sesso maschile. La prognosi è diversa, con aspettativa di vita significativamente inferiore per i maschi rispetto alle femmine, indipendentemente dall’aspettativa di vita media della popolazione generale.
Anche i trattamenti sono influenzati dal sesso del paziente. Le terapie dell’anemia devono essere gestite diversamente tra maschi e femmine”. Infatti, “i maschi tendono ad avere conseguenze negative sulla qualità e aspettativa di vita con livelli più alti di emoglobina e globuli rossi. Questo è particolarmente evidente sul rischio di complicanze cardiovascolari”. Quest’ultime “sono molto più frequenti nei maschi e risentono più pesantemente della carenza di ossigeno conseguente all’anemia”.
Tumori del sangue, un algoritmo per la prognosi
Con la collaborazione dei data scientists dell’Humanitas AI Center e grazie ai risultati dello studio, i ricercatori hanno realizzato algoritmi in grado di implementare, sul singolo paziente, due modelli prognostici per le sindromi mielodisplastiche che includono età e sesso.
Il medico oggi può ottenere una prognosi su misura, inserendo i dati del paziente nella piattaforma online. La prognosi calcolata con il nuovo modello matematico, viene comparata con gli score clinici tradizionali (International Prognostic Scoring System-IPSS-R), che utilizzano solo parametri legati alla malattia. Oltre al programma EU Horizon 2020, la ricerca è stata possibile grazie a Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e ai finanziamenti del Ministero dell’Università e della Ricerca e del Ministero della Salute.
CAR-T, destinazione futuro. La Campania all’avanguardia nella lotta ai tumori del sangue
Ricerca innovazioneLa Campania all’avanguardia sul fronte delle CAR-T, le cure che ingegnerizzano i linfociti T per aiutarli a combattere i tumori. Una terapia che rappresenta la grande speranza nel trattamento delle malattie oncologiche e oncoematologiche. In particolare, sono due i Centri sul territorio di alto profilo e competenza autorizzati alla somministrazione delle CAR-T: l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e l’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Santobono Pausilipon di Napoli.
SPERANZA DI CURA
Le terapie già approvate a livello europeo sono 6, con tassi di remissione completa fino all’82% per la Leucemia Linfoblastica Acuta, il tumore più frequente in età pediatrica; tra il 40 e oltre il 50% per i Linfomi non-Hodgkin molto aggressivi (Linfoma diffuso a grandi cellule B, Linfoma a cellule B di alto grado e Linfoma primitivo del mediastino). Una risposta completa nel 53% dei pazienti con Linfoma follicolare e nel 67% dei pazienti con Linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario; e un importante miglioramento della sopravvivenza (2 anni per oltre il 50% dei pazienti) nel Mieloma. Attualmente queste terapie vengono studiate anche per l’impiego contro altre malattie ematologiche e i tumori solidi. Per rispondere a domande su queste terapie, ma anche per diffondere la conoscenza su questo tema, arriva a Napoli CAR-T – Destinazione futuro, una campagna itinerante e online promossa da AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma: un vero e proprio “viaggio nel futuro” della lotta ai tumori, al quale sono invitati a partecipare pazienti, familiari, medici e Istituzioni, articolato in eventi sul territorio e attività digitali finalizzate ad accrescere l’informazione, misurare le aspettative, far emergere bisogni e criticità.
NUOVA FRONTIERA
«L’impiego delle CAR-T e i risultati importantissimi fin qui ottenuti in alcuni tumori del sangue e in pazienti che non avevano più alcuna possibilità terapeutica hanno aperto uno scenario che solo alcuni anni fa era davvero impensabile e innescato una frenetica ricerca di informazioni da parte dei malati e delle loro famiglie – spiega Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL – era preciso dovere di AIL mettere a disposizione di pazienti e familiari tutte le informazioni nel modo più esaustivo e corretto possibile. Lo abbiamo fatto con il progetto “CAR-T – Destinazione futuro”, campagna itinerante partita nel 2021. Riteniamo utile continuare ad informare i pazienti ematologici e gli operatori sanitari su questa nuova frontiera della medicina che, siamo convinti, aprirà nuovi orizzonti terapeutici per alcuni tumori del sangue». Le attività della campagna prevedono una landing page dedicata all’interno del sito dell’AIL con tutte le più importanti informazioni relative alle terapie CAR-T, insieme a una mappa dei Centri autorizzati alla somministrazione.
Un albero dalle proprietà antivirali potrebbe curare il covid
Covid, Ricerca innovazioneL’estratto di Paulownia Tomentosa ha dimostrato una significativa attività antivirale contro la malattia Covid-19. Si tratta di un arbusto conosciuto anche come albero antismog. Lo rivela uno studio coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità appena pubblicato dalla rivista Biomedicine and Pharmacotherapy.
Un albero con proprietà antivirali
I ricercatori hanno studiato le proprietà biologiche di un estratto di legno di Paulownia tomentosa termo-trattato su SARS-CoV-2, responsabile della malattia COVID-19. I risultati hanno confermato per l’estratto di Paulonia una significativa attività antivirale. In particolare, associata a un effetto citoprotettivo, senza interferire in nessun modo sull’attività contrattile della muscolatura liscia di trachea e polmoni. La ricerca apre la strada a nuovi studi per confermare i risultati.
Lo studio italiano
Lo studio ha visto la collaborazione di gruppi di ricerca italiani, tra cui: l’Università della Basilicata; l’Università degli Studi di Urbino, Carlo Bo; UniCamillus – Saint Camillus International University of Health Sciences; l’Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica di Palermo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Dipartimento di Malattie Infettive dell’ Istituto Superiore di Sanità.