Potenziare sanità nelle aree interne: obiettivo del nuovo Intergruppo parlamentare
Le aree interne rappresentano oltre il 60% del territorio nazionale, con 4 mila comuni e 13 milioni di abitanti, il 22,7% della popolazione italiana. Spesso queste zone sono carenti di servizi essenziali, soprattutto sanitari. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre un’opportunità per sviluppare la sanità territoriale in queste aree. A tal fine, è stato presentato l’Intergruppo parlamentare sulla prevenzione e le emergenze sanitarie nelle aree interne.
Convegno al Senato: La Nuova Sanità Territoriale
Il tema è stato discusso ieri al Senato nel convegno “La nuova sanità territoriale, le emergenze e le aree interne”. L’iniziativa del senatore Guido Quintino Liris è stata un’occasione per riflettere sulle necessità delle aree interne, una parte significativa del nostro Paese, soprattutto alla luce del PNRR. Durante il convegno, è stato presentato l’Intergruppo parlamentare sulla prevenzione e le emergenze sanitarie nelle aree interne, presieduto dal Sen. Guido Quintino Liris e dalla Sen. Daniela Sbrollini.
Aree interne italiane
Le aree interne sono caratterizzate da “centri minori” spesso di piccole dimensioni, distanti dai servizi essenziali come istruzione, salute e mobilità. Queste zone coprono oltre il 60% del territorio nazionale, includono 4.000 comuni e ospitano 13 milioni di abitanti, pari al 22,7% della popolazione italiana. Questi territori affrontano rischi di spopolamento, mobilità giovanile elevata e ridotta natalità. La qualità dei servizi è spesso limitata e la popolazione è generalmente meno digitalizzata e con fragilità formative.
Problemi nell’istruzione e spopolamento
Nelle aree interne, l’istruzione incontra spesso difficoltà che aggravano la tendenza allo spopolamento. L’offerta educativa è compromessa dalle difficoltà di spostamento e dalla mobilità degli insegnanti. Oltre l’80% dei comuni nelle aree interne non ha scuole superiori statali e il 39% non ospita scuole medie. Le realtà montane e le piccole isole, che fanno parte delle aree interne, risultano poco connesse ai centri di erogazione dei servizi primari.
Isolamento e servizi essenziali
Le aree interne marginali vivono spesso una situazione di isolamento in termini di accesso ai servizi essenziali. I comuni “polo” sono quelli che offrono un’offerta scolastica articolata, un ospedale con DEA di I livello e una stazione ferroviaria di tipo silver. I comuni che distano meno di 27,7 minuti dal polo sono definiti “cintura”. Quelli che distano oltre 27,7 minuti sono classificati come aree interne e si suddividono in intermedi, periferici e ultraperiferici, in base alla distanza.
Sanità nelle aree interne
Nei comuni periferici e ultraperiferici, oltre un residente su quattro ha almeno 65 anni. Circa 1,5 milioni di cittadini con diabete vivono in queste aree marginali, aumentando il bisogno di un sistema sociale più robusto mentre le risorse diminuiscono. Le calamità naturali, accentuate dai cambiamenti climatici, rendono questi territori ancora più fragili.
I presidi sanitari diffusi
La presenza di presidi sanitari diffusi è cruciale nelle aree interne. Questi si collegano alle politiche di prossimità, considerando la difficoltà dei collegamenti, la lontananza dai servizi essenziali e l’invecchiamento della popolazione. Il PNRR punta a sviluppare una nuova rete di sanità territoriale, considerata un investimento più che un costo.
Dichiarazioni del senatore Guido Quintino Liris
Il senatore Guido Quintino Liris ha dichiarato: “Il PNRR identifica nello sviluppo della nuova rete di sanità territoriale un punto di sostegno alle politiche di riqualificazione dei tessuti urbani più vulnerabili. La spesa sanitaria non è più vista come un costo, ma come un investimento. Prevenzione, territorio e prossimità diventano le parole chiave per una sanità vicina ai bisogni della popolazione. È strategico potenziare la sanità territoriale nelle aree interne attraverso telemedicina, teleassistenza, assistenza domiciliare integrata e le case e ospedali di comunità.”
Dichiarazioni della senatrice Daniela Sbrollini
La senatrice Daniela Sbrollini ha aggiunto: “Nelle aree interne oltre la metà delle case di comunità previste col PNRR sarà spoke e il 23,3% dei futuri ospedali di comunità sarà realizzato con nuove costruzioni o ampliamenti. L’obiettivo centrale è costruire una rete di servizi sanitari di prossimità con punti di digitalizzazione, telemedicina, farmacie dei servizi, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, per promuovere una equità socio-sanitaria in tutto il Paese.”
Intervento del Ministro della Salute, Orazio Schillaci
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato: “Dobbiamo dare ai 13 milioni di italiani che vivono nelle aree interne la possibilità di curarsi vicino casa. Penso agli anziani e ai più vulnerabili, che hanno bisogni sociali e sanitari legati a patologie croniche. La realizzazione del 30% delle case di comunità e di oltre il 20% degli ospedali di comunità nelle aree interne rafforzerà la capacità di risposta del Servizio Sanitario Nazionale. Abbiamo aumentato di 250 milioni le risorse per l’assistenza domiciliare e di 500 milioni per la telemedicina.”
Protezione civile e politiche del mare
“L’Italia purtroppo non è un Paese per la prevenzione, non siamo fatti per prevenire il rischio e non abbiamo una buona cultura nell’approccio con il rischio. Ce ne stiamo accorgendo anche in questi giorni guardando la realtà dei Campi Flegrei – ha dichiarato il Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci. “Naturalmente la complessità della materia richiede un confronto con tutte le amministrazioni dello Stato”, ha concluso.