Influenza, sintomi e vaccini: previsto superamento dei 14,5 milioni di casi del 2023
L’influenza stagionale non è ancora arrivata, ma i primi segnali sono già presenti. Secondo l’Osservatorio Influenza, a settembre 2024 si contano già oltre 150.000 casi settimanali di sindromi influenzali o simil-influenzali. Si tratta di un anticipo rispetto al picco vero e proprio, che arriverà con l’abbassamento delle temperature. I virus che circolano ora includono adenovirus, rinovirus e altri patogeni respiratori, ma l’influenza “vera” è attesa nei prossimi mesi, quando le condizioni climatiche e l’aumento dei contatti sociali, soprattutto durante le festività, favoriranno la diffusione del virus.
Previsioni per l’influenza e rischio di un nuovo picco
Lo scorso anno, in Italia, i casi d’influenza hanno superato i 14,5 milioni. Per la stagione 2024-2025, gli esperti temono un nuovo picco, soprattutto dopo quanto osservato nell’emisfero australe. In Australia, ad esempio, la stagione influenzale è stata tra le peggiori degli ultimi anni, con una forte diffusione del ceppo AH3N2, presente anche nel vaccino che sarà somministrato quest’anno in Europa. Con l’arrivo dell’inverno si prevedono un mix di virus influenzali, sinciziali e un probabile aumento dei casi di Covid-19, alimentato dalla variante XEC, che ha mostrato una rapida diffusione negli ultimi mesi.
I sintomi
L’influenza si manifesta con sintomi come: febbre, dolori muscolari o articolari, e almeno un sintomo respiratorio, come naso chiuso o tosse. Questi segni la distinguono dalle altre sindromi respiratorie che circolano nei mesi freddi, spesso più lievi e con manifestazioni meno intense.
Vaccino e automedicazione
La vaccinazione resta la principale arma di prevenzione. Il Ministero della Salute ha raccomandato di avviare le campagne vaccinali già dall’inizio di ottobre, con particolare attenzione alle categorie più a rischio: anziani, persone con patologie croniche, donne in gravidanza e bambini sotto i sei anni. L’automedicazione responsabile è altrettanto importante: l’uso di farmaci antinfiammatori può alleviare i sintomi, permettendo comunque di monitorare l’andamento della malattia. La tempestività, infatti, può fare la differenza anche nella gestione dei casi di Covid-19, che continuano a presentarsi. Gli antivirali specifici per il Covid, se somministrati nei tempi giusti, possono ridurre significativamente le complicanze. Mentre l’influenza mantiene caratteristiche stabili, il Covid può presentarsi in forme più o meno gravi, rendendo essenziale la diagnosi precoce tramite tampone.
I vaccini disponibili: quali sono e come funzionano
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato otto vaccini per la stagione influenzale 2024-2025, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. I vaccini includono ceppi virali aggiornati per proteggere contro i virus più recenti.
La vaccinazione è gratuita per gli over 60, le donne in gravidanza, i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, le persone con patologie croniche, e altri gruppi a rischio. In alcune Regioni, come la Lombardia, le gare per la fornitura dei vaccini sono già state concluse, e i vaccini saranno disponibili a partire da ottobre.
I dati sull’adesione vaccinale scarsi
L’adesione alla campagna vaccinale contro l’influenza e il Covid-19 nel 2023 è stata inferiore alle aspettative. Solo l’8,6% delle persone considerate più fragili ha effettuato il richiamo anti-Covid, mentre la copertura vaccinale antinfluenzale tra gli over 60 si è fermata al 53%. Questi dati preoccupano gli esperti, che vedono in questa riluttanza un segnale di sfiducia verso i vaccini. Eppure i vaccini rimangono la principale difesa contro complicanze potenzialmente gravi, sia per l’influenza che per il Covid-19.
Le linee guida dell’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiornato le linee guida per la gestione dei pazienti affetti da virus influenzali, dando nuove raccomandazioni sull’uso di farmaci antivirali per prevenire l’infezione nei soggetti esposti al virus nelle 48 ore precedenti. L’obiettivo è garantire una gestione più efficace, in particolare per i pazienti ad alto rischio, come gli anziani e le persone con malattie croniche.