Aggressioni ai medici di Melito: situazione fuori controllo
Ancora delle aggressioni ai medici, a vederle sembrano immagini della serie Gomorra. Un uomo di stazza che si dimena e all’improvviso scaglia una sedia contro un malcapitato medico. Tutt’attorno il caos e le grida di chi assiste alla scena. Qualcuno trova il coraggio di filmare un’aggressione che altrimenti sarebbe esistita solo nel racconto di chi l’ha subita. È successo a Melito (provincia di Napoli) in un ambulatorio della Continuità Assistenziale, quella che fino a poco tempo fa tutti conoscevano come Guardia Medica. A quanto pare, in cinque si sono introdotti nell’ambulatorio. La richiesta sarebbe stata quella di visitare a casa un paziente che presentava uno stato febbrile da poche ore. Il medico avrebbe cercato di spiegare che esistono dei protocolli da seguire, ma al diniego sarebbe scattata l’aggressione.
La reazione per le aggressioni ai medici
«Ai colleghi aggrediti a Melito va la nostra piena solidarietà. Continuiamo a parlare di episodi, ma ormai è chiaro a tutti che non si tratta di eventi sporadici. Siamo di fronte ad una deriva culturale che viene puntualmente alimentata da sommari, e altrettanto violenti, processi mediatici». Così il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli Bruno Zuccarelli. Nella giornata di oggi (18 settembre), assieme al Prefetto, una rappresentanza dell’Ordine di Napoli si recherà a Melito per far arrivare con forza la solidarietà a chi ieri notte ha vissuto nel terrore di non tornare a casa. «È assurdo che queste persone siano già a piede libero – prosegue Zuccarelli – non si può più andare avanti sotterrando queste aggressioni sotto la retorica del faremo. Serve che le massime autorità dello Stato intervengano con forza e con chiarezza, che si diano delle pene esemplari»
Accelerare sulle AFT
Solidarietà anche da parte dei colleghi della medicina generale. Luigi Sparano e Corrado Calamaro (Fimmg Napoli) stigmatizzano quanto avvenuto. «Come ha detto il nostro segretario generale Silvestro Scotti “non c’è un reparto, uno studio o un ambulatorio nel quale un medico possa sentirsi al sicuro. Le aggressioni non riguardano una branca, uno specifico setting assistenziale, sono dilaganti, perché è dilagante la deriva culturale che investe ormai tutto il Paese. Ma le aggressioni vanno fermate subito”». «Si deve accelerare sulle Aggregazioni Funzionali Territoriali – dice Calamaro – e puntare anche sugli studi di riferimento delle AFT. Viviamo in un contesto ormai alla deriva, nel quale le aggressioni sono spregiudicate». La percezione è che la violenza si stia rapidamente diffondendo al territorio e coinvolga sempre più la medicina generale. «I medici di medicina generale – conclude i Sparano – sono soli sul territorio e son protetti in alcun modo. È tempo di sensibilizzare la parte Istituzionale per compiere una profonda riforma del territorio che guardi all’evoluzione delle AFT e gli studi di riferimento».
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