In aumento gli ematomi subdurali cronici
Si chiamano ematomi subdurali cronici e l’allarme degli specialisti è che sono in aumento. Con un’incidenza di circa 15 casi su 100.000 persone, colpiscono ogni anno circa 9.000 italiani. Una malattia neurologica che è evidentemente alimentata dall’invecchiamento della popolazione e dall’uso diffuso di farmaci anticoagulanti ed antiaggreganti.
L’incontro
Il tema è stato discusso ai messimi livelli in occasione di un incontro evento internazionale, organizzato dai dottori Mario Muto – Direttore della Neuroradiologia del Cardarelli – e Giuseppe Catapano – neurochirurgo presso l’Ospedale del Mare. Evento che ha riunito a Napoli i migliori esperti multidisciplinari nazionali e internazionali per discutere le più recenti strategie di trattamento di questa condizione medica complessa.
Gli esami
La diagnosi precoce è cruciale e attualmente si basa sull’esecuzione di una TAC cerebrale, che non solo identifica la presenza dell’ematoma subdurale, ma ne valuta anche l’entità, guidando così la scelta della migliore strategia terapeutica. Per molti anni, il trattamento chirurgico è stato l’opzione principale, nonostante il suo tasso di recidiva fino al 30% e le elevate controindicazioni chirurgiche, soprattutto nei pazienti anziani con comorbilità.
Soluzioni innovative
Tuttavia, negli ultimi 6 anni è emersa una promettente alternativa nella forma della tecnica endovascolare di embolizzazione dell’arteria Meningea Media. Questa tecnica non si propone come sostituto, ma come complemento al trattamento chirurgico, con l’obiettivo di migliorare gli esiti a lungo termine e talvolta offrendo l’unica opzione terapeutica. L’evento di Napoli è servito anche per fornire un aggiornamento completo su questa complessa patologia e sulle strategie di trattamento più recenti, offrendo una piattaforma di discussione e condivisione di conoscenze tra esperti nazionali e internazionali.