Diabete, innovazione tecnologica accessibile per superare barriere
Il diabete è una malattia cronica con un forte impatto sulla qualità della vita dei pazienti. In Italia, secondo i dati del rapporto dell’Italian Barometer Diabetes Observatory 2022, si stima una prevalenza del 6,8 per cento. Si tratta di 4 milioni di pazienti, con un trend in costante aumento, poiché strettamente legato all’invecchiamento della popolazione. A questi dati andrebbero aggiunti circa un milione e mezzo di casi non diagnosticati. Proprio per questi numeri e per la tendenza al progressivo aumento, il diabete è una delle sfide più impegnative con cui è chiamato a misurarsi il Servizio Sanitario Nazionale.
Negli ultimi anni si sono fatti grandi progressi in ambito scientifico, tecnologico e normativo, ma c’è ancora molto da fare. Se n’è parlato ieri all’evento “Oltre la cura: la persona e la tecnologia al centro della gestione del diabete”, nella seconda edizione del Forum “Tutto nella norma”, promosso da Fondazione Roche e Formiche.
Diabete e innovazione tecnologica nella cura
«Il diabete è una malattia che richiede un approccio olistico, mirato e personalizzato per cui “sintonizzarsi” con la persona nella sua unicità diventa fondamentale. L’innovazione tecnologica riveste un ruolo centrale nella gestione della patologia e nella prevenzione delle complicanze. La disponibilità dei dati permette di facilitare il dialogo medico-paziente, la collaborazione tra medici di medicina generale e strutture diabetologiche e lo sviluppo di servizi di teleconsulto”, commenta Nicola Napoli, Professore Ordinario di Endocrinologia Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e Presidente SID Lazio.
“Oggi però – continua – in Italia abbiamo ancora numerose problematiche legate alla digitalizzazione e alla condivisione del dato in ambito sanitario. La diabetologia italiana si è in gran parte dotata di strumenti elettronici per la gestione dei dati clinici, ma la condivisione di questi con altri specialisti che concorrono nella cura del diabete e delle sue complicanze, e con la rete della medicina generale, è ancora estremamente limitata”.
Disparità territoriali
“Queste difficoltà nella gestione della persona con diabete si declinano a livello regionale, dove l‘assistenza è diversa da regione a regione, spesso anche tra una ASL e l’altra della stessa regione”, afferma Raffaella Sommacal, Consigliere delegato AGD Italia e membro del Consiglio Direttivo Diabete Italia.
“Occorre implementare su tutto il territorio nazionale – prosegue –un’assistenza integrata, continua e focalizzata sugli outcome di cura sin dagli esordi della patologia. E in quest’ottica, la digitalizzazione sanitaria risulta fondamentale per promuovere l’uso di registri e la raccolta dati, integrandoli nel sistema di cura del diabete. Utilizzandoli quali strumenti essenziali per migliorare la qualità della cura della malattia. I dati permetterebbero al paziente di migliorare l’aderenza terapeutica, ai clinici di collaborare e comunicare tra loro offrendo così una cura interdisciplinare, alle istituzioni di tenere monitorato l’andamento della malattia e delle sue complicanze”.
“Quindi, oggi l’innovazione tecnologica rappresenta l’elemento utile a colmare il divario tra bisogni e risorse, e può portare a un rinnovamento organizzativo e tecnologico nel diabete, volto a un’assistenza completa – continua Vincenzo Fiore, Direttore U.O.S.D. Diabetologia-Endocrinologia, Asl Roma 5-sede P.O. Tivoli e Presidente AMD Lazio. – Una corretta implementazione di questa innovazione e un accesso esteso a livello nazionale sono condizioni necessarie per promuovere la collaborazione tra tutti gli interlocutori che cooperano nella cura del diabete e per far sì che pazienti e caregiver possano sfruttare appieno il potenziale delle risorse tecnologiche oggi a disposizione”.