Clima e salute: è italiano il 17% dei morti UE per inquinamento
I danni causati al Pianeta si ripercuotono sulla vita umana direttamente e indirettamente. Secondo l’Oms il 24% dei decessi nel mondo è dovuto a fattori ambientali modificabili.L’inquinamento ha un peso del 7%. Il fenomeno del cambiamento del clima e l’aumento delle migrazioni espongono a maggior rischio di malattie non trasmissibili, malattie infettive, malnutrizione, effetti sulla salute mentale. Inoltre permane lo spettro di nuove epidemie. Un altro aspetto da gestire, legato più ai Paesi ricchi, è l’aumento dell’aspettativa di vita che espone a cronicizzazioni di patologie. La conseguenza è un maggiore peso sui sistemi sanitari. Tuttavia, le crisi economiche ricorrenti, i bassi redditi e i pericoli dati da malattie infettive prima sconosciute, rischiano di ridurre l’aspettativa di vita anche nelle nazioni più benestanti. Le nuove insidie di un ambiente socio-economico in continuo mutamento, sono al centro del rapporto 2022 di Meridiano Sanità (il Think Tank di The European House – Ambrosetti), sulla salute globale e sullo stato del sistema sanitario in Italia.
Clima ed eventi estremi
Il numero degli eventi estremi legati al clima che si manifestano in Italia cresce di anno in anno. Allo stesso tempo aumenta il numero dei Comuni colpiti dalla crisi climatica. Negli ultimi 10 anni gli eventi estremi sono stati quasi 1.200 in oltre 600 Comuni, di cui 187 solo nell’ultimo anno (+17% rispetto al 2020. Secondo i dati del Climate Risk Index, in Italia negli ultimi 20 anni si sono verificati 19.947 decessi riconducibili a eventi meteorologici estremi. Questi ultimi hanno causato, nello stesso tempo, perdite economiche quantificate in circa 29 milioni di euro. Oggi, inoltre, sono circa 6 milioni gli italiani che vivono vicino a siti a elevato rischio sanitario, altamente inquinati e da sottoporre a interventi di bonifica, con danni di tipo fisico e psichico dimostrati scientificamente e non più trascurabili.
Morti per il clima
Guardando al fenomeno delle cosiddette ondate di calore, invece, nel 2022 il Ministero della Salute ha reso noto che solo nel mese di luglio si sono registrati 2.090 decessi a causa del caldo elevato nelle 33 città italiane monitorate. L’eccesso di mortalità arriva anche al 29% tra gli over-65. L’allarme sul clima è stato lanciato a livello internazionale anche dall’OMS Europe che, con un comunicato dedicato in cui venivano citati anche gli oltre 1.700 decessi in Spagna e Portogallo, ha sottolineato la necessità di elaborare piani d’azione a supporto delle autorità nazionali e locali. A livello urbano, il riscaldamento regionale si sovrappone al calore cittadino. Gli ultimi dati pubblicati dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) confermano una tendenza al riscaldamento in tutte le aree urbane prese in considerazione. Si sono registrati aumenti record a Perugia (di +2,4°C), seguita da Milano e Roma (con +2,1°C) e da Torino (con +1,9°C).
Obiettivo “buona salute e benessere”
Rispetto al SDG (obiettivo di sviluppo) 3 intitolato “Buona salute e benessere”, si registra un andamento medio nazionale positivo nella maggior parte degli indicatori analizzati. Un avanzamento frutto anche delle diverse iniziative del Ministero della Salute nell’ultimo anno e della centralità data al tema della salute durante l’emergenza pandemica. È tuttavia necessario segnalare come, per alcune dimensioni, siano ancora presenti forti disomogeneità territoriali. Alcune Regioni sono in progressione rispetto ai target e altre sono in maggiore difficoltà. A livello nazionale si assiste a una costante diminuzione della probabilità di morte per tumori, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie croniche. Un andamento di lungo periodo che permetterebbe all’Italia di avvicinarsi al target dell’OMS, ovvero una riduzione del 25% della probabilità di morte per malattie non trasmissibili al 2025. Si tratta comunque di un andamento positivo che dovrà essere confermato dai dati consuntivi del biennio 2020-202135. Da questi ultimi si attende, per via dell’emergenza pandemica, un aumento della probabilità di morte per le malattie non trasmissibili. Ad incidere il fatto che alcune persone hanno dovuto rinunciare o posporre le cure programmate.
Ambiente e stili di vita
Rispetto al 2015, risultano in miglioramento anche gli indicatori relativi alla prevalenza di persone esposte al rischio di consumo di alcol e al consumo di tabacco. L’Italia, però, riporta ancora valori superiori alla media europea. Un ulteriore approfondimento riguarda l’obiettivo legato alla sicurezza stradale per cui si assiste a un costante – seppur contenuto – miglioramento dell’indicatore. La riduzione del tasso di mortalità dovuta a incidenti stradali, comunque, molto rilevante nel 2020 grazie ai limiti imposti alla possibilità di spostamento durante i periodi di lockdown, ha subito un rallentamento nel 2021. I dati relativi alla mortalità attribuibile all’inquinamento atmosferico registrano un miglioramento rispetto al 2015. Tuttavia, la cattiva qualità dell’aria rappresenta un punto particolarmente critico per il nostro Paese all’interno del contesto europeo. Secondo le ultime stime della European Environmental Agency, infatti, il 17% dei morti per inquinamento in Europa è italiano (1 su 6), un valore superiore al resto degli altri Paesi del vecchio Continente.