Bonus psicologico: stanziati venti milioni. Come funziona
La pandemia ha avuto gravi ripercussioni a livello mentale. Per questo il governo ha deciso di stanziare dei fondi per il bonus psicologico. Il voucher aiuterà le famiglie ad affrontare il disagio e l’impatto di questi ultimi due anni, soprattutto sui giovani e giovanissimi.
Il bonus psicologico
Nel decreto Milleproroghe sono state inserite risorse per 20 milioni, così suddivise: 10 milioni per il potenziamento delle strutture esistenti (anche con nuove assunzioni) e altri 10 come bonus psicologo, da assegnare in base all’Isee. A fare leva sulla decisione è stata anche la forte mobilitazione social, confluita anche in una petizione su Change.org, lanciata dal giornalista Rai Francesco Maesano che ha raggiunto oltre 300mila firme.
Il deputato del Pd, Filippo Sensi, primo firmatario di un emendamento ha sottolineato che è cresciuta in maniera impressionante la richiesta di aiuto, in particolare tra i giovani, i quali sono anche più avanti rispetto alle vecchie generazioni nel superare lo stigma culturale che per lunghi anni ha interessato il disagio mentale.
Resta il problema della rete pubblica che con soli 5mila psicologi non riesce ad accogliere e a soddisfare tutte le richieste. Per questo spesso l’accesso alla terapia diventa un mezzo esclusivo di chi si può permettersi un professionista privato.
“Sono consapevole che il bonus non sia la risposta adeguata, ma se può aiutare qualcuno, non dico a risolvere i problemi, ma ad avviare un percorso, è importante. E comunque è già fondamentale che se ne parli, che si esca dal timore di confessare di avere bisogno d’aiuto”, osserva Sensi.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza ha detto che il bonus psicologico è “una prima risposta” ma allo stesso tempo è necessario anche rafforzare tutto il sistema sanitario con un’azione strutturale e sinergica.
I numeri del disagio
Una ricerca condotta a ottobre 2021, dall’Istituto Piepoli per il Cnop, il Consiglio dell’ordine nazionale degli psicologi, su un campione di circa 5.600 professionisti fa una sintesi con una riflessione: la pandemia “ha influito pesantemente sulla salute mentale” delle persone.
In particolare: il 21% dei pazienti ha interrotto il trattamento per problemi economici, il 27,5% non lo hanno avviato per lo stesso motivo. La richiesta è aumentata soprattutto tra i giovani di 18-24 anni, le donne e il ceto medio. Sono calate le richieste per gli over 55. In generale con la pandemia sono cresciuti gli stati d’ansia (+83%), i disturbi dell’umore o depressione (+72%), i problemi dell’adolescenza (+62%) e quelli di coppia e con i figli (+49%).