Federico II, donato un ecografo di ultima generazione
Un ecografo di ultima generazione dotato di tre sonde, del valore approssimativo di 60mila euro, che permetterà ai ginecologi di realizzare ecografie di secondo e terzo livello per la diagnosi e cura della salute del feto. E’ questo il dono che stamane è stato consegnato all’Azienda Ospedaliera Federico II di Napoli dalla Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e dalla Fondazione Vodafone Italia, impegnate in prima linea dall’inizio della pandemia con iniziative a supporto dell’emergenza sanitaria. Un sistema altamente sofisticato donato al più grande centro nascita della Campania dove avvengono circa 15.000 screening ecografici e in cui il macchinario donato contribuirà a realizzare percorsi nascita sicuri per le mamme e i loro bambini.
NEOMAMME
Fin dall’inizio di questa pandemia il Policlinico Universitario di Napoli si è strutturato come HUB di un percorso Covid regionale, rappresentando un punto di riferimento per colleghi e pazienti. La direzione strategica, insieme all’ingegneria clinica, hanno consentito, grazie ad un lavoro congiunto, di superare le difficoltà burocratico organizzative a cui spesso bisogna far fronte. La prima parte della pandemia, ma anche la parte iniziale della seconda ondata hanno trovato comprensibilmente impreparati i pazienti ed i medici del territorio, alle prese con un lavoro imprevedibile ed imprevisto. Ed in questa condizione si è inserito il lavoro dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II che è diventato il primo interlocutore per i medici e i pazienti di tutto il pianeta donna e del materno infantile della Regione. Un impegno ben rappresentato dal numero degli esami ecografici di secondo e terzo livello effettuati nel 2020: 15.000 tra esami ambulatoriali, di screening, diagnostica invasiva e non, reparto di degenza ad alto rischio, reparto covid e reparto di day hospital effettuati dal Dipartimento Materno Infantile. Malgrado il periodo tempestoso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II è stata stati in grado di garantire la massima assistenza sia alle pazienti Covid positive sia alle pazienti Covid free. Dei quasi 3000 parti espletati presso l’AOU Federico II nel 2020, circa la metà è rappresentata da gravidanze ad alto rischio, con 300 pazienti Covid positive al momento del parto. Dei 90 posti letto disponibili presso la clinica ostetrica e ginecologica, a partire dalla seconda ondata, ben 30 posti sono stati riservati alle pazienti Covid, mantenendo una morbilità materna del 2.8% (con ricorso alla terapia intensiva) ed un tasso di nati prematuri, tra le mamme Covid, di circa il 10% sovrapponibile quindi alla percentuale di prematuri della popolazione generale.
GRAVIDANZA SICURA
«La mia più sincera gratitudine va alla Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e alla Fondazione Vodafone Italia per la donazione ricevuta che arricchisce ulteriormente la dotazione tecnologica nel reparto maternità dedicato alle gestanti Covid – dice il direttore generale Anna Iervolino. La Direzione strategica, supportata dalla Regione Campania, ha fortemente investito per garantire alle donne di vivere un’esperienza della gravidanza sicura e serena, offrendo sempre spazi e professionalità dedicate, in modo da gestire al meglio le future mamme positive al Covid e le donne Covid-free». Le fanno da eco le parole di Emma Bajardi, Project Manager Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus. «Abbiamo lavorato molto sin dalla prima ondata di questa emergenza e continuiamo a farlo senza sosta. Siamo orgogliosi del nostro progetto Maternità Covid-19 e profondamente grati a Fondazione Vodafone Italia che ci sostiene nel difendere le mamme e i bambini anche a Napoli. Il Policlinico Federico II è tra i più grandi Hub Covid-19 d’Italia e siamo onorati di aver risposto, celermente, all’esigenza del Reparto Maternità Covid-19 donando una apparecchiatura sofisticata che possa essere di ulteriore aiuto alle future mamme e a al personale sanitario. Ed ora siamo davvero felici di far giungere il nostro aiuto contro il Covid-19 anche a Crotone e ad Agrigento».