L’inquinamento dell’aria può provocare l’asma nei bambini
Traffico, scarichi delle fabbriche e produzione di energia sono le cause principali dell’inquinamento atmosferico urbano, problema che, come ormai è accertato, può avere ricadute molto serie sulla salute, anche dei più piccoli.
Il collegamento tra l’insorgenza dell’asma -o aggravamento di asma preesistente – e inquinamento atmosferico è ormai supportato da una serie di prove che sono il risultato di studi condotti da molti anni. I gravi effetti che il particolato atmosferico, gli inquinanti gassosi (ozono, biossido di azoto e anidride solforosa) e, in generale, l’inquinamento atmosferico legato al traffico, sono entrati a far parte della letteratura medica, supportata da studi clinici, epidemiologici e sperimentali.
È stato dimostrato che gli inquinanti atmosferici possono causare danni provocando l’ossidazione delle vie aeree: ciò apre la strada alle infiammazioni e ad un aumento del rischio di sensibilizzazione e di conseguenza la possibilità di insorgenza di patologie come l’asma, soprattutto nei bambini.
Una ricerca condotta su un campione di 10 città europee ha dimostrato che il 14% dei casi di asma nei bambini e il 15% di tutte le esacerbazioni dell’asma infantile sono da attribuire all’esposizione a sostanze inquinanti legate allo smog.
L’urbanizzazione ha dato un importante contributo al proliferare e al diffondersi dell’asma. È stato dimostrato che all’aumentare dell’inquinamento urbano sale il numero di casi. E il problema si pone in misura persino superiore anche nei centri urbani dei paesi in via di sviluppo che, in questi anni, stanno subendo una massiccia urbanizzazione, con aumento del traffico e conseguente aumento dell’inquinamento atmosferico.
Le sostanze inquinanti contenute nell’aria che respiriamo possono causare danni ossidativi alle vie aeree, che portano infiammazioni e, in un individuo geneticamente predisposto, possono provocare l’asma, appunto. Uno dei fattori che favorisce lo sviluppo dell’asma è l’atopia, cioè la predisposizione ereditaria alle allergie. Gli inquinanti atmosferici potrebbero aumentare il rischio di sensibilizzazione e aggravare la risposta all’allergene inalato dagli individui che hanno già soffrono di questa patologia.
I bambini piccoli con asma sono particolarmente sensibili agli effetti dell’inquinamento atmosferico, essendo i loro polmoni in via di sviluppo. Gli studi, inoltre, hanno dimostrato che anche l’esposizione in utero potrebbe influenzare rischio post-natale di asma.
Per evitare, dunque, un aumento di casi di asma fra i più giovani o l’aggravarsi dei casi già conclamati, sarebbe utile conoscere quotidianamente i livelli di ozono o particolato in modo da riuscire a individuare i giorni in cui è meglio evitare attività all’aperto, soprattutto per i più piccoli o per gli individui che hanno già asma o altra patologia cardio-polmonare.
In questo senso, sarebbe opportuno che i governi locali si assumessero la responsabilità di monitorare costantemente la presenza di smog e polveri sottili nell’aria e fornire dati aggiornati, invitando la cittadinanza a non uscire nei giorni in cui i livelli di inquinamento sono particolarmente alti e tossici.