L’Oms avverte: la pandemia non è finita
La pandemia non è finita. Lo dice chiaramente il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra. Certo, in gran parte dell’Europa i casi sono in calo e le giornate di sole invitano la gente ad uscire di casa. Ma attenzione, la possibilità di una recrudescenza del virus è dietro l’angolo. Ecco perché dal canto suo l’ Oms continua a raccomandare a tutti i Paesi di trovare, isolare, testare e trattare tutti i casi e tracciare ogni contatto, per garantire che queste tendenze in calo continuino. Mentre anche l’Italia si avvia alla Fase 2, dall’Organizzazione mondiale della sanità si parla dell’esigenza di instaurare quello che viene definito un “contratto sociale”, così che la gente possa realmente comprendere quanto è importante il distanziamento e si facciano investimenti nel sistema sanitario in modo che, ad un eventuale recrudescenza del virus, le strutture non siano nuovamente sotto pressione.
DA NORD A SUD
Ciò che più preoccupa in Italia è la generale tendenza a procedere in modo differenziato da regione a regione, scelta non necessariamente negativa, a patto che avvenga sempre e comunque nel senso di un’organizzazione di carattere nazionale. Importanti i rischi che si corrono sia nelle regioni più vessate dal coronavirus, sia in regioni che invece si sono “salvate”, ma che ora potrebbero sottovalutare il pericolo. Tra queste c’è senza dubbio la Campania, dove il presidente della Giunta Regionale ha sin da subito adottato un linea dura, ma che ora con le direttive in arrivo da Roma potrebbe veder vanificato ogni sforzo. Ieri a centinaia hanno riempito il lungomare di Napoli, tanto da indurre la Regione a diramare un appello alla responsabilità, minacciando anche nuove chiusure.
IL DILEMMA
Non vanno molto meglio le cose nel Nord Italia, soprattutto a Milano dove i contagi continuano ad essere troppo, nonostante la situazione sia sotto controllo. Il rischio anche in Lombardia è che i numeri possano risalire rapidamente a causa del maggiore spostamento o delle riaperture di alcune attività. Questo è l’enigma difronte al quale ci pone il coronavirus, dover contemperare l’esigenza di riaprire (anche se parzialmente e con le dovute cautele) a fronte dell’esigenza di evitare una nuova esplosione dei contagi. Nei prossimi giorni arriveranno maggiori indicazioni anche sull’app Immuni, che dovrebbe “traghettarci” verso una Fase 2 più sicura. Non resta che sperare e ricordare ogni giorno quanto sia importante in questa fase il distanziamento sociale e il rispetto delle regole.