La convalescenza in hotel ai tempi del COVID-19
Prendersi cura dei pazienti con infezione da coronavirus significa innanzitutto trattare la malattia e le sue complicanze. Ma il ritorno alla vita normale richiede tempo, a volte diverse settimane e merita un’assistenza dedicata. Una convalescenza insomma tutta da disegnare, che è anche un assaggio dell’ospedale che verrà, a emergenza conclusa. Partendo da queste considerazioni, la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS con il Columbus COVID 2 Hospital ha ideato e realizzato un progetto di continuità assistenziale per seguire in sicurezza i pazienti usciti dalla fase acuta della malattia da COVID-19. Questo è stato reso possibile grazie alla collaborazione, in accordo con la Regione Lazio, che ha portato all’utilizzo di una struttura alberghiera (l’Hotel Marriot) a due passi dal Gemelli e dal Columbus. Si tratta dell’utilizzo di 162 camere di un albergo con tutti i confort riadattato in tempi record ad accogliere i pazienti convalescenti che, per motivi di salute o sociali, non siano in grado di rientrare subito a casa. Un concetto di continuità assistenziale che si avvale di personale medico, infermieristico e sanitario del Gemelli, dotato di tutti i dispositivi di protezione, e con soluzioni di tecno-assistenza che permetta di gestire al meglio i pazienti grazie a smart-kit per la tele-assistenza, forniti a ciascuno di loro. Una squadra di operatori sono dedicati alla sanificazione delle stanze dei pazienti e la predisposizione di settori ‘sporchi/puliti’ per il loro trasferimento nelle diverse aree dell’hotel, secondo percorsi accuratamente prestabiliti.
La convalescenza in hotel
“Questa progetto di continuità assistenziale dedicato ai pazienti Covid-19 – commenta il Dottor Andrea Cambieri, Direttore Sanitario della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – sta dando un contributo straordinario allo scorrimento del flusso dei pazienti che arrivano in numeri importanti nel Pronto soccorso del Policlinico. Il percorso assistenziale di questa malattia richiede dei passaggi di degenza ordinaria, semi intensiva e a volte purtroppo anche intensiva, con una permanenza ospedaliera lunga. Si pone quindi il problema della dimissione protetta per alleggerire il carico sui letti di degenza dell’ospedale. Grazie alla disponibilità della proprietà dell’hotel, l’albergo è oggi a disposizione per questa originale ospitalità post-dimissione ospedaliera per pazienti che non possono tornare a domicilio perché non hanno assistenza adeguata, sono in condizioni di disagio o perché – pur non necessitando più di un ricovero in ospedale – non sono ancora pronti per una ripresa della vita normale. I pazienti hanno a disposizione strumenti quali saturimetro e termometro che permette con un sistema di tele-assistenza la trasmissione in remoto di alcuni importanti parametri clinici, ma sono anche assistiti sul campo da infermieri e medici che forniscono il supporto per le fasi della convalescenza.”
“Questo progetto – spiega Christian Barillaro, responsabile della Centrale di Continuità Assistenziale del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – è finalizzato alla dimissione di pazienti in via di guarigione, clinicamente stabili o con sintomi lievi dal Gemelli, dal Columbus COVID 2 Hospital o da altri ospedali del territorio. Ma possono essere qui ricoverati anche pazienti Covid-19 positivi asintomatici o con sintomi lievi provenienti dal Pronto Soccorso o dal domicilio, attraverso l’integrazione della Centrale di Continuità assistenziale del Gemelli con la Centrale operativa aziendale dell’ASL Rm1. In questo caso si tratta di pazienti che per questioni logistiche non sono in grado di mantenere l’isolamento fiduciario”.
Al momento sono ricoverati nelle stanze singole del Marriot 96 pazienti, 42 nella sola giornata di oggi grazie a uno sforzo notevole che ha avuto inizio lo scorso 2 aprile. “L’assistenza – prosegue Barillaro – è fornita da pneumologi e geriatri del Policlinico Gemelli oltre che da un presidio infermieristico di operatori sanitari attivo giorno e notte. I pazienti sono dotati di strumenti di tele-monitoraggio che consentono di misurare attraverso device la saturazione di ossigeno, la frequenza respiratoria, la frequenza cardiaca, la temperatura corporea. I dati vengono registrati in una cartella clinica, condivisa in remoto con gli specialisti del Gemelli. ”.