Hiv, «contagiata preparando la tesi di laurea»
«Contrae l’Hiv mentre prepara la tesi di laurea». Questa notizia sta facendo il giro del web alla velocità della luce, e del resto è comprensibile perché tutto ci si aspetterebbe per una studentessa tranne che si possa infettare in un laboratorio universitario. Questa almeno è la tesi sostenuta dai suoi legali. Ma andiamo con ordine. Tutto sarebbe avvenuto durante la carriera universitaria, quando l’ormai ex studentessa stava preparando la tesi e per farlo doveva manipolare alcuni “pezzi” di Hiv nel laboratorio di un’università straniera. Ora – riporta il sito del Corriere – la donna ha fatto causa a entrambi gli atenei, quello italiano di partenza e quello ospitante, chiedendo al Tribunale di Padova (competente per l’ateneo italiano) un risarcimento milionario. L’episodio risale a 7 anni fa.
VITA PARALLELA
Un episodio, ha raccontato lei stessa, che le ha distrutto la vita. Ora la donna, assistita dall’avvocato Antonio Serpetti, del foro di Milano, si è sostanzialmente costruita una vita “parallela”, nascondendo la sua condizione alla maggior parte delle persone con cui entra in contatto. Stando alla sequenza genetica della perizia di parte, il virus che l’ha colpita non circola tra la popolazione, ma corrisponde a quelli costruiti in laboratorio. Quindi il contagio potrebbe essere avvenuto proprio durante l’attività di ricerca. La vicenda giudiziaria è nelle fasi preliminari, anche se i giudici hanno già fissato la prima udienza; per l’avvocato Serpetti l’Hiv da laboratorio «è curabile ma con più difficoltà, perché i farmaci disponibili sono stati sviluppati sui virus circolanti».
I SINTOMI
Per quel che riguarda l’Hiv raramente si sente parlare di sintomi, anche perché si tratta di sintomi che sono abbastanza generici e che hanno una loro rilevanza solo se si presentano in combinazione. febbre, eruzione cutanea o rash, gola infiammata o candidosi orale, ghiandole gonfie (linfoadenopatie), mal di testa, dolori articolari e dolori muscolari. Considerati singolarmente i sintomi sono aspecifici, ma la loro combinazione deve far porre il sospetto clinico, se presenti in persone con comportamenti a rischio per Hiv. Ad ogni modo la presenza di questi sintomi, in assenza di un test specifico per Hiv, non è sufficiente per diagnosticare un’infezione acuta. Quindi, in caso di dubbi o di stili di vita non esattamente corretti, la cosa migliore è ricorrere al test. Che, lo ricordiamo, è del tutto anonimo e gratuito.