Terapia del dolore e diritto a essere curati, Federdolore: legge poco riconosciuta
Sono passati quasi 10 anni dall’entrata in vigore della legge che garantisce assistenza e trattamenti per 15 milioni di italiani che soffrono di dolore cronico. Tuttavia in molte aree italiane non viene ancora applicata e Federdolore – SICD ha lanciato un appello. “Questa legge ha quasi 10 anni e purtroppo in molte aree italiane non è ancora applicata. Per chi non la applica non esistono sanzioni – spiega Giuliano De Carolis, Presidente Federdolore – SICD durante il Congresso Nazionale – Ma molti italiani non sanno che è un loro diritto essere curati per il dolore ed è un obbligo di legge per il medico curare il dolore. Se non viene fatto si può intravedere il reato di omissione nell’applicazione dei dettami della legge. Ci sono già le prime sentenze in merito a favore dei pazienti”
La rete prevede due tipologie di centri di riferimento per il paziente: quello chiamato hub e quello spoke. Quest’ultimo nasce per accogliere il cittadino in prima battuta, in cui viene valutato e trattato secondo le terapie famacologiche più idonee. Qualora la complessità del caso dovesse richiedere un livello di approfondimento superiore, il paziente viene inviato al Centro Hub per un ulteriori livello di trattamento.
“Ogni cittadino ha diritto allo stesso tipo di assistenza e trattamento: la legge parla chiaro – incalza De Carolis – Purtroppo è largamente disattesa ancora in molte regioni italiane, a danno soprattutto della salute fisica e psicologica dei pazienti.
Una tra le nostre mission è quella di informare il cittadino dei propri diritti soprattutto in un contesto fragile come quello della sofferenza in cui lottano milioni di persone fragili. Siamo certi che un lavoro sulla consapevolezza è uno dei passi fondamentali per sostenere un diritto così importante. Parallelamente è stata appena presentata alla Camera una risoluzione che impegna il Governo a svolgere azioni concrete per la terapia del dolore e cure palliative”.