Smartphone dipendenza, colpa della noia
Siamo dipendenti dagli smartphone, e questa non è proprio una novità. È invece sorprendente il motivo che ci spinge a collegarci in maniera quasi compulsiva ai social e in generale ad usare il telefono alla ricerca di contenuti: la noia. Già, a quanto pare (lo dice un recentissimo studio dell’Università di Washington) quello che facciamo quando smanettiamo con ossesso sul nostro cellulare non è altro che riempire momenti di vuoto. Andiamo con rodine.
LO STUDIO
Secondo i ricercatori dell’Università di Washington «momenti vuoti in attesa di qualcosa e compiti seccanti sono alcuni dei fattori che scatenano l’uso compulsivo dello smartphone». Praticamente lo usiamo per ingannare la noia. Gli studiosi hanno identificato le occasioni che spingono gli utenti dei cellulari a guardarlo più volte, minuto dopo minuto. In generale, gli intervistati che hanno preso parte alla ricerca hanno avuto quattro momenti comuni che hanno fatto scattare l’uso compulsivo: quando si sono trovati davanti a momenti “vuoti” in attesa di qualcuno, prima o durante compiti ripetitivi, in situazioni socialmente imbarazzanti o quando sapevano di dover ricevere un messaggio o una notifica. Momenti comuni alla vita di tutti i giorni. Gli studiosi, però, hanno anche individuato quali sono le occasioni che fanno interrompere l’uso compulsivo del telefono. Per esempio, quando arrivano richieste da parte del mondo reale – come incontrarsi con un amico. O, ancora, quando ci si rende conto che si è stati molto al telefono o vedendo contenuti che già visti. Il team è rimasto sorpreso nel constatare che i fattori scatenanti erano gli stessi in tutti i gruppi di età, sia per i più giovani sia per i meno (hanno partecipato allo studio 39 persone dai 14 ai 64 anni). I risultati di questa ricerca saranno presentati il 7 maggio alla conferenza Acm Chi del 2019 su Human Factors in Computing Systems a Glasgow, in Scozia.
IN COPPIA
Questo studio ci fa capire molto bene il perché di alcune manie da smartphone e, cosa più importante, ci costringe anche ad una riflessione molto personale. Quante volte ci siamo ritrovati assieme al partner, magari a cena, riscoprendoci entrambi concentrati sullo schermo? Cose che siamo portati a credere “succedono solo agli altri”, ma che in realtà ci riguardano più di quanto potremmo pensare. Siamo vittime di un mondo iperconnesso, che alla fine ci scollega dalla realtà. Ci spinge ad essere sempre attivi e ci distrae dalla possibilità di dialogare con l’altro, di stimolare il nostro interesse per l’altro. Ecco perché sarebbe cosa buona cercare di ritagliarci momenti di attenzione al partner, minuti nei quali mettere da parte lo smartphone e stare semplicemente assieme. A fare qualcosa che non siamo più abituati a fare: ascoltare e farci ascoltare dalla persona che amiamo.