Troppe donne vanno a letto con lo smartphone
Un tempo se non riuscivano a chiudere era quasi colpa del russare del partner, oggi le donne perdono importanti ore di sonno a causa del cellulare. Una ricerca condotta dalla Queensland university of Technology australiana, e pubblicata su Frontiers in Psychiatry, mette in luce dati preoccupanti: una donna su cinque perde ore di sonno a causa dello smartphone. Ben più limitato il fenomeno negli uomini, in questo caso il rapporto è di 1 su 8.
MINOR PRODUTTIVITA’
Sono in molti, sia uomini che donne, ad essere certi che il dispositivo abbia diminuito la propria produttività. I ricercatori hanno sottoposto a questionari 709 persone tra 18 e 83 anni, con domande sull’utilizzo e sulle sensazioni associate allo smartphone. Dallo studio è emerso che il 24% delle donne e il 14% degli uomini può essere considerato un “utilizzatore problematico”. Il 14% delle donne e l’8% degli uomini cerca inoltre di nascondere il tempo passato al telefono. Circa l’8% del campione di entrambi i sessi ha affermato di avere qualche dolore o fastidio fisico dovuto allo smartphone. tutte queste percentuali, sottolineano gli autori, sono in grande aumento rispetto ad una analoga survey condotta nel 2005. «Questo studio suggerisce che gli smartphone stanno sempre più influenzando negativamente le funzionalità di tutti i giorni – concludono – a causa della mancanza di sonno e dell’abbandono delle responsabilità».
LUCE BLU
Il problema legato ai cellulari, a dire il vero, non è solo di carattere psicologico. Molti danni arrivano infatti da un abuso che si fa di questi dispositivi in combinazione con la luce blu che emettono. Gli esperti ritengono che danneggi la retina accelerando l’insorgenza di maculopatie, malattie in genere legate all’età e che conducono gradualmente alla perdita della vista. Il motivo per cui la luce a queste particolari lunghezze d’onda sia dannosa è stato messo in luce da un team dell’Università di Toledo che afferma dalle pagine di Scientific Reports di aver scoperto il meccanismo che conduce alla morte dei fotorecettori della retina che ci consentono di vedere: la luce blu trasformerebbe una molecola chiamata retinale, indispensabile per la vista, in un killer cellulare. La ricerca, sostengono gli autori, potrebbe portare allo sviluppo di nuove terapie, per esempio dei colliri, per rallentare la degenerazione maculare.