Studio Usa: una prescrizione di antibiotico su quattro è inutile
Un bimbo su 10 e un adulto su sei hanno ricevuto una prescrizione di antibiotico, di cui non avevano bisogno, almeno una volta nel 2016. È quanto afferma uno studio americano dell’Università del Michigan. Secondo i ricercatori americani, il problema ha riguardato quasi un quarto delle ricette, e circa 1 paziente su 7.
Lo studio
Il gruppo di ricercatori ha esaminato le prescrizioni di antibiotici per 19,2 milioni di bambini e adulti americani (con assicurazione privata) tra 18 e 64 anni, relative al 2016: il 23% delle ricette non era clinicamente giustificato, il 36% era potenzialmente appropriato e il 28% non era associato a nessuna diagnosi documentata. La ricerca è stata pubblicata sul British Medical Journal. “L’uso eccessivo di antibiotici è ancora dilagante e tocca un enorme numero di pazienti”, dice l’autore principale dello studio Kao-Ping Chua, ricercatore e pediatra presso l’Università del Michigan. “Nonostante decenni di miglioramenti e iniziative educative, si stanno ancora compilando ricette di antibiotici per malattie che potrebbero migliorare da sole”. Dei 19,2 milioni di soggetti osservati, circa 7,6 milioni (40%) hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici nel 2016 e 2,7 milioni (14%) sono incappati in almeno una prescrizione inadeguata.
I bambini
Secondo un recente studio dei Centers for Disease Control and Prevention, le conseguenze peggiori sono a danno dei più piccoli. Gli antibiotici sono la principale causa di visite al pronto soccorso per eventi avversi legati all’assunzione dei farmaci, nei bambini. I potenziali effetti collaterali di questi medicinali includono reazioni allergiche, infezioni fungine e diarrea. A lungo termine però, sottolinea Chua, la più grande preoccupazione è che l’uso eccessivo di antibiotici contribuisca allo sviluppo di batteri resistenti, rendendo così malattie che una volta erano facilmente curabili con questi farmaci incurabili e pericolose. L’emergenza antibiotica è stata paventata dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità.