Vacanze sì, ma senza stress. Ecco come si fa
Per quanto possa sembrare un controsenso, uno degli stress maggiori dell’estate è proprio partire per le vacanze. L’attesa è tale che, arrivato il momento di liberarsi dal tran tran quotidiano, si finisce negli eccessi e l’imperativo è quello di sfruttare ogni giorno disponibile, in barba ad ogni forma di riposo. Insomma, come spiega lo psicologo Luca Chianura, si perde di vista l’essenza stessa della vacanza. «Ci sentiamo in dovere – dice – di comprimere tutto nel tempo che abbiamo a disposizione. Quindi, tempi stretti e aspettative altissime, e alla fine la vacanza diventa un lavoro». Chianura spiega che a ridosso delle vacanze, per molte persone, l’ansia e le crisi di panico tendono ad aumentare. La causa? «Spesso è la perdita di controllo, paradossalmente la routine ci “protegge” da questi momenti di smarrimento. Ciò non significa che non dobbiamo reagire». Per lo psicologo la risposta è nel programmare, ma anche nel lasciarsi andare all’imprevisto. «Un po’ di attività all’aria aperta, la possibilità di non definire nei minimi dettagli ogni istante della vacanza». E soprattutto, abbandonare per qualche tempo cellulare e tablet. «Staccare con il lavoro è essenziale, ma anche uscire da quella full immersion dei social. Sarebbe bene riprendere il contatto con l’altro e con ciò che ci circonda, stabilire o consolidare relazioni reali».
Buon senso
Ovviamente lo stress non è l’unico aspetto dal quale guardarsi, per una vacanza a prova di acciacchi è bene seguire qualche piccola (ma molto efficace) regola di buon senso. Secondo Salvatore Marotta, medico di famiglia specializzato in chirurgia d’urgenza e proto soccorso, alcune attenzione possono fare la differenza. Anche se «le precauzioni maggiori riguardano le persone con malattie croniche o comunque sottoposte a terapie farmacologiche». L’esempio classico è quello degli ipertesi. «Le persone – spiega il medico – tendono a sospendere le terapie ipertensive, credendo che con il caldo queste creino problemi. E’ un grave errore, perché qualsiasi variazione va definita di concerto con il medico di famiglia e prima di partire». La valutazione cambia anche a seconda della meta, che sia mare o montagna. «Ad esempio – prosegue Marotta – il paziente iperteso dovrebbe evitare di salire oltre i 1.000 metri, e se proprio non lo può evitare dovrebbe almeno tenersi sotto stretto controllo durante la vacanza». CONTINUA A LEGGERE CLICCA QUI