Vaccini, se le cose non cambiano si rischia un’epidemia
Presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli e vicesegretario vicario della Fimmg , Silvestro Scotti è uno di quelli che la battaglia in favore dei vaccini la combatte da sempre. «Vaccinarsi – spiega – non è solo un gesto di responsabilità per sé e per i propri cari, ma anche un preciso dovere nei confronti della società».
Come valuta la presa di posizione della Federazione degli Ordini?
«Giusta. La Federazione ha ribadito un concetto che esiste da sempre, vale a dire che gli Ordini hanno il compito di vigilare sull’operato dei medici e nel caso vi fossero i presupposti di avviare una procedura disciplinare».
E’ giusto cacciare chi sconsiglia il vaccino?
«La radiazione è la più severa delle possibili sanzioni e ogni caso va valutato nella sua specificità. Bisogna anche considerare che un cittadino che si approccia a un medico non può avere le sue stesse conoscenze. Per questo le parole del medico hanno un grande valore e devono essere ben ponderate».
In rete sono molti a osteggiare i vaccini.
«Io sono uno che i social li frequente. Una volta ho visto una foto di una bambina con il volto sfigurato, la didascalia diceva “colpita da una grave malattia rara” e sotto centinaia di commenti commossi. Poi si scoprì che era uno scherzo e che sul volto della bambina era stato poggiato un petto di pollo, di quelli da fare alla piastra…».
Vuol dire che bisogna guardarsi dalle informazioni in rete?
«Se basta il dottor Google a che serve una persona che ha studiato anni per prendersi cura delle persone? La verità è che Google o Facebook e qualsiasi altro canale di questo tipo sono solo dei contenitori».
Perché la gente ha paura di vaccinarsi o di vaccinare i figli?
«Perché i vaccini hanno funzionato. E’ il paradosso del successo. Oggi tante malattie che esistevano venti o trent’anni fa sono sparite proprio grazie ai vaccini che oggi guardiamo con sospetto. Io, e come me quelli della mia generazione, portiamo sul braccio il segno tangibile di un vaccino che ci ha salvato la pelle. La cicatrice del vaccino contro il vaiolo è come il simbolo di un patto tra generazioni».
Crede che il patto si stia rompendo?
«Ora che il nemico sembra sconfitto, chi non ha dovuto combattere ritiene che non servano le armi. Non è così, se solo ci fosse una memoria collettiva non correremmo il rischio che stiamo correndo».
Crede che ci sia un rischio concreto?
«Non lo credo io, ce lo dice L’OMS. Finire in una nuova epidemia è un attimo, ma sarebbe da stupidi dover contare i morti sul campo per capire quanto siano importanti le armi conquistate con anni di ricerca. Lo ripeto i vaccini, soprattutto oggi che in poche ore ci spostiamo da un capo all’altro del mondo, sono alleati preziosissimi. Per questo l’Ordine di Napoli ha dato vita già da tempo a campagne informative destinate ad una corretta informazione».