Attacchi terroristici: come proteggere bambini da ansia e paure
Attacchi terroristici, morti, stragi, disastri e sparatorie: non si parla di videogiochi violenti, con cui spesso passano il tempo i ragazzi , questa è la cruda realtà. «C’è troppa esposizione per i minori a scene di cruda violenza» – scrive Maura Manca, presidente dell’Osservatorio Adolescenza. Secondo la psicoterapeuta c’è una sovraesposizione, senza filtri e senza tutela. Gli adolescenti sono bombardati anche attraverso i social network e la rete internet, sono incuriositi, da un lato attratti, vogliono capire, ma non hanno una struttura in grado di comprendere e di gestire le emozioni che attivano determinate immagini. Tutto questo può avere un forte impatto negativo a livello psicologico e favorire reazioni di stress e, in alcuni casi, anche traumatiche, in bambini e adolescenti. Esistono, infatti, studi scientifici che evidenziano come, i bambini che hanno subito e visualizzato maggiormente questo tipo di immagini e di video, presentano sintomi di stress rispetto a quelli che hanno guardato meno questo tipo di contenuti.
Uno studio condotto dopo l’attacco terroristico del 11 settembre negli USA, ha evidenziato che i bambini hanno subito maggiormente gli effetti rispetto agli adulti e che il 35% dei genitori partecipanti alla ricerca ha riportato che i loro figli hanno manifestato sintomi evidenti di stress (Schuster et al., 2001). I segnali sono: paura e preoccupazione dopo aver sentito la notizia, voler vedere per forza tutte le notizie sul disastro, avere paura o ansia per la propria incolumità e quella dei membri della propria famiglia o uno stato di agitazione interna maggiore rispetto a prima. Nei più grandi, invece, si possono manifestare anche reazioni inverse, ossia il non voler vedere o negare quello che è accaduto, è una reazione problematica, anche se sembra che non siano stati minimante toccati da questa situazione. Una sorta di allontanamento dalla coscienza.
Bisogna, insomma, fare molta attenzione a non esporre troppo i bambini a questo tipo di immagini per evitare di generare ulteriori traumi. “Ormai è un continuo tra guerre e attacchi terroristici. Non vanno fatti crescere – sottolinea Maura Manca – in un clima di paura e neanche sotto una campana di vetro, ma in un clima di consapevolezza che nel mondo ci sono tante persone che fanno del male alle altre, ma che questo non gli deve impedire di stare tranquilli e di vivere la loro vita.”