No al bando, va data priorità agli infermieri già precari
I vaccini hanno salvato milioni di persone nei decenni passati, un vaccino ci tirerà fuori dall’incubo del Covid. Tutto questo ci deve far ricordare che proprio i vaccini, guardati troppo spesso con diffidenza, sono l’arma di prevenzione più efficace della quale disponiamo. Ma c’è un’altra polemica che in questi giorni tiene banco, una polemica che sta coinvolgendo il commissario Arcuri per il bando di 15mila tra infermieri e medici che saranno chiamati per 9 mesi a dare manforte alla campagna vaccinale. Una premessa è d’obbligo: questa pandemia ci ha travolto rapidamente e non è semplice trovare soluzioni condivise. Ma la pandemia non si combatte con vecchi metodi e vecchie liturgie istituzionali. E da medico non posso in alcun modo condividere il ricorso ad un bando di concorso che punta a creare nuovi precari della salute, 12mila infermieri e 3mila medici. Non sarebbe più giusto stabilizzare ad horas quell’esercito di precari che sorreggono il sistema sanitario nazionale? Io ritengo di sì. Sarebbe giusto farlo, e un minuto dopo si potrebbe rendere obbligatorio (ma ritengo non servirebbe neanche l’obbligatorietà) un monte ore settimanale durante il quale prestare servizio presso i centri vaccinali. Fatto questo, e solo dopo aver fatto questo, si potrebbe ricorrere ad un bando per coprire eventuali ulteriori carenze. Perché, se negli ultimi anni abbiamo sbagliato a creare una sanità di precari, perseverare in questo errore sarebbe diabolico.