Tempo di lettura: 3 minutiDalle modalità di contagio alla resistenza del virus nel corso del tempo, sono tanti gli interrogativi che riguardano il Coronavirus. La dottoressa Elena Azzolini, medico della direzione sanitaria di Humanitas, ha fatto chiarezza sui dubbi più frequenti che riguardano la quotidianità, dal fare la spesa al portare a spasso il cane.
Coronavirus: come minimizzare i rischi al ritorno dal lavoro o dal supermercato
Probabilmente non esiste una formula magica per evitare al 100% che il Coronavirus vada a intaccare la nostra casa, ma una serie di accorgimenti possono ridurre di parecchio il rischio di infettarsi. La comunità scientifica raccomanda, ad esempio, di recarsi al supermercato più vicino e di fare la spesa una volta alla settimana, meglio ancora ogni 10 giorni. Inoltre è meglio andare con le idee chiare e una lista della spesa e un solo componente per famiglia, al fine di ridurre al minimo i tempi di permanenza all’interno del negozio. Il corretto utilizzo dei guanti e la mascherina abbasseranno ancor più il rischio, senza dimenticare di mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro.
Oggetti da disinfettare e raccomandazioni per il cibo
Il coronavirus è sensibile ai comuni disinfettanti quali quelli contenenti alcol (etanolo) o la comune amuchina o candeggina, a base di ipoclorito di sodio. Le superfici o gli oggetti da sanificare sono quelli che vengono più frequentemente toccati o utilizzati, quindi maniglie delle porte, corrimano, chiavi, citofono, interruttori della luce, rubinetti, telefoni, tastiere e ovviamente il proprio cellulare.
I disinfettanti vanno comunque usati con attenzione perché sono prodotti altamente infiammabili e possono anche determinare irritazioni cutanee. Per quanto riguarda i cibi, normalmente le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti, e finora il Coronavirus non fa eccezione, purché chi manipola il cibo rispetti l’igiene delle mani e le altre precauzioni.
Igiene dei vestiti e dei capelli
Se si mantengono le precauzioni che conosciamo (come lavarsi bene e spesso le mani, indossare correttamente mascherina e guanti, o starnutire su un fazzoletto o nel proprio gomito), è poco plausibile che i vestiti, noi stessi o i nostri capelli possano essere contaminati dal virus dopo che si è usciti per fare la spesa. Le norme igieniche dovrebbero essere le stesse che il buon senso impone, spiega la dottoressa Azzolini, magari evitando di appoggiare il cappotto sul divano o sul tavolo, ad esempio.
Il bucato
Il bucato, perché venga garantita la sterilizzazione, dovrebbe essere lavato ad alte temperature in lavatrice a 60°per 30 minuti (o a tempi più brevi per temperature superiori) con comuni detersivi. Dato che non tutti gli indumenti possono resistere a questo tipo di lavaggio, per i capi bianchi e resistenti è possibile aggiungere un po’ di candeggina secondo il dosaggio indicato sul flacone, per gli altri attenersi all’utilizzo dei comuni detersivi.
Scarpe: le suole possono trasportare il virus?
In teoria, se camminiamo su una superficie in cui una persona infetta abbia espulso catarro o secrezioni respiratorie varie, è possibile che il virus sia trasportato sulle suole delle scarpe. Difficilmente toccheremo il pavimento con le mani, perciò il rischio è trascurabile, a meno che ci siano bambini in casa, specie se piccoli: in questo caso una buona norma igienica potrebbe essere quella di lasciare le scarpe all’ingresso, fuori dalla porta.
Le zampe del cane
Se il cane viene a contatto con secrezioni infette – come potrebbe accadere con le suole delle scarpe – in linea teorica è possibile che le zampe del cane trasportino il virus in casa. Tuttavia finora non risultano casi di contagio avvenuti in questo modo. Sì può garantire la pulizia delle zampe del cane utilizzando, al rientro, acqua mista a euclorina, una sostanza simile alla candeggina ma meno aggressiva. È importante sciacquare le zampe con attenzione, onde evitare irritazioni. O ancor più semplicemente evitiamo di farlo salire su superfici con cui si viene comunemente a contatto come il divano o il letto.
Quanto resiste il virus sulle superfici e quali prodotti è meglio utilizzare
Il virus sopravvive per tempi diversi in base al tipo di materiale su cui si deposita. Alcuni materiali, come la plastica, assorbono meno facilmente le goccioline infette, perciò il virus resterà attivo più a lungo. Sembra che plastica e acciaio possano restare infetti fino a 72 ore, carta e cartone fino a 24 ore; sul rame, invece, il virus resisterebbe fino a 4 ore. Il rischio diminuisce notevolmente con il passare del tempo. I pavimenti e le superfici andrebbero lavate con prodotti a base di cloro allo 0,1%, come la candeggina o la varechina diluita.