Torna a camminare dopo una paralisi che per 12 anni lo ha costretto su una sedia a rotelle. In questa storia, che sembra ripercorrere le scene di un copione di Hollywood, c’è di mezzo una nuova tecnologia che presto potrebbe cambiare la vita di moltissime persone. L’uomo ha potuto recuperare il controllo delle gambe grazie ad un’interfaccia digitale capace di fare da ponte tra il cervello e il midollo spinale. Ma, andiamo con ordine.
LA TECNICA
Il risultato sbalorditivo è stato reso possibile da una collaborazione tra due eccellenze: il Politecnico di Losanna (Epfl) e l’Ospedale universitario vodese (Chuv) in Svizzera. E non è un caso che l’intervento sia stato riportato in un articolo su Nature. In una nota congiunta, Grégoire Courtine e Jocelyne Bloch (autori della tecnica) spiegano di aver creato un ponte virtuale basato su una tecnologia che permette di trasformare il pensiero in azioni.
COME UN BAMBINO
Entusiasta delle nuove prospettive, il paziente olandese Gert-Jan Oskam ha riferito di sentirsi come un bambino che sta imparando a camminare. «È stato un lungo viaggio – ha aggiunto alla Bbc – ma ora posso alzarmi e bere una birra con il mio amico. È un piacere di cui molte persone non si rendono conto». Un’emozione comprensibile, visto che da 12 anni l’uomo era ormai costretto su una sedia a rotelle.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Neanche a dirlo, in questa storia un ruolo importante lo gioca l’intelligenza artificiale. Gert-Jan Oskam era rimasto paralizzato dopo un incidente in bicicletta. Impossibile curare la lesione del midollo spinale all’altezza delle vertebre cervicali. Ora invece può muovere autonomamente le gambe, reggendosi in piedi, e anche di camminare grazie all’uso di stampelle o del deambulatore, riuscendo persino a salire le scale. Grazie a un algoritmo che sfrutta l’intelligenza artificiale, le intenzioni da cui parte il movimento possono essere codificate e convertite in tempo reale in sequenze di stimoli elettrici nel midollo spinale, che a loro volta attivano i muscoli degli arti inferiori. Questa e molte altre nuove tecniche promettono di restituire la funzionalità delle gambe a chi non può più camminare.