La variante indiana preoccupa non poco gli esperti di tutta Europa, il rischio è che possa sfuggire alla rete di protezione degli attuali vaccini e farci ricadere in un’emergenza che pare ormai lasciata alle spalle. Ma perché la variante indiana è così pericolosa e cosa nasconde? Com’è ovvio, questa particolare variante del Covid si è sviluppata in India, ma è ben presto diventata una minaccia anche per gli stati europei. In particolare modo si è insinuata nel Regno Unito, dove in pochissimo tempo è riuscita a predominare su tutte le altre forme di Covid. Ciò che rende questa variante pericolosissima è il sommarsi di diverse mutazioni, tra le quali la mutazione E484Q, la L452R e la P681R. E proprio la compresenza di queste tre mutazioni desta preoccupazione tra gli esperti, perché in questo modo il virus non solo ha una maggiore capacità di infettare, ma potrebbe concretamente portare a delle reinfezioni.
GLI STUDI
Va detto che al momento, come spesso accade con il Covid, non c’è la certezza, o meglio non esiste alcuna prova, che queste varianti possano essere più letali o che addirittura possano rendere inefficaci i vaccini. Lo sforzo della comunità scientifica è proprio concentrato, anche con collaborazioni internazionali, su studi che possano dirci di più su queste mutazioni. Uno degli studi che in questi giorni ha fatto più rumore è quello del Francis Crick Institute di Londra, pubblicato sulla rivista Lancet, che ha documentato come i livelli di anticorpi neutralizzanti diminuiscano con l’età per tutte le varianti e tendano a scendere nel tempo dopo la seconda dose. I livelli degli stessi anticorpi sarebbero inoltre bassi per tutte le varianti analizzate nello studio. In Italia la circolazione di questa variante è ancora molto limitata, ma il Covid ci ha anche insegnato che abbassare la guardia può essere pericolosissimo. Afar parlare molto, in questi giorni, è stata la scoperta di un un caso di variante indiana delta in un focolaio Covid con 10 contagiati, scoperto in una palestra di Milano. Sono stati inoltre identificati 140 frequentatori della palestra in questione che sono stati subito contattati per controlli del caso e per arginare il rischio che il contagio della variante delta possa diffondersi.