Le varianti del Covid riescono a bucare le difese prodotte dai vaccini? Questa domanda circola con sempre maggior insistenza, non solo tra la gente comune, ma anche in ambito medico. L’argomento è attualissimo, tanto più che un po’ ovunque si iniziano a registrare casi di persone (spesso di medici) già sottoposti alla seconda dose di vaccino, che nonostante tutto sono ora positive al virus e spesso anche con sintomi. Un bel guaio se si dovesse accertare che una o più varianti sono capaci di eludere gli anticorpi prodotti dai vaccini, perché questo significherebbe dover ricominciare tutto da capo, o almeno assicurarsi di impedire la diffusione di quella particolare variante. Cosa non certo semplice. Sino ad oggi, tra variante inglese, africana, brasiliana, che sono le tre al momento più preoccupanti, si è avuta la sensazione (parlare di certezza scientifica sarebbe decisamente troppo) di una certa affidabilità dei vaccini. Del resto, molti esperti hanno detto di essere ragionevolmente certi che queste varianti non siano in grado di eludere le difese.
IL CASO
Colpisce però un caso riportato da Il Mattino, che ha intervistato un medico campano oggi positivo al Covid. Si tratta di un medico che non solo aveva fatto entrambe le dosi di vaccino, ma che aveva fatto un test sierologico dal quale era emersa con chiarezza la presenza di anticorpi contro il Covid, un “titolo anticorpale” che avrebbe dovuto garantirlo dalla possibilità di ammalarsi. Il medico, nell’intervista resa a Il Mattino, spiega di aver anche chiara la possibile occasione di contagio: a quanto pare qualche giorno prima aveva prestato assistenza a due anziani certamente positivi. Nonostante le precauzioni e il vaccino, il medico avrebbe contratto il virus in quell’occasione, anche se ora sarà determinante capire se l’infezione è causata da una varante (e nel caso di quale si tratti).
SPUTNIK
Intanto, in tema di vaccini, in Europa è stato appena firmato un accordo (il primo) tra il fondo governativo russo e la società ADIENNE Pharma&Biotech per la produzione in Italia del vaccino Sputnik V. Ad annunciarlo è stata la Camera di Commercio Italo-Russa in una nota pubblicata sul suo sito internet. «Nelle scorse ore l’amministratore delegato del Russian Direct Investment Fund (RDIF), Kirill Dmitriev, ha confermato di aver raggiunto un accordo con l’azienda ADIENNE Pharma&Biotech per la produzione dello Sputnik V in Italia, siglando il primo contratto europeo per la produzione locale del vaccino. La partnership permetterà di avviare la produzione già dal mese di luglio 2021». Secondo quanto pubblicato «Il processo produttivo innovativo del vaccino russo Sputnik aiuterà a creare nuovi posti di lavoro e permetterà all’Italia di controllare l’intero processo di produzione del preparato. Questo permetterà la produzione di 10 milioni di dosi entro la fine dell’anno».