Come si stanno organizzando le Regioni riguardo al vaccino antinfluenzale e quante dosi sono disponibili nelle varie Regioni?
Cittadinanzattiva ha avviato un’indagine civica relativa proprio all’approvvigionamento dei vaccini da parte delle Regioni, in modo da raccogliere dati sul modo in cui le Regioni si sono attrezzate per combattere l’epidemia influenzale, una sfida ancora più importante con l’emergenza sanitaria in corso.
Le risposte sono arrivate da 10 Regioni: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta.
Dai dati emerge che alcune Regioni prevedono incrementi di dosi di vaccino antinfluenzale notevoli: in Lazio si registra un + 112%, in Puglia +320%, in Sicilia +65%, in Toscana +68%; altre Regioni mostrano incrementi meno marcati, come la Campania +20% e l’Emilia che comunque prevede un possibile ulteriore 20%. In tutte le Regioni l’avvio della campagna vaccinale è prevista tra il 1 ottobre ed il 15 ottobre, e in molti casi sarà estesa fino al 31 gennaio 2020, in linea con quanto suggerito dalla Circolare Ministeriale.
Secondo Cittadinanzattiva ci sono tre priorità sul tema della copertura vaccinale:
– Garantire a tutte le categorie di cittadini a rischio, over 60 e fragili, di avere uguali possibilità di accesso ai vaccini in ogni angolo del Paese. A tal fine, è necessaria la massima trasparenza da parte delle Regioni, e applicare un principio di solidarietà in base al quale quelle che, grazie ad una azione di programmazione hanno già la garanzia di coprire con gli acquisti effettuati le fasce a rischio, possano agire in supporto di regioni più in sofferenza. Questo è il momento della responsabilità e della solidarietà, e per farlo è anzitutto necessaria la massima trasparenza.
– Dopo aver garantito la massima copertura per la fasce a rischio, è necessario rendere disponibili, anche attraverso il canale delle farmacie, i vaccini per tutta la popolazione, in modo che anche le persone non a rischio possano acquistarlo.
– In un anno così difficile come questo, sarebbe stato auspicabile che le Regioni si muovessero unite nell’acquisto dei vaccini, e avviare omogeneamente la campagna vaccinale, evitando differenze tra cittadini e azioni disomogenee.
Rispetto alle misure volte ad agevolare l’accesso alle vaccinazioni, le Regioni hanno previsto molte disposizioni:
– La Sicilia estende gli orari di apertura dei centri vaccinali sia di mattina sia di pomeriggio e il sabato almeno nella fase iniziale, prevede l’effettuazione della vaccinazione all’atto della dimissione dalle strutture sanitarie e la co-somministrazione anti-pneumococcica e antinfluenzale, provvedimento previsto anche in Umbria.
– la Campania prevede l’istituzione di Truck itineranti a supporto dei MMG;
– il Lazio prevede l’apertura di Drive in, postazioni mobili, vaccinazioni in farmacia, l’organizzazione del vaccination day nelle scuole, ospedali, eventi sportivi, si prevede, l’istituzione di equipe vaccinali itineranti;
– le Marche prevedono la possibilità di spostare i centri vaccinali in Auditorium- Palazzetti per permettere di erogare nel rispetto delle norme COVID-19 un grande numero di vaccini in poche ore-giorni;
– la Toscana mette a disposizione i locali delle aziende sanitarie a titolo gratuito alla medicina generale;
– L’Emilia Romagna la possibilità di usufruire di strutture capienti come palestre e strutture sportive.
– La Valle D’Aosta, oltre a siglare accordi specifici con i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera scelta volti ad incentivare la vaccinazione attraverso queste figure, ha anche previsto dei poli vaccinali messi a disposizione dall’Azienda USL della Valle d’Aosta, in cui saranno presenti i medici della struttura di Igiene e sanità pubblica del dipartimento di prevenzione
Infine, in merito alle misure per fronteggiare una possibile carenza per i soggetti non a rischio le Regioni hanno risposto che avvieranno le misure previste dall’Intesa siglata tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano che prevede l’impegno da parte delle Regioni di garantire una quota minima dell’1,5% di vaccini da redistribuire alle farmacie.