Non bastavano le calorie dei cibi, da oggi per restare in forma bisognerà tenere bene d’occhio lo stress. A spiegare il perché è uno studio appena pubblicato su Cell Metabolism che fornisce la prima prova ‘molecolare’ del motivo per cui alcuni individui aumentino di peso quando sono in una condizione di stress continuo (giorno e notte), di ritmi circadiani disturbati o anche di terapie a base di glucocorticoidi. Il filo che lega questi tre elementi starebbe nell’alterazione del ritmo circadiano del cortisolo, l’ormone dello stress.
Secondo i ricercatori della Stanford University School of Medicine e autori di questo studio è possibile controllare il peso corporeo, controllando gli intervalli di tempo dei ‘picchi’ ormonali.
In una persona normale, le concentrazioni ematiche di glucocorticoidi oscillano verso il basso o verso l’alto nelle 24 ore del giorno, con il picco più alto verso le 8 di mattina e le concentrazioni più basse verso le 3 di notte. Lo zenith di concentrazione verso le otto di mattina è una sorta di segnale di ‘sveglia’ per il corpo. In condizioni di stress, i glucocorticoidi possono mantenere concentrazioni elevate, a prescindere dal naturale ritmo circadiano. Se uno stress di breve durata (ad esempio una corsa) provocherà dei picchi di glucocorticoidi nel sangue di breve durata e quindi non rischiosi per la linea, uno stress cronico, produrrà un grande aumento di concentrazione di questi ormoni e quindi un aumento di peso.
In altre parole, i glucocorticoidi scatenano la conversione degli elementi precursori in cellule adipose. I ricercatori si sono chiesti cos’è che normalmente impedisce ai precursori di convertirsi in cellule adipose, nei normali picchi circadiani di glucocorticoidi (ad esempio delle 8 di mattina) o ai brevi picchi legati a stress a breve termine (es.quelli generati da una corsa o passando da un ambiente riscaldato, al freddo dell’ inverno) e come mai, invece, stress cronico, jetlag o le alterazioni del ritmo circadiano (come nei turnisti) sono correlati all’aumento di peso.
La risposta è nell’orario in cui avviene lo stress. La perdita del normale ritmo circadiano dei glucocorticoidi, porta secondo la
ricerca affettata sui topi ad un raddoppio della massa grassa dell’animale.
“Questo studio dimostra che il ‘timing’ dello stress è molto importante – spiega Mary Teruel, professore associato di biologia chimica e dei sistemi –. Anche se si è molto stressati o se si devono assumere glucocorticoidi in terapia, si può riuscire a non aumentare di peso, a patto che stress o somministrazione di glucocorticoidi si verifichino solo di giorno. Al contrario se lo stress è continuativo e ci perseguita anche di notte, o se si assumono glucocorticoidi anche durante le ore notturne, la perdita delle normali fluttuazioni circadiane del cortisolo produrrà un significativo aumento di peso”.
E i ricercatori della Stanford guardano già avanti. Il prossimo passo sarà valutare le interazioni tra cibo, insulina e glucocorticoidi.