«Quando abbiamo ricevuto la richiesta di occuparci di questo caso – spiega Strianese – ci siamo subito attivati per offrire la nostra piena disponibilità. Noora necessitava della rimozione di una massa che coinvolgeva gli annessi oculari, possibile e preoccupante aggravamento di un precedente tumore». A parlare è Diego Strianese, responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Patologia degli annessi oculari/oculoplastica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. È proprio da Napoli che arriva la storia di Noora, giovane donna arrivata in Italia grazie ad una catena di solidarietà partita da Dohuk, territorio del Kurdistan nel Nord dell’Iraq. Per lei è stato realizzato un delicato intervento di chirurgia oftalmologica. «Una tipologia di intervento – prosegue Strianese – eseguita da pochissimi centri in Italia e in Europa. Il centro di malattie degli annessi oculari dell’A.O.U. Federico II è da circa 30 anni un punto di riferimento nazionale per questo tipo di patologie oculari, una competenza che si rinnova con determinazione ed entusiasmo di generazione in generazione. Difatti, anche grazie all’apporto delle dottoresse Adriana Iuliano, Vittoria Lanni e Mariapaola Laezza, e dei validi specialisti in formazione è stato possibile curare con successo Noora.
SOLIDARIETÀ
La giovane donna era affetta da un tumore che viene definito “linfoproliferativo”, che le aveva colpito gli annessi oculari, vale a dire quelle strutture che proteggono il bulbo oculare, e l’orbita. È stata operata dall’equipe del professor Diego Strianese, la cui struttura è afferente all’Unità Operativa Complessa di Oftalmologia diretta dal professor Ciro Costagliola. Ad attivare la catena di solidarietà che ha consentito alla giovane donna di essere operata presso il centro d’eccellenza dell’A.O.U. Federico II di Napoli è stata l’associazione “Iniziative di Solidarietà OdV SIENA”, presieduta da Iole Pinto, coadiuvata dal fondamentale sostegno della Regione Campania e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. E quella di Noora è una storia, di grandi sofferenze e paure, ma anche di solidarietà e impegno internazionale. La ragazza, oggi 27enne, nel 1991 aveva vissuto il dramma dell’esodo del suo popolo dall’Iraq verso Turchia e Iran. Una fuga dalle bombe chimiche e dalle stragi delle milizie di Saddam Hussein. Aveva allora quasi dieci anni, e proprio in quegli anni si trovò a fronteggiare i suoi problemi oncologici, anche in qual caso impossibili da curare nel suo paese. Nora fu trasferita in Italia, grazie ai progetti umanitari del Ministero degli Esteri in corso in quegli anni in Iraq e, quindi, operata e curata. Nei mesi scorsi, una nuova diagnosi di tumore. Di qui l’esigenza di rintracciare una struttura con le competenze e le tecnologie necessarie a salvarla.
GIOCO DI SQUADRA
«La famiglia – racconta la presidente Pinto – ci ha chiesto nuovamente aiuto per Noora. Abbiamo quindi intrapreso una ricerca su possibili strutture sanitarie in Italia che potessero curarla, e proprio da Siena, dove ha sede la nostra associazione, ci è stata indicata l’oftalmologia della Federico II di Napoli, riconosciuta come eccellenza a livello internazionale per la cura di questo tipo di patologie». Per trovare una soluzione alla storia di Noora è stato fondamentale l’impegno di tutti. «Sento di ringraziare il direttore generale Giuseppe Longo, fondamentale nell’affrontare e risolvere le complesse procedure che caratterizzano il trasferimento di pazienti a livello internazionale, la dottoressa Paola Magri dello staff di Direzione generale e il professor Luigi Califano, direttore del dipartimento», conclude il professor Costagliola. Nei prossimi giorni Noora sarà sottoposta ad una visita di controllo e poi potrà fare ritorno a casa insieme a sua madre che l’ha accompagnata nel suo lungo viaggio.