Uno dei tumori in aumento nei paesi occidentali è quello del colon retto. Si tratta di una neoplasia legata a diversi fattori: ambientali, genetici e di stili di vita. Moltissime sono ogni anno le diagnosi, ancor più in aree ad alto inquinamento ambientale, e moltissimi purtroppo sono i decessi. Dal Pascale di Napoli arriva una speranza in più. Nel giro di poche settimane all’Istituto dei tumori di Napoli prenderanno il via tre studi clinici innovativi volti a verificare tre originali strategie terapeutiche sviluppate attraverso la stretta collaborazione tra l’Unità di Farmacologia Sperimentale Oncologica diretta da Alfredo Budillon e l’Unità di Oncologia Clinica Sperimentale dell’addome diretta da Antonio Avallone, con il coinvolgimento della Chirurgia Colonrettale di Paolo del Rio e di quella Epatobiliare di Francesco Izzo.
Il primo studio
Denominato Improve, coinvolgerà più di 10 centri italiani e inizierà l’arruolamento nel giro di pochi giorni. Lo studio esplorerà una nuova modalità di somministrazione dell’anticorpo anti-EGFR panitumumab in associazione alla chemioterapia standard, in pazienti con tumore avanzato in prima linea di trattamento. La finalità della sperimentazione è di impedire al tumore di adattarsi con meccanismi di resistenza al trattamento e, dunque, di migliorarne l’efficacia e al tempo stesso attenuare alcuni effetti collaterali come la tossicità cutanea.
Il secondo studio
Denominato Nicole, comincerà l’arruolamento entro giugno e valuterà per la prima volta l’impatto di un immunoterapico, l’anticorpo anti-PD1 Nivolumab, somministrato prima dell’intervento chirurgico nei tumori del colon localmente avanzati. La finalità della sperimentazione è di evitare la formazione di metastasi a distanza.
Il terzo studio
Denominato Revolution, comincerà l’arruolamento entro l’estate ed è risultato vincitore del prestigioso finanziamento di ricerca finalizzata da parte del Ministero della Salute. Lo studio valuterà, in pazienti con tumore del colon avanzato con mutazione del gene RAS, l’impatto sulla sopravvivenza, di un farmaco generico a basso costo, l’acido valproico, un anticonvulsivante e stabilizzatore dell’umore utilizzato da oltre cinquanta anni, associato al trattamento standard con chemioterapia e anticorpo anti VEGF Bevacizumab. «Con l’avvio di queste sperimentazioni l’Istituto Pascale – dice il direttore generale dell’Irccs di Napoli, Attilio Bianchi – punta ad offrire alla maggioranza dei pazienti con tumore del colon-retto l’opportunità di poter beneficiare di terapie innovative e all’avanguardia. Al tempo questi studi hanno la finalità di implementare la caratterizzazione biologica dei tumore del colon attraverso ricerche che saranno effettuati presso i nostri laboratori, per migliorare e personalizzare sempre di più il trattamento sul singolo paziente».