Come spesso accade nella ricerca medica, le migliori scoperte avvengono con un pizzico di fortuna e una grande intuizione. Proprio questi sono gli ingredienti di una ricerca che ha osservato una sorprendente correlazione inversa tra asma e incidenza di tumore al pancreas. Questa scoperta ha guidato un gruppo di ricerca internazionale, coordinato dall’Istituto di genetica e biofisica “A. Buzzati-Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Cnr-Igb), assieme a colleghi e colleghe dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, dell’Instituto de Investigaciones Biomedicas Sols-Morreale di Madrid e della statunitense Università del Tennessee.
Il ruolo del farmaco
Una risposta alla correlazione osservata potrebbe risiedere nell’effetto del farmaco glucocorticoide ampiamente utilizzato per il trattamento dell’asma. Secondo i risultati dello studio pubblicati a luglio 2024 sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research, il farmaco sembra avere la sorprendente capacità di contrastare la proliferazione delle cellule tumorali dell’adenocarcinoma duttale pancreatico (PDAC), la forma più comune e aggressiva di tumore al pancreas.
I risultati della ricerca per il tumore al pancreas
Gabriella Minchiotti (Cnr-Igb), coordinatrice del lavoro, spiega: “Ci siamo concentrati sulla correlazione inversa che, secondo dati statistici, vede un’associazione negativa tra i pazienti asmatici sotto terapia da lungo tempo e la frequenza del tumore al pancreas. Abbiamo scoperto che il budesonide è in grado di limitare le caratteristiche più aggressive delle cellule umane di tumore del pancreas, come la capacità di proliferare, migrare e invadere altri tessuti e organi, alla base della disseminazione delle metastasi”.
Gli esperimenti condotti su cellule in coltura e animali di laboratorio hanno dimostrato che il farmaco arresta la crescita delle cellule del tumore pancreatico modificandone il metabolismo e interferendo con i cambiamenti necessari alla progressione tumorale.
L’aggressività del PDAC
L’adenocarcinoma duttale pancreatico (PDAC) è noto per essere particolarmente aggressivo. Nel 2023, in Italia, sono state stimate circa 14.800 nuove diagnosi di questo tipo di tumore, secondo i dati del rapporto “I numeri del cancro in Italia”, pubblicato dall’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) in collaborazione con l’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM). Essendo spesso resistente alle terapie classiche come chemioterapia e radioterapia, la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è inferiore al 12%. La mancanza di metodi di screening efficaci contribuisce ulteriormente alla difficoltà di trattare questo tumore, che spesso viene diagnosticato in fase avanzata.
Potenziali implicazioni cliniche
Cristina D’Aniello (Cnr-Igb), coautrice corrispondente dell’articolo, sottolinea: “I risultati ottenuti suggeriscono un possibile utilizzo del budesonide anche nella terapia preventiva o come coadiuvante nel trattamento dell’adenocarcinoma duttale pancreatico. Questo approccio, noto come ‘riposizionamento’, utilizza farmaci già approvati per altre indicazioni terapeutiche, riducendo tempi e costi per lo sviluppo di nuove terapie.”
Sostegno e finanziamenti
La ricerca ha ricevuto il sostegno fondamentale della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e del Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del programma PRIN 2022. Inoltre, il progetto D3 4 Health, parte del piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (PNC), è stato finanziato dall’Unione Europea– Next Generation EU.
Nuove prospettive
Questa scoperta potrebbe aprire nuove frontiere nella lotta contro il tumore al pancreas, offrendo speranza a molti pazienti. La correlazione tra l’uso di questo farmaco nei pazienti asmatici e una minore incidenza di PDAC potrebbe portare a nuovi approcci terapeutici, migliorando le prospettive di trattamento per una delle forme più aggressive di cancro. La possibilità di riposizionare il farmaco per il trattamento del PDAC rappresenta un promettente sviluppo, evidenziando l’importanza della ricerca scientifica nella scoperta di nuovi utilizzi per farmaci esistenti. La continua ricerca e il sostegno finanziario saranno cruciali per approfondire queste scoperte e trasformarle in soluzioni cliniche efficaci.
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