Secondo le ultime statistiche, l’Italia con 1,7 milioni di donatori è in grado di soddisfare il fabbisogno nazionale annuo, ma soprattutto in questo periodo dell’anno in cui le donazioni crollano vertiginosamente per problemi pressori legati al caldo, viaggi all’estero, zanzare che talvolta possono portare malattie, l’invecchiameto della popolazione (nel 2016, in Italia, sono stati registrati 40.000 donazioni in meno rispetto al 2015), avere una scorta di sangue sempre disponibile farebbe davvero comodo soprattutto nei paesi poveri e per coloro che hanno un gruppo sanguigno raro che, in caso di necessità, hanno difficoltà a reperire un sangue a loro compatibile.
Gli studi sul sangue artificiale proseguono da decenni anche se non hanno portato a risultati incoraggianti: quelli finora condotti riguardavano la produzione di sangue attraverso un tipo di cellule staminali che producono solitamente i globuli rossi nel corpo umano e fino ad oggi i ricercatori non erano riusciti a produrne un quantitativo utile per una trasfusione; con i metodi tadizionali le cellule staminali erano in grado di produrre solo 50.000 globuli rossi prima di morire, risultato insoddisfacente visto che in un millimetro cubo di sangue ne sono presenti cinque milioni.
Un team di ricerca britannico dell’Università di Bristol ha trovato un nuovo metodo per la produzione di sangue utilizzando cellule staminali “immortali” manipolandole in modo da bloccarle nella fase iniziale di sviluppo, fase in cui possono dividersi per creare un numero illimitato di cellule.
Questo procedimento è attualmente molto costoso e sarebbe impensabile, allo stato dell’arte, poter sostituire le donazioni di sangue: gli stessi ricercatori hanno affermato che questa nuova tecnica sarà utilizzata, probabilmete nel prossimo periodo, come coadiuvante alle trasfusioni sia per chi possiede gruppi sanguigni rari che per chi soffre di talassemia che, in caso di condizioni gravi, richiede regolari trasfusioni.
di Luigi Gazzillo