Il calcolo dei danni provocati dalla solitudine è stato fatto dal ministero della Salute inglese, perché in Gran Bretagna è considerata la prima emergenza sociale. Il problema non colpisce solo gli anziani, ma dilaga anche tra i giovani, sempre più connessi, sempre più soli. Nelle città, le persone spesso non conoscono neppure il proprio vicino di pianerottolo. Lo aveva già capito nel IV secolo A.C. il filosofo greco Aristotele, quando scrisse nella sua “Politica”, che “l’uomo è un animale sociale e in quanto tende ad aggregarsi con altri individui e a costituirsi in società”. Per questo, quando non ci riesce entra in crisi e mette in discussione tutta la propria vita. Tuttavia, la solitudine oggi non viene ancora affrontata con la giusta considerazione. Il male oscuro è un pericolo paragonabile al fumo di sigaretta eppure non ci sono campagne per combatterla. Il destino dell’uomo contemporaneo è legato alla tecnologia, che dovrebbe accorciare le distanze, ma in realtà innalza muri. Un’inchiesta del quotidiano inglese The Guardian mette in luce come ormai in Gran Bretagna la solitudine sia diventata un problema per il sistema sanitario nazionale. Una vera emergenza, un disagio che riguarda non solo per le persone più anziane. L’ultimo Rapporto delle amministrazioni locali la descrive come la prima priorità dei governi locali e in termini di salute: essere soli equivale a fumare quasi un pacchetto di sigarette al giorno.
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