L’ infertilità è la malattia più spaventosa del nuovo millennio, lo è perché riguarda sia gli uomini che le donne ed è in costante aumento. I dati, emersi nel corso del Congresso Nazionale di Ginecologia e Ostetricia in corso a Napoli, ci dicono che il 25% della popolazione sceglie di posticipare la decisione di avere figli, trascurando la riduzione dell’età ovarica correlata all’aumento dell’età biologica. Le donne in cerca di una gravidanza, in particolar modo dopo i 35 anni, dovrebbero sempre sottoporsi al cosiddetto pap-test riproduttivo, che poi altro non è se non un semplice esame diagnostico che misura il valore dell’ormone antimulleriano, consentendo di accertare il numero di follicoli, e quindi di effettuare una stima dell’età ovarica, vale a dire del potenziale riproduttivo, così da poter intervenire con una strategia appropriata.
SOCIAL FREEZING
Un’opportunità concreta per gli ‘aspiranti genitori’, non solo in presenza di patologie oncologiche, è rappresentata da quello che viene chiamato social freezing, che consente di congelare il materiale biologico – gameti e tessuto ovarico – per poterlo utilizzare in un secondo momento. Nei centri di sterilità la crioconservazione viene effettuata nelle donne con infertilità che si sottopongono a PMA, per aumentare le chance di una gravidanza in caso di fallimento del primo ciclo di stimolazione, e nelle pazienti oncologiche che devono sottoporsi a chemioterapia. È il caso, ad esempio, delle donne affette da tumore al seno, la neoplasia oncologica femminile più diffusa – il 30% di tutti i tumori – che insorge già tra i 20 e i 44 anni. Solo presso il Centro di Sterilità dell’Università “Federico II”, centro di riferimento per tutto il Sud Italia, negli ultimi due anni abbiamo effettuato un counseling dedicato ad oltre 2mila pazienti oncologici. Stanno inoltre aumentando le richieste di social freezing anche da parte di donne ‘sane’ che, in attesa di realizzarsi nella vita di coppia e nel lavoro, decidono di congelare gli ovociti per non rinunciare al desiderio di diventare madri”.
STILI DI VITA
Le ultime frontiere della Medicina della Riproduzione consentono di crioconservare anche parti di ovaio in adolescenti e giovani donne affette da neoplasie del sangue, per un successivo reimpianto nella sfera genitale della paziente. Si tratta di una tecnica in grado di restituire alla donna la piena capacità riproduttiva. Tenere sotto controllo l’età ovarica non basta a preservare la fertilità. Secondo gli esperti, un errato stile di vita rappresenta un fattore di rischio importante al pari dell’età. Ad esempio, le infezioni contratte attraverso rapporti sessuali occasionali possono comportare conseguenze negative a lungo termine sulla fertilità. Anche il fumo, l’obesità e l’esposizione a inquinanti ambientali sono fattori in grado di influenzare la salute sessuale e riproduttiva di un individuo, intervenendo negativamente sula qualità degli ovociti e degli spermatozoi. La prevenzione dell’ infertilità è diventata una tematica di estrema rilevanza sociale. Per questo motivo, la consulenza clinica da parte del ginecologo deve essere supportata dall’impegno delle Istituzioni, in primis della scuola, verso azioni concrete per promuovere una maggiore consapevolezza da parte dei giovani, fin dall’adolescenza, dell’impatto di scorretti stili di vita sulla salute riproduttiva.