Agli occhi di tutti noi il Covid è l’incubo numero uno. Comprensibilmente, visto che ha causato – e continua a causare – moltissimi decessi. Poco si parla, invece, dei super batteri, che ogni anno «uccidono più persone di quante ne muoiano per Tbc e Aids messi assieme». Un dato che restituisce la dimensione di un fenomeno enorme, ma anche enormemente sottovalutato. A parlarne, sulle pagine del settimanale Panorama, è stato Rino Rappuoli, direttore scientifico del Biotecnopolo di Siena e coordinatore del Mad – Lab (Monoclonal Antibody Discovery) di Fondazione Toscana Life Sciences. «Se andiamo avanti così – ha detto – per alcuni microrganismi presto non ci saranno più armi a disposizione».
NUOVI NEMICI
Tutto questo ci proietta indietro di un secolo per quel che riguarda le cure, in un futuro non troppo lontano potremmo trovarci disarmati contro batteri divenuti ormai resistenti. Secondo uno studio inglese, nel 2016, se non si fa nulla per impedirlo, per il 2050 i morti per batteri resistenti supereranno quelle per cancro. E questo veniva detto quando le vittime erano 700mila l’anno. Oggi, tra le malattie che avanzano, «ci sono ceppi del tifo ormai impossibili da curare, dal Pakistan stanno viaggiando nel mondo e non ci si può fare niente, l’unico modo per fermarli è un vaccino».
OSSERVATI SPECIALI
Oms e Cdc, i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, hanno fatto una lista dei batteri più temibili. «Tra quelli che ci preoccupano, oltre al tifo, c’è il gonococco: negli anni Quaranta era sensibile a quasi tutto, ora è rimasto un solo antibiotico efficace, se anche quello non funziona più abbiamo finito le terapie possibili. Un altro batterio molto resistente è lo stafilococco, ci sono casi ovunque, anche in Italia. E poi la famiglia degli enterobatteri, come la klebsiella, che abbiamo avuto a Pisa ma un po’ dappertutto, e lo pseudomonas».