Mezzo milione di persone ogni anno in Italia contrae un’infezione ospedaliera e la maggior parte di queste sono dovute all’antibioticoresistenza, e in particolare ai germi resistenti agli antibiotici come Klebsiella o Stafilococco.
Contro il fenomeno dell’ antibioticoresistenza parte SPiNCAR (Supporto al Piano Nazionale di Contrasto Antibioticoresistenza) il Sistema operativo del Servizio Sanitario Nazionale che fissa gli standard di sicurezza per tutte le strutture sanitarie.
L’obiettivo è raggiungere entro il 2021 risultati in linea con i paesi virtuosi e allineare gli standard di sicurezza tra Nord e Sud. Grazie alla piattaforma web potranno essere seguiti i progressi in tutto il territorio. Ad essere più a rischio sono i maschi e gli anziani. In base ai dati della Rete AR-ISS, infatti, se pure si registra una lieve diminuzione dell’ antibioticoresistenza per quanto riguarda Streptococcus pneumoniae (pneumococco) sia per la penicillina che per la eritromicina, (diminuzione dovuta probabilmente all’effetto della vaccinazione antipneumococcica nei bambini, che ha fortemente diminuito la circolazione dei sierotipi contenuti nel vaccino), resta invece invariato rispetto allo scorso anno il numero di infezioni dovute a Klebsiella pneumoniae multiresistente, che sono circa duemila ogni anno.
Il progetto ha preso il via nei giorni scorsi nel corso del Convegno Implementare il Piano Nazionale per il Contrasto all’Antimicrobico Resistenza nel Servizio Sanitario Nazionale: standard minimi e miglioramenti continui.
“Abbiamo voluto questo piano perché era sempre più necessaria un’azione italiana sinergica e coordinata sull’ antibioticoresistenza nel nostro Paese – affermano Claudio D’Amario e Stefania Iannazzo, della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute – il nostro obiettivo, attraverso questo sistema, e con un approccio One Health, è quello di arrivare a marzo 2021 con percentuali più vicine a quelle di Paesi Europei più virtuosi oltre che ad una maggiore consapevolezza nei cittadini dell’importanza dell’uso appropriato degli antibiotici”.
Partecipano allo sviluppo del Sistema SPiNCAR l’Istituto Superiore di Sanità, le Regioni, l’Agenzia Sanitaria Emilia Romagna, l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna e l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, le Università di Torino, Catania e Milano, coordinati tutti dall’Università di Udine coadiuvata dall’Azienda Sanitaria Integrata.
“Con questo Sistema iniziamo ad agire affrontando il problema dell’uso appropriato degli antibiotici negli ambiti umano, animale e ambientale nell’ottica cosiddetta “One Health” – afferma Silvio Brusaferro, Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità e coordinatore dell’Unità di Ricerca di Udine – Svilupperemo, condividendoli, standard ed indicatori che potranno supportare le regioni e le aziende sanitarie nel raggiungere gli obiettivi del piano nazionale. Lo strumento mira prioritariamente a ridurre le differenze esistenti tra le regioni ma anche quelle esistenti all’interno della stessa Regione favorendo il coinvolgimento di tutti gli attori: professionisti, cittadini, imprenditori. Il panel di ospiti internazionali presenti oggi è un forte segnale di attenzione agli sforzi del nostro paese. Grazie alla piattaforma gestita e coordinata dall’ISS, si potranno seguire i progressi in tutto il territorio nazionale.”
Un terzo delle infezioni legate alla resistenza agli antibiotici di tutta Europa avviene in Italia secondo le più recenti stime internazionali basate sui dati della Rete di Sorveglianza AR-ISS e la situazione, come afferma il Report dettagliato pubblicato oggi proprio da AR-ISS cambia da area a area nel Paese.
“C’è una differenza nella diffusione dei germi multiresistenti nelle diverse aree del Paese – spiega Annalisa Pantosti del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità – La Klebsiella resistente ai carbapenemi, per esempio, è più diffusa al Centro Sud mentre nel Nord vi è invece una maggiore prevalenza di Stafilococco Aureo, resistente alla meticillina. Le persone più a rischio sono i maschi e le persone in età avanzata. Solo un’azione omogenea in tutto il Paese è in grado di diminuire contemporaneamente queste infezioni e la mortalità ancora alta ad esse correlate”.
Punto di partenza e specchio delle azioni portate avanti all’interno del Sistema sarà una piattaforma informatica, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, nella quale saranno inseriti i risultati sull’applicazione degli standard che permetterà di capire sia lo stato attuale sia i progressi del programma.
“Alcune Regioni hanno già iniziato a lavorare in questa direzione per contrastare questo che è uno dei più importanti rischi per la Salute Pubblica – afferma Maria Luisa Moro, Direttore Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale Emilia Romagna – Il principale compito che porteremo avanti attraverso il Sistema sarà soprattutto quello di promuovere la diffusione di buone pratiche di dimostrata efficacia in tutto il resto del Paese e agire in modo coordinato per diminuire l’antibiotico-resistenza e rendere più sicure le cure ma anche le comunità”.
Diversi esperti che lavoreranno nel Sistema realizzeranno “site visites” per supportare Regioni e Aziende nella realizzazione di misure di prevenzione da adottare per il contrasto alle infezioni ospedaliere e valorizzare le migliori pratiche