Ogni giorno un americano butta via 422 grammi di cibo. Soltanto per coltivare ciò che finisce nella spazzatura vengono utilizzati oltre 12 milioni di ettari di terreni agricoli, pari al 7% di quelli coltivati annualmente negli Usa. Inoltre vengono consumati migliaia di miliardi di litri d’acqua. Per non parlare dei pesticidi: arrivano a più di 350 milioni di chili all’anno e un miliardo di chili di fertilizzanti. Il cibo che finisce nella spazzatura, perché deteriorato o scaduto è costituito per la maggior parte da frutta e verdura (39%), seguite dai prodotti lattiero caseari (17%), dalla carne (14%) e dai cereali (12%). Tra gli alimenti con meno probabilità di finire in pattumiera ci sono le patatine, l’olio, i dolci e le bevande analcoliche. I dati sullo spreco alimentare arrivano da uno studio condotto da ricercatori del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti e delle Università del Vermont e del New Hampshire, pubblicato dalla rivista PLOS ONE.
Gli studiosi americani hanno analizzato la relazione tra spreco alimentare, qualità della dieta e sostenibilità ambientale. I numeri dello studio dicono che con il migliorare della qualità della dieta alimentare delle persone aumenta anche la quantità di cibo sprecato, dato che una dieta più sana è legata a un maggior consumo di frutta e verdura, (gli alimenti principali che finiscono nella spazzatura). A ciò si aggiungerebbero maggiori quantità di acqua di irrigazione e di pesticidi sprecati, ma meno utilizzo inutile di terreni coltivati, infatti frutta e verdura ne richiedono una quantità inferiore. Secondo gli autori, i risultati dello studio fanno emergere che, per incentivare la sostenibilità ambientale, andrebbero aumentati gli sforzi simultanei, migliorando la qualità della dieta e riducendo lo spreco alimentare. Il primo passo è aumentare la consapevolezza dei consumatori su come conservare la frutta e la verdura.