In Italia, dal 2016 ad oggi, sono state rilevate 304 nuove sostanze psicoattive. Lo rivelano i dati diffusi dal Sistema Nazionale di Allerta Precoce (SNAP), affidato dal 2016 al Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS, in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, istituita dall’ONU. Dal report emerge come queste nuove sostanze circolanti appartengano principalmente alla classe dei catinoni, dei cannabinoidi e degli oppioidi sintetici. Tra questi ultimi, a dare maggiore preoccupazione sono i fentanili: sostanze con una potenza da centinaia a migliaia di volte più alta di quella della morfina e dell’eroina. Si tratta di sostanze sintetiche prodotte in laboratori casalinghi e venduti come sostituti a basso costo dell’eroina. Sono tanto potenti quanto tossiche e provocano una rapida overdose difficilmente reversibile.
“Nel corso della gravissima emergenza sanitaria determinata dal Covid-19 – ha dichiarato Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS – le regole sul rimanere in casa impostate dalle autorità hanno determinato un sensibile calo dello spaccio degli stupefacenti su strada. Uno scenario che apre all’ipotesi che i consumatori di sostanze d’abuso, si stiano rivolgendo al mercato illecito presente nella darknet per procurarsi droghe classiche come la cocaina, l’hashish o l’eroina”.
La droga acquistata dal web sommerso usa i normali corrieri
La darknet, ossia il web sommerso, è raggiungibile solo attraverso specifici software, configurazioni e accessi autorizzativi, e viene utilizzata per le molteplici offerte di nuove sostanze psicoattive, per la raccolta degli ordinativi e dei pagamenti in modalità che garantiscono il totale anonimato sia del venditore che dell’acquirente, approfittando poi dei normali corrieri postali per il loro invio a domicilio.
Il veloce ritmo con cui le NPS appaiono e scompaiono dal mercato della droga e il ritardo nella messa a punto dei corrispettivi standard necessari all’identificazione analitica di queste sostanze rappresentano il “tallone d’Achille” del sistema di allerta a livello non solo nazionale ma anche europeo e mondiale. Nonostante in Italia, il Sistema Nazionale di Allerta Precoce abbia rilevato dal 2016 circa 30 casi di intossicazione acuta o decesso correlati all’assunzione delle NPS, è presumibile che queste sostanze siano coinvolte nel gran numero di ospedalizzazioni droga-correlate in cui si fa riferimento a sostanze miste o sconosciute.
“Diviene quindi rilevante – conclude Roberta Pacifici – non solo l’azione di monitoraggio dello SNAP, ma anche la sua attività di messa a punto e diffusione ai laboratori farmacologici e tossicologici presenti su territorio nazionale di metodiche analitiche valide, in grado di integrarsi e coordinarsi nella risposta a questo fenomeno”.