“Innanzitutto è riconoscere e accettare il proprio senso di rabbia e di impotenza che è del tutto umano e legittimo, senza tenere tutto dentro ma parlarne per evitare che gli incubi proseguano nel tempo. Chi ha visto il ponte crollare e chi ha perso i propri familiari in questa tragedia, continuerà a rivivere questa realtà giorno dopo giorno e, per molti mesi, rivivrà questa realtà sia ad occhi aperti che nei sogni.Condividere l’angoscia aiuta a superare il dolore. Penso che chiunque sia stato colpito dalla tragedia del 14 agosto ma anche molti dei miei pazienti manifesteranno ansia e terrore nel dover attraversare altri ponti autostradali, soprattutto se costruiti più di mezzo secolo fa e non adeguatamente controllati e regolarizzati. Dobbiamo tutti affrontare questo trauma di massa a partire dalle nostre famiglie, parlandone con i gruppi delle persone che rappresentano i nostri affetti oltre ad ascoltare il parere e i consigli degli esperti. E’ fondamentale che tutti noi impariamo ad accogliere la sofferenza e le nostre emozioni reciprocamente”
Oltre all’angoscia del lutto, perchè esprimiamo spesso sensi di colpa davanti alle tragedie?
“E’ come se il nostro inconscio ci dicesse: “prima che succedesse la tragedia tu potevi intervenire, potevi prevenire, non sei stato lungimirante, non hai anticipato la tragedia e ti sei comportato come chi doveva intervenire per tempo e non lo ha fatto” Sappiamo bene che questi pensieri non sono razionali e possono essere considerati assurdi ma, il nostro inconscio, non si lascia condizionare dalla razionalità e ci fa arrivare quello che genera autonomamente. Così quando succede una tragedia agli altri potremmo incorrere in sentimenti di angoscia e colpa anche per quel che ci propina il nostro inconscio e cercare di difenderci da questi meccanismi del profondo sviluppando l’appetito alla ricerca del colpevole. Questo però non ci permette di superare il trauma e spesso lo aggrava ancor di più quando viene individuato il colpevole perché si prende atto che tra umani non siamo solidali come altre popolazioni di mammiferi viventi e non siamo in grado di amarci e rispettarci come dovremmo e come io vorrei che accadesse”.