Chi lo dice che la dermatite atopica è solo una questione di genetica? Questa malattia della pelle è sempre più diffusa, in particolare nei paesi industrializzati e i più recenti studi dimostrano una connessione significativa con l’inquinamento ambientale. Ecco perché, gli esperti chiedono con urgenza che siano adottate politiche ambientali sostenibili per ridurre l’impatto dell’inquinamento sulla salute della pelle.
Il legame tra inquinamento e dermatite atopica
È noto che le attività umane, dall’industria all’uso di combustibili fossili contribuiscono significativamente all’inquinamento atmosferico. Questo, a sua volta, ha un impatto diretto sulla salute umana, influenzando negativamente anche la pelle sin dalla fase pre-natale. Le future mamme esposte a inquinanti atmosferici hanno un rischio maggiore di avere neonati che sviluppano dermatite atopica entro i primi sei mesi di vita. Persino l’inquinamento legato agli incendi boschivi può aumentare i casi di dermatite atopica sia nei bambini che negli adulti.
I dermatologi della SIDeMaST in prima linea
Al 98° Congresso nazionale della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), i dermatologi hanno sottolineato l’importanza del legame tra inquinamento ambientale e dermatite atopica. Il professor Luca Stingeni, presidente del Congresso, ha spiegato come variabili climatiche e inquinanti atmosferici possano indurre o aggravare questa patologia attraverso meccanismi biologici come la formazione di radicali liberi dell’ossigeno (ROS) e lo stress ossidativo, che compromettono la barriera cutanea e provocano una risposta infiammatoria.
Studi scientifici e risultati
Già nel 1998, uno studio condotto a Monaco ha dimostrato che l’esposizione della pelle di soggetti affetti da dermatite atopica al biossido di azoto aumenta la perdita di acqua attraverso l’epidermide, indicatore di una barriera cutanea compromessa. Più recentemente, studi cinesi del 2018 hanno confermato che l’inquinamento può generare radicali liberi e alterazioni strutturali delle cellule epidermiche.
I bambini
In Europa, vari studi hanno mostrato che l’esposizione agli inquinanti atmosferici aumenta il rischio di sviluppare dermatite atopica e di aggravare i sintomi. Uno studio tedesco del 2009 ha dimostrato che i neonati esposti a particolato PM2,5 in aree urbane hanno una maggiore prevalenza di dermatite atopica. Questi risultati sono supportati da studi in Sud America e Corea, che correlano l’esposizione agli inquinanti legati al traffico con una maggiore prevalenza di eczema nei bambini.
L’importanza delle politiche ambientali
L’inquinamento atmosferico non solo peggiora la dermatite atopica, ma ha anche importanti ripercussioni per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Politiche ambientali che riducano l’inquinamento sono essenziali per prevenire l’insorgere di questa patologia. Dispositivi per migliorare la funzione barriera della pelle, con indicazioni “anti-pollution”, stanno emergendo come risposte innovative basate su evidenze scientifiche.
Ricerca clinica
La dermatite atopica è una patologia in aumento, strettamente legata all’inquinamento ambientale. Adottare politiche di gestione sostenibile del territorio e limitare l’uso dei combustibili fossili è cruciale per proteggere la salute della pelle. La ricerca clinica continua a fornire nuove soluzioni per combattere questa malattia, ma è indispensabile un impegno collettivo per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da dermatite atopica.