La psicosi può essere un’opportunità? Questa la domanda che offre lo spunto per tre giornate di riflessione che si terranno a Napoli, dall’11 al 13 novembre, al Conservatorio di San Pietro a Majella. Ad organizzare l’evento è la Società Italiana di Psicoterapia Integrata (Sipi) e il messaggio che verrà lanciato è importante quanto chiaro: la malattia mentale si può curare grazie a nuovi modelli di diagnosi e di cure efficaci. Ospite d’eccezione il luminare della psicoriabilitazione Luc Ciompi e il suo modello bio-psico-sociale. Testimonial della campagna di sensibilizzazione saranno l’attrice Cristina Donadio, lo speaker radiofonico Giancarlo Cattaneo e il gruppo musicale La Maschera.
Il “tour” campano
L’evento di San Pietro a Majella chiude il “tour” della Sipi, che ha organizzato in tutte le province della Campania seminari, convegni, sedute dal vivo, a cui hanno partecipato oltre 2mila persone, a confronto pazienti e le loro famiglie, esperti, psicologi psicoterapeuti, medici, sociologi, operatori sanitari. A Napoli si troverà il tempo per sessioni scientifiche per il confronto schietto tra gli esperti del settore e i clinici, e gruppi di lavoro (convegno parallelo) tra tecnici, volontari, pazienti e familiari per dar loro speranza attraverso il dialogo e spiegare che i malati possono tessere rapporti con l’esterno e che non c’è famiglia in Italia che non sia toccata direttamente o indirettamente dalla malattia mentale.
Il giusto approccio
«Lavorando con i metodi giusti – spiega il professor Giovanni Ariano, direttore della Sipi – è possibile intervenire in modo tempestivo e continuo sulle patologie gravi, combattendo così il loro aggravarsi e interrompendo la spirale della cronicità invalidante». Si parlerà anche della teoria bio-psico-sociale della psicosi e della riabilitazione di Ciompi, che parte dall’ assunto che lo psicotico non è un malato organico, ma la sua patologia e il suo recupero sono dati dalla convergenza rispettivamente negativa (malattia) o positiva (riabilitazione) di fattori sia biologici, sociali e psicologici. Come illustrato nel modello della Sipi: non si nasce matti, lo si diventa per la convergenza di fattori psicologici, sociali e biologici e dalla malattia mentale si può guarire se si intraprende la cura adeguata. Non basta la camicia di forza farmacologica.
Il programma
Venerdì 11 novembre alle ore 19 bambini e ragazzi della Cooperativa Lithodhora mettono in scena con degli “strani adulti” della Cooperativa Integrazioni, lo spettacolo Fuori e dentro di noi, regia e testo di Alessandra Ranucci, per dire che anche il malato mentale può avere speranza di guarigione.
Sabato 12 novembre alle 14.30 verrà proiettato “Abbraccialo per me”, un film coraggioso sulla disabilità mentale con la partecipazione del regista Vittorio Sindoni e di tutto il suo cast. L’obiettivo principale della Sipi è costruire ponti con il diverso, informare istituzioni e opinione pubblica sul tema della malattia mentale, sui diritti dei pazienti e dei loro familiari.
Domenica 13 novembre alle 11.30, nella Basilica del Gesù Nuovo sarà celebrata la Messa per i malati e per tutte le persone sensibili alla sofferenza mentale.