La battaglia contro il Papilloma virus è culturale, ma anche clinica. Culturale perché su tratta ancora una volta di scegliere il vaccino come forma di prevenzione, senza lasciarsi influenzare da bufale create ad arte e poi postate sui social. Clinica perché servono le armi adatte a combattere e vincere la guerra. Per questo secondo aspetto sono particolarmente interessanti le novità presto disponibili. E’ infatti arrivato anche in Italia il primo vaccino efficace contro nove tipi di Papilloma virus umano, lo strumento migliore per mettersi al riparo da una malattia infettiva che può portare al tumore anogenitale, il secondo agente patogeno responsabile del cancro a livello globale.
Rendez-vous di esperti
Nei giorni scorsi a Roma durante un convegno organizzato da Msd Italia – presenti istituzioni, associazioni in rappresentanza di varie specializzazioni, dalla pediatria all’ostetricia all’endocrinologia – si è discusso a lungo dell’anti HPV 9-valente, il Gardasil 9 (G9), (pubblicato il 21 febbraio in Gazzetta Ufficiale il decreto di riclassificazione in classe H), vaccino indicato per prevenire le lesioni precancerose, dai tumori del collo dell’utero, vulva, vagina, ano e i condilomi genitali causati da 9 tipi di HPV in maschi e femmine a partire dai 9 anni, come previsto dal nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 e incluso nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
Un tema centrale
Nel corso del convegno è intervenuto, tra gli altri, anche il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli e segretario generale FIMMG (Federazione italiana medici di medicina generale) Silvestro Scotti, secondo cui «il Papilloma virus e gli altri vaccini è un’area su cui dovremmo intervenire in modo più incisivo, contro le paure per le vaccinazioni. Con il nuovo vaccino 9-valente si arriverà a un’efficacia superiore al 90%». In Europa, ogni anno ci sono quasi 40 mila casi di tumori anogenitali, 342 mila casi di lesioni anogenitali di alto grado e 760mila casi di condilomi genitali sono causati dai tipi di Hpv coperti dal vaccino 9-valente. In Italia, si stima che ogni anno l’Hpv sia responsabile di circa 6.500 nuovi casi di tumori in entrambi i sessi, circa 12 mila lesioni anogenitali di alto grado nella donna e circa 80 mila casi di condilomi genitali. A esclusione del cancro della cervice uterina, per il quale esiste lo screening, per gli altri tumori causati da Hpv non si dispone di un test per la diagnosi precoce e, pertanto, essi hanno una mortalità molto elevata in entrambi i sessi. E sempre il segretario FIMMG ha voluto sottolineare «il ruolo indispensabile del medico di famiglia anche per informare i genitori dei bambini, chiarendo dubbi e incertezze. Ma è altrettanto importante un’azione educativa rivolta direttamente a ragazze e ragazzi, laddove l’età lo consenta. Ma ora – conclude Scotti – la presenza in Italia del vaccino anti HPV ci porterà a lavorare in sinergia anche con i pediatri, garantendo un corretto passaggio di informazioni sullo stato vaccinale dei bambini che passano appunto dal pediatra al medico di famiglia».