L’alcol resta, e purtroppo è destinato ad essere anche negli anni a venire, una piaga per la salute pubblica a livello globale. L’allarme sul consumo smodato di superalcolici e non solo arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Lacet, secondo la quale al 2030 metà della popolazione mondiale consumerà alcol e il 23% lo farà in modo eccessivo almeno una volta al mese. Lo studio dell’università di Dresda, che si basa sui dati dell’Oms e del Global Burden of Diseases, ha calcolato che globalmente il consumo di alcol negli adulti è salito da 5,9 litri l’anno del 1990 a 6,5 litri del 2017, mentre nel 2030 arriverà a 7,6 litri. A determinare il trend sono soprattutto i paesi ad alto e medio reddito, il cui consumo cresce all’aumentare del tenore di vita.
L’ITALIA
Gli aumenti maggiori nel periodo si sono registrati in India e Vietnam, mentre Russia, Gran Bretagna e Perù hanno mostrato i cali più significativi. L’Italia secondo i dati presentati era tra i paesi che consumavano di più, tra 10 e 12 litri pro capite, nel 1990, ma il trend in calo l’ha portata nella media globale, tra 6 e 7,9. «Sulla base di questi dati – scrivono gli autori -, l’obiettivo dell’Oms di ridurre l’uso di alcol del 10% entro il 2025 non sarà raggiunto a livello globale. Al contrario l’uso di alcol rimarrà uno dei fattori di rischio principali per la salute nel futuro prossimo, e anzi il suo impatto probabilmente crescerà»
I GIOVANISSIMI
Uno degli aspetti che maggiormente preoccupano nel nostro paese riguarda il consumo di alcol tra i giovanissimi. Non solo si beve sempre di più, ma a farlo sono ragazzi e ragazze sempre più giovani. Secondo le ultime stime disponibili il consumo di alcol tra i giovani avviene già a partire dai 12 anni e spesso si associa nel tempo al consumo di droghe.
COSA FARE
Ecco 10 consigli ai genitori e ai familiari, 10 spunti di riflessione proposti dall’Osservatorio su fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità (sul sito internet si trova la versione estesa).
- Provocateli: smontate con loro gli spot televisivi, analizzate i comportamenti socialmente accettati e diffusi, stimolati a distinguersi dal branco e a essere informati.
- Date un buon esempio: se consumate alcolici in casa, fate in modo che siano una componente ordinaria ma moderata dei pasti, senza eccessi. Dimostrate loro che ci si diverte e si sta bene anche senza alcol.
- Informateli: parlate loro dell’alcol e dei possibili danni ad esso associati sin da bambini, non aspettate l’adolescenza, periodo di ribellione e sfida verso il “buon senso” degli adulti.
- Distinguete: ci sono persone a cui l’alcol fa più male che ad altri. Sono i ragazzi con meno di 15 anni, ancora particolarmente vulnerabili, le femmine, che riescono a eliminare la metà della quantità di alcol che smaltisce un organismo maschile, chi deve guidare, che a qualsiasi età può diventare un pericolo mortale per sé e per gli altri.
- Allertate le ragazze: oltre al fatto, già citato, che le donne soffrono gli effetti negativi dell’alcol più dei maschi, vanno tenuti presenti i pericoli legati al genere femminile, come il rischio di gravidanze indesiderate o infezioni sessualmente trasmesse, oltre ai danni per il feto in una futura maternità.
- Educateli alla differenza fra uso e abuso, assicurandovi che abbiano presenti i rischi legati alla perdita di controllo e all’alterazione delle proprie capacità, alla guida, in un locale, di fronte al giudizio di estranei e amici.
- Insegnate loro a leggere le etichette: che sappiano cos’è la gradazione alcolica e diventino consumatori consapevoli.
- Fate loro sapere che l’alcol dà dipendenza.
- Offrite loro la possibilità di divertirsi con gli amici, a casa e fuori, imparando che esiste una convivialità analcolica.
- Vigilate su di loro. Non potrete proteggerli 24 ore su 24, ma tenete gli occhi e i canali di comunicazione sempre aperti.