Per chi non vive a Napoli l’ospedale San Giovanni Bosco è ormai come uno dei gironi dell’inferno di Dante, un ospedale che neanche in un film dell’orrore: formiche sui pazienti in rianimazione, le mani della camorra su ogni appalto e faccendieri dei clan pronti a far resuscitare i morti in cambio di qualche centinaio di euro così da permettere una veglia casalinga al caro estinto. Un quadro a tinte fosche che non nasce dal nulla, ma che viene fuori dagli scandali e dalle inchieste della magistratura. Oggi, però, la domanda la porsi è se tutto questo sia ancora reale o se non sia ormai un’etichetta rimasta là, impressa in una coscienza collettiva che nell’era digitale vive nelle migliaia di articoli e di post e che non lascia spazio alla rinascita.
UN NUOVO INIZIO
La domanda è retorica. Già, per il San Giovanni Bosco sembra infatti sia arrivato il momento di una rinascita. Di un nuovo inizio. Non è né un miracolo, né il frutto di un’operazione politica. Semplicemente (si fa per dire) è l’effetto di un cambio di direzione avvenuto con il commissariamento. Con Ciro Verdoliva alla guida dell’Asl Napoli 1 Centro, le energie positive e le tante eccellenze che da sempre ci sono in quell’ospedale hanno iniziato a sgomitare, a farsi largo con prepotenza riconquistando quegli spazi che nei decenni erano diventati zone grigie, prima, e zone di buio perso, poi. Nessun miracolo, atti concreti da parte della direzione e voglia di riscatto da parte dei tanti medici e di tutto il personale in servizio. Donne e uomini stanchi di essere additati come “quelli che sono la camorra”, quelli che non fanno il proprio dovere, i “furbetti”. Questo non significa che in pochi mesi il San Giovanni Bosco sia diventato il migliore ospedale della Campania, i problemi ci sono e andranno risolti. Ma oggi quel presidio ospedaliero si candida ad essere il simbolo della rinascita di un’Asl (la Napoli 1 Centro) divenuta nei decenni sinonimo di malaffare e di pessima qualità di cura.
COMMISSIONE SANITA’
Che la musica sia cambiata lo si capisce anche da quanto dichiarato da Stefano Graziano (presidente della V Commissione Sanità) in visita all’ospedale assieme ai colleghi Fiola, Borrelli, Moxedano e Mocerino. «All’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli si tocca con mano il percorso di cambiamento avviato dal commissario Verdoliva. In quattro mesi sono stati presi provvedimenti importanti per il ripristino della legalità e per il miglioramento dell’assistenza sanitaria». Graziano testimonia l’intervento radicale di liberazione delle strutture dalla criminalità. «Si pensi al bar – dice – al parcheggio e ai distributori automatici che erano gestiti dalla camorra e al di fuori di qualsiasi regola. Sotto il profilo sanitario è stato attivato il triage, ripristinata l’emodinamica h24, attivata la tac a 64 slices e aperta la sala parto nel reparto di ginecologia. Ovviamente non basta, ma con la programmazione già avviata si faranno ulteriori passi in avanti. Il commissario Verdoliva ha annunciato che sono in atto le procedure per trasformare il day surgery in week surgery, per acquistare un nuovo angiografo e una nuova risonanza magnetica. Inoltre, entro l’anno saranno completate le prime procedure concorsuali». Nella visita odierna la V Commissione regionale ha voluto testimoniare vicinanza ai tanti lavoratori che operano in un contesto difficile e ribadire, soprattutto, che il San Giovanni Bosco è fondamentale per la città di Napoli.