Sono circa 6,5 milioni le morti premature in tutto il mondo attribuite all’inquinamento indoor e outdoor. “Le mascherine ci hanno protetti, oltre che dal Covid, anche dai fattori inquinanti riducendo l’insorgere di riniti e riacutizzazioni. Servono ora percorsi per facilitare all’accesso ai controlli pneumologici ed allergologici per evitare la cronicizzazione”.
Così Simona BARBAGLIA, Presidente dell’Associazione Respiriamo Insieme-APS ha commentato a margine dell’iniziativa “Giornata internazionale dell’Aria Pulita” conclusa domenica a Roma. Sorprendente il numero di quanti sono riusciti a sottoporsi a screening gratuiti al Parco della Mistica grazie alla collaborazione del personale medico. Deludente invece il fatto che sono ancora troppe le persone che non riescono ad accedere alle strutture per gli accertamenti per sospetta asma o allergie ad inalanti, alzando il rischio di una possibile cronicizzazione dei casi. Una Giornata, quella dell’aria pulita, per ricordare a livello mondiale quanto l’inquinamento dell’aria sia il maggiore rischio ambientale per la salute e sia una delle principali cause evitabili di morte e malattia.
“Iincredibile l’adesione e le moltissime manifestazioni di gradimento all’iniziativa da parte delle persone affette da patologie croniche o da allergie che abbiamo accolto fino a domenica sera. Questo, purtroppo, conferma il bisogno, acuitosi fortemente in questi ultimi 30 mesi a causa del COVID, di diagnosi precoci, follow-up e supporto nella gestione dei queste patologie. Basti pensare che circa 1/3 delle persone che hanno fatto lo screening, sono state invitate a sottoporsi a ulteriori esami di approfondimento dagli specialisti presenti. Se avessero dovuto aspettare l’iter della struttura ospedaliera, – spiega BARBAGLIA – avrebbero dovuto attendere molto tempo, aumentando pericolosamente il rischio di riacutizzazione della patologia e perdita dell’aderenza terapeutica. Ecco perché abbiamo già riprogrammato a breve su Roma – un nuovo evento capace di accogliere le moltissime persone che ieri, seppur con grande dispiacere, non abbiamo potuto accogliere nell’area screening. È urgente un’azione delle strutture ospedaliere per ampliare le disponibilità di viste e organizzare percorsi privilegiati”
L’uso delle mascherine riduce sintomi riniti. Lo studio
L’inquinamento degli ambienti esterni e interni rispetto alle abitazioni umane è un fattore essenziale per lo sviluppo di patologie allergiche respiratorie a carico del naso e dei bronchi. “Gli studi clinici hanno dimostrato che all’aumento dei livelli di inquinamento corrisponde un incremento di tali patologie. Gli inquinanti riducono l’efficienza dei sistemi di difesa nei confronti di agenti tossici – spiega Gennaro LICCARDI, allergologo e membro del Comitato Scientifico Associazione Respiriamo Insieme-APS – e “facilitano” la comparsa di allergie. Questi effetti si possono osservare in tutte le fasi della vita ed è accertato che l’esposizione a inquinanti nei primi mesi può condizionare lo sviluppo di allergie respiratorie anche più in là nella vita come nell’adolescenza e nella maturità.È stato dimostrato per la prima volta, che l’uso delle mascherine durante il “lockdown per Covid-19” nell’anno 2020 ha ridotto i sintomi delle riniti allergiche da pollini primaverili. Altri studi hanno dimostrato l’efficacia delle mascherine anche nei confronti dell’inquinamento industriale/veicolare (oltre che contro i virus in genere). Si deduce che il loro utilizzo dovrebbe essere incentivato in queste direzioni”
I danni dell’inquinamento in età pediatrica
L’inquinamento atmosferico, a cui la stragrande parte della popolazione mondiale risulta esposta, causa in età pediatrica numerosi sintomi che oscillano dai più banali episodi irritativi a carico delle vie respiratorie (riniti – faringo – tracheiti), alle riacutizzazioni asmatiche, alle infezioni delle vie respiratorie. “I dati della Organizzazione Mondiale della Sanità riportano un elevato numero di decessi in età pediatrica (circa 500 mila per anno) attribuibili agli effetti diretti e indiretti dell’inquinamento, primo fra tutti – precisa Antonio DI MARCO, Dirigente Medico U.O.C. Broncopneumologia Pediatrica, Dipartimento Pediatrico Ospedaliero Ospedale Bambino Gesù, IRCCS Roma – la precoce esposizione sin dalla gravidanza, epoca di particolare suscettibilità degli organi in formazione. Tra le peculiarità che rendono più elevata l’esposizione agli inquinanti dell’ambiente abbiamo il fatto che la frequenza respiratoria nei bambini è più elevata: la loro respirazione è frequentemente orale, soprattutto nei più piccoli, cosa che comporta la perdita del filtro naturale nasale e il fatto che la loro altezza è più vicina a quella degli scarichi delle autovetture”.
“Tra gli inquinanti ambientali più pericolosi sono descritte le polveri sottili (PM 2,5), costituite da diversi prodotti della combustione, in grado di eludere i filtri naturali delle vie respiratorie e raggiungere più facilmente le basse vie aeree dove esercitano la loro azione irritativa. E’ necessario che scienza e politica – conclude Renato CUTRERA, Responsabile U.O.C. Broncopneumologia Pediatrica, Dipartimento Pediatrico Ospedaliero Ospedale Bambino Gesù, IRCCS Roma – aumentino gli sforzi possibili affinchè vengano sostituite quanto prima le fonti energetiche inquinanti. Il problema è di straordinaria emergenza e va affrontato senza esitazioni e interessi di parte. La salute dei bambini è in serio pericolo e il rischio di un peggioramento dei dati clinici negli anni a venire deve essere evitato”.