Dolori e stanchezza possono essere il sintomo di una malattia legata al Covid. Superata la fase critica, nella quale un’infezione da Covid poteva significare terapia intensiva e il rischio di non farcela, ora iniziano ad esserci le prove di un long Covid molto duro da superare. C’è una malattia, in particolare, che rischia di trascinarci in un vortice dal quale è difficile uscire: la fibromialgia. Difficile, a causa della genericità dei sintomi, riuscire ad avere una diagnosi e una cura. Tuttavia, soffrire di fibromialgia può rendere difficile ogni attività quotidiana, anche la più banale.
SINTOMI
«Il sintomo cardine è il dolore cronico, riferito come una sorta di tensione muscolare localizzata in alcune zone, come collo, spalle, schiena e gambe, oppure diffuso», spiega Arturo Cuomo, direttore della Struttura Complessa di Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale. Cuomo, che è anche stato presidente di un corso di alta formazione proprio su questo tema, tenutosi nei giorni scorsi, aggiunge che «il dolore può diventare disabilitante e spesso si associa a stanchezza, disturbi del sonno e altri sintomi fra cui ansia e depressione, che a lungo hanno portato a considerare la fibromialgia come una somatizzazione di disagi psichici che invece ne sono una conseguenza».
LO STUDIO
A dimostrare una correlazione inaspettata tra la fibromialgia e le infezioni da Covid è una ricerca israeliana appena pubblicata. Lo studio svela come, dopo un ricovero per infezione da Covid, il 15% dei pazienti sviluppi fibromialgia. Il dato sale addirittura al 26% nel sesso femminile. Stando alle stime dei clinici, anche in Italia l’incidenza è in forte aumento nella popolazione generale (circa 2 milioni i pazienti) mentre in Campania si stimano circa 120 mila casi. Ed è per questo che è necessario accendere i riflettori su questa “malattia invisibile”, che deve essere riconosciuta e trattata in centri specialistici e con esperienza.
COME CURARSI
Nel Centro di Terapia del dolore del Pascale, così come in tutti gli analoghi Centri italiani di alta specialità, l’attenzione è tutta sulla presa in carico globale dei pazienti affetti da dolore cronico, anche di tipo fibromialgico. Si interviene non solo sulla componente fisica, ma anche sull’aspetto psicologico, grazie ad un team multidisciplinare. Cuomo ricorda che «a lungo i pazienti sono stati ritenuti “malati immaginari”, che somatizzavano disagi psicologici. Non è così e lo dimostra anche l’efficacia di alcuni antidepressivi in pazienti selezionati, con fibromialgia e depressione. La terapia può includere anche miorilassanti e antidolorifici, ma i trattamenti sono per lo più non farmacologici e soprattutto personalizzati, con interventi sullo stile di vita, educativi e psicoterapeutici».